Rosarno, parla il cugino di Sekine

Era arrivato lo scorso 20 febbraio, a bordo di un barcone, Sekine Traore, il migrante di nazionalità maliana ucciso ieri nella tendopoli di San Ferdinando da un carabiniere.

Nel suo Paese di origine vivono la madre, il padre e un fratello più piccolo. Altri suoi fratelli risiedono a Siracusa e in Francia.

A raccontare la storia di Sekine è il cugino del giovane, Mamadou. Il ragazzo, che ha parlato con l’ANSA nella tendopoli in cui nel frattempo sono rientrati i migranti che hanno dato vita alla manifestazione di stamani, non si esprime bene in italiano e ad aiutarlo come interprete c’è un suo connazionale.

Dice di essere “troppo arrabbiato” e di attendere le conclusioni cui perverrà l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Palmi. La persona che ha fatto da traduttore aggiunge di avere conosciuto bene Sekine. “Non beveva – dice – non si drogava e non era un pazzo. Era una persona tranquilla e da quando era qui non aveva mai avuto storie con nessuno”.

(ANSA)