Renzi, il cazzaro rosé che fa il gioco di Salvini (di Andrea Scanzi)

RENZI, IL CAZZARO ROSÉ CHE FA IL GIOCO DI SALVINI

di Andrea Scanzi

Fonte: Il Fatto Quotidiano – 5 novembre 2019 – 

Matteo Renzi e Matteo Salvini sono le due facce della stessa medaglia: la medaglia del cazzaro. Semplicemente uno è rosè e l’altro verde. Incarnano al meglio il peggio dell’italiano medio, e l’unica differenza tra loro è che il primo è un perdente senza pubblico e il secondo (per ora) un vincente. I due sono pure alleati: l’uno fa il gioco dell’altro. A Renzi è funzionale Salvini e viceversa. In nome della paura del bobo nero, qualche elettore è perfino disposto a farsi piacere il cazzaro rosè. Di contro, Salvini ha in Renzi l’uomo giusto per far cadere il governo Mazinga. Se non è ancora accaduto, è solo perché allo stato attuale Renzi (nel mondo reale, non quello dei talkshow) conta meno di niente e ha il peso di una libellula morta in uno zoo di ippopotami. Altre considerazioni sparse su quel che resta della Diversamente Lince di Rignano.

– Renzi ha goduto di una stampa miseramente servile. Il giornalismo italiano, al tempo del renzismo imperante, ha dato il peggio di sé. Ora molti di loro escono dal letargo e mostrano una volta di più tutta la loro eccitazione per questo Craxi minore trovato scaduto al discount. Lo definiscono “furbo”, come se uscire dal partito tre giorni dopo la nascita di un governo da lui voluto sia un vanto. Lo chiamano “scaltro”, come se cannoneggiare l’attuale esecutivo sia pure questa una qualità, e non l’ennesima prova di un egoismo tanto masochistico quanto pericoloso.
– A chi ripete che “Renzi ci ha salvato da Salvini”, giova ricordare che nessuno ha ingrassato (oltre alla Nutella) il cazzaro verde come gli orripilanti governi Renzi & Gentiloni. Salvini ha lucrato sulla pochezza renziana (prima) e sull’autolesionismo grillino (durante il Salvimaio). Se è vero che Renzi (con Grillo) è stato il più grande supporter del governo Mazinga, è altrettanto acclarato che è stato lui ad ammazzare sulla culla quel governo Pd-M5S che, nel maggio 2018, avrebbe cambiato la storia di questo paese. Le colpe dell’uomo che al tempo varò la “strategia dei popcorn” restano enormi e non emendabili.

– Italia Viva, oltre a esibire un nome-ossimoro, non è un partito ma una bad company. Fatti salvi rari casi, sta raccattando il peggio della politica italiana: scappati di casa ex grillini, bolliti, carampane e dinosauri sconosciuti. Una sorta di bar di Guerre stellari, però peggio. Pare che pure Marini e Oliverio, dopo i loro capolavori in Umbria e Calabria, intendano accasarsi da Renzi. Sarebbe la ciliegina sulla torta. Resto comunque speranzoso sull’adesione a Italia Viva della donna barbuta, l’uomo scimmia e il Poro Schifoso (quest’ultimo capogruppo alla Camera).
– Renzi vorrebbe essere l’ago della bilancia, anche se vista la silhouette potrebbe essere al massimo l’armadio a sei ante del Valdarno. Tira la corda, insegue il titolo e attacca provvedimenti a caso (quota 100, sugar tax, plastic tax) purché qualcuno parli di lui, ma è un can che abbaia e non morde: se si va al voto domani, scompare. Pd e M5S, ogni volta che lui e i suoi giannizzeri spennacchiati alzano la cresta, devono ricordarselo: Renzi vorrebbe esser Tyson, ma ha il pugno moscio di Bugs Bunny. Di sicuro il suo comportamento scriteriato contro Conte fa felice giusto Salvini e quei giornalisti-opinionisti che, pur di sinistra, sperano nella morte del Mazinga. A lorsignori, temo senza speranza, ricordo che il governo che nascerà dopo questo sarò fatto dalla stessa gente che sei giorni fa non si è alzata di fronte a una donna straordinaria come Liliana Segre. Quando capiterà, sapremo chi ringraziare. A partire da quel che resta del cazzaro rosé.

(Uscito sul Fatto cartaceo del 5 novembre 2019)