Rinascita Scott, Luigi Mancuso vuole ricusare due giudici. Cassazione rinvia tutto in Appello

La Corte di Cassazione (Prima sezione) ha annullato, con rinvio alla Corte d’Appello di Catanzaro che dovrà compiere un nuovo esame e poi esprimersi, la decisione dei giudici di secondo grado, nell’alveo del processo Rinascita Scott, in merito alla richiesta di ricusazione da parte di Luigi Mancuso (avvocati Paride Scinica e Francesco Calabrese) dei giudici Brigida Cavasino e Gilda Romano.

La Corte d’Appello, in precedenza, aveva escluso l’incompatibilità del giudice che “nel processo celebrato a carico di altri coimputati, aveva già valutato positivamente le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, concernenti anche l’imputato separatamente giudicato”.

La difesa ha richiamato “il principio di imparzialità del giudice”. Ha evidenziato come sia la Cavasino che la Romano abbiano già concorso a giudicare alcuni degli imputati e, in particolare, Francesco Parrotta, Graziella Silipigni, Giuseppe e Leone Soriano, in ordine al reato di associazione mafiosa. La loro posizione è stata stralciata per essere riunita al procedimento denominato “Nemea” già definito in primo grado con sentenza emessa il 7 ottobre del 2020. Nelle motivazioni depositate nel marzo del 2021 il Tribunale di Vibo ha certificato l’operatività della cosca Soriano “valutando il contesto associativo ‘ndranghetistico comune a tutti gli originari coimputati del reato di associazione mafiosa esteso all’intero territorio calabrese e in altre parti del territorio nazionale ed estero, retto dalla figura di vertice rappresentata da Luigi Mancuso”. Da qui l’incompatibilità dei due giudici.

La Corte d’Appello dovrà ora determinarsi in via definitiva, dopo l’annullamento del provvedimento con rinvio ad essa da parte dei giudici di Cassazione.