Rosy Bindi e Mario Oliverio a scuola di antimafia

Ora stiamo apposto. Come volevasi dimostrare, la visita della Commissione antimafia si è risolta con una soluzione che tutti i calabresi stavano aspettando: la nascita dell’Università dell’antimafia. Una struttura che mancava in Calabria.

Finalmente tutti potremo laurearci in mafiologia. Un corso di laurea che ci invidia tutto il mondo. Senza contare l’utilità sociale che ne deriva. Metti che ti trovi in giro per il mondo e qualcuno ti domanda, dopo averti chiesto da dove vieni, sai qualcosa della ‘ndrangheta? Che figura ci fai se non sai rispondere? Invece, dopo aver frequentato l’Università dell’antimafia, vai tranquillo, ti senti più sicuro, non temi domande e sai tutte le risposte.

Puoi superare qualsiasi esame o test. Una ottima iniziativa, direi. Speriamo che le iscrizioni siano aperte a tutti, senza discriminazioni di sorta. Comunque, se posso permettermi, vorrei consigliare ai professoroni (con la consapevolezza di: chi sono io per chiedere questo?) di aprire all’interno dell’Università, un corso di specializzazione sulla sanità mafiosa. Perché pare che il presidente Oliverio nonchè la Rosy Bindi, oggi in visita in Calabria per recuperare saperi per la nascente università, non ne sappiano molto, e serve qualche specializzato che li aiuti a meglio capire quello che si sta muovendo in questo ambito.

Del resto, sia Rosy che Mario Oliverio, avrebbero voluto fare da se, ma purtroppo, nel nascente progetto non è prevista, almeno in questa prima fase, l’Università dell’antimafia della terza età. Quindi sono tagliati fuori da ogni conoscenza, e non bisogna lasciarli soli. Condividere i saperi è la prima cosa da fare per rendere edotti uomini e donne di questa amara terra. In attesa della struttura, magari, possiamo procedere sia alla divulgazione orale, che a quella scritta.

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Giusto per non perdere tempo, ed impedire che Mario commetta, a sua insaputa, degli errori madornali. Come quello relativo alla nuova costruzione di 4 ospedali in Calabria. Un affaruccio che vale mezzo miliardo di euro. Scusate se è poco. In particolare, bisogna istituire un corso sul nascente ospedale nella piana di Gioia Tauro.

Un ospedale la cui costruzione è prevista su un terreno, che confina, guarda il caso, con molti terreni di conclamati mafiosi di quella zona. Infatti, come risulta dall’inchiesta “Infinito” della Dda di Milano compaiono riferimenti a terreni acquistati, guarda sempre il caso, a Palmi a un prezzo irrisorio, 60.000 euro.

Acquisto mediato il tramite di una società di diritto elvetico, la Zenas LLC, grazie alla intercessione dell’avvocato Vincenzo Minasi per conto della locale cosca di ‘ndrangheta della famiglia Gallico. Così come dice la succitata inchiesta. Scusate il particolare.

Un esame dovrebbe essere dedicato al palese conflitto di interessi che c’è tra l’ex direttore generale della Regione Calabria che ha la moglie che fa la progettista, indovinate dove? Nella Tecnis che è l’impresa che, guarda sempre il caso, ha vinto l’appalto per la costruzione dell’ospedale della Piana e di quello della Sibaritide.

Nel corso va inserita la presentazione di una tesina su come mai nel cambio di destinazione d’uso dei terreni, utilizzati dall’Istituto agrario di Palmi, partecipò alla conferenza dei servizi, anche il signor Demetrio Crucitti, consigliere provinciale di maggioranza, della Provincia di Reggio Calabria, e titolare di un vicinissimo albergo, denominato Stella Maris? Sarà anche questo un caso?

Tesina a cui va aggiunta una appendice sulla presenza tra gli assessori della giunta provinciale che deliberò l’acquisto dei famigerati terreni, di Santo Gioffrè, di cui tutti conosciamo la storia, compresa quella recente della nomina a commissario straordinario dell’Asp, nonostante il divieto di legge. Si trovava anche lui lì di passaggio o per caso?

Per i più bravi e studiosi, è consigliato l’approfondimento sulla presenza sempre in quella famosa giunta che deliberò l’acquisto dei terreni di Rocco Agrippo, già condannato in primo grado, e quello di Gesualdo Costantino, intanto diventato sindaco di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) con il simbolo del Pd.

Spero tanto che i professoroni prendano in considerazione questo mio consiglio (chi sono io per dare consigli?). Comunque male che va, metti che non riusciamo a costruire l’università, possiamo sempre ripiegare su una università più alla mano e meno dispendiosa: l’università del “caso”. Che non è quello che noi mettiamo sui maccheroni.

GdD