San Giovanni in Fiore. Istituzioni e diritto alla salute

ISTITUZIONI E DIRITTO ALLA SALUTE

In questi giorni, qui, a San Giovanni in Fiore, è stata presente “la carovana della prevenzione” su iniziativa di Komen Italia, per favorire i controlli per tutte quelle donne che vivono in condizione di disagio economico.

L’iniziativa, qui a San Giovanni in Fiore, è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Associazione “Donne e Diritti” che, ormai da anni, lotta con tenacia e determinazione per garantire il diritto alla salute a TUTTE le donne della comunità.

Ed è qui che entra in gioco una sorta di teoria della relatività.

Mi spiego meglio.

Finché a battersi per la presenza di questa carovana è un’associazione che ha pochi mezzi e nessun potere per far sentire la sua voce, se non il fine della tutela della salute delle donne, l’impresa è da considerarsi degna di apprezzamento.

Ma quando a volersi prendere il merito, sgomitando e cercando di mettere in ombra chi si espone in prima persona per tutelare i più deboli, è un’istituzione che, invece, dovrebbe lottare per garantire la prevenzione contro alcune patologie, non in modo occasionale, con la presenza di un presidio itinerante una tantum, ma in modo permanente, con un ospedale efficiente, per la cui riqualificazione dovrebbe impegnarsi in modo incondizionato, allora questa istituzione non può aspettarsi alcun apprezzamento, perché, anzi, dovrebbe sentirsi mortificata per il fatto di non essere in grado di garantire la tutela alla salute come diritto costituzionalmente previsto, non semplicemente per due o tre giorni, ma per tutti i giorni dell’anno!

Cercare la visibilità personale sfruttando i bisogni della gente, non credo sia una impresa degna di lode.

E la presenza massiccia di gente all’iniziativa, in tempi di pandemia, la dice lunga sulla fame di sanità PUBBLICA che si prova in questa amara terra di Calabria e, nello specifico, di San Giovanni in Fiore!

Noi membri di questa comunità non vogliamo le briciole dei servizi essenziali e non abbiamo neanche bisogno di titoli altisonanti, come quello di membri di una CITTÀ, ma chiediamo a gran voce che ci siano riconosciuti i diritti essenziali per poter vivere serenamente nella suddetta comunità!

Maria Gabriella Militerno