Rino Gattuso conquista la Serie B col Pisa: il tatuaggio e il patron cacciato fuori

Rino Gattuso, appena conquistata la Serie B alla guida del Pisa battendo il Foggia, con grande soddisfazione racconta il traguardo appena raggiunto, levandosi anche qualche sassolino dalla scarpa.

Queste le sue parole, raccolte da TuttoPisa.it al termine del pari a Foggia che ha decretato la promozione dei toscani in cadetteria.

“Ho un tatuaggio in ricordo della Champions. Da bambino mio padre (Franco, leggendario centravanti dello Schiavonea prima e del Corigliano dopo, ndr), essendo tifoso del Milan e di Rivera, mi portava a far le sfilate per il paese, e quando io mi addormentavo sognavo sempre di alzare la Champions con il Milan: a me i tatuaggi non piacciono, ma quello era un sogno e ho deciso di inciderlo sulla pelle.

E ora ne farò un altro, mettendoci la data di oggi, perché da quando ho iniziato a fare questo lavoro ho sempre sognato di passare una giornata così. Mi davano delle scarpone, sia da giocatore che da allenatore, quando ho iniziato, ma poi con la caparbietà ho fatto tante cose in carriera.

Per questa ringrazio tanto i ragazzi, ma anche il mio staff perché quest’anno abbiamo cambiato spesso, non abbiamo mai dato punti di riferimento agli avversari, e questo è merito loro. E anche tutti gli altri collaboratori: quando per alcuni mesi non prendi lo stipendio o sei credibile o ti mandano a fare in culo dopo un minuto, noi abbiamo raggiunto credibilità perché anche chi sta dietro le quinte ha fatto un lavoro straordinario, non mi ha mai girato le spalle. Ora più che mai io voglio rimanere qua, ma no a queste condizioni.

A me piace lavorare con Lucchesi, a me Taverniti e Petroni (il presidente NdR) non piacciono, quindi loro possono raccontare cosa vogliono, io voglio stare solo con Lucchesi. Io con loro non ci sto, non voglio avere niente a che fare con loro, con la mia squadra loro nemmeno parlano, e le volte che lo hanno fatto hanno detto stronzate: non è mancanza di rispetto, ma non mi piacciono.

Anche oggi li ho cacciati dagli spogliatoi quando sono entrati a festeggiare. E sia chiaro che non è un problema di soldi. Adesso, però, pensiamo a festeggiare. Voglio tornare a Pisa e chiedo ai tifosi di farmi trovare lo striscione ‘Mai una gioia’: devo bruciarlo”.

Grande, inimitabile Rino Gattuso.