San Giovanni in Fiore, la clinica nell’Abbazia Florense: il patto Pignanelli-Oliverio

Gaetano Pignanelli (in giacca scura)

Qualche giorno fa, pubblicando anche i dati relativi a una interrogazione presentata dai parlamentari Dalila Nesci e Nicola Morra del Movimento Cinque Stelle, siamo tornati ad occuparci dell’incredibile vicenda della casa di riposo (o Rsa o clinica, chiamatela come volete) che si trova tuttora all’interno dell’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore.

Una vicenda tutta sangiovannese, che ha come massimi protagonisti sangiovannesi doc come Gaetano Pignanelli e Mario Oliverio ovvero presidente della Regione e capo di gabinetto. Insomma, una coppia indissolubile.

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C’era un patto tra l’allora presidente della Provincia Mario Oliverio e il dirigente dell’Ufficio legale del Comune di San Giovanni in Fiore Gaetano Pignanelli per far passare, magari con qualche forzatura, il sistema di accreditamento di una clinica (o casa di riposo o Rsa)?

E proprio in forza di questo patto, Pignanelli è diventato uno dei collaboratori più fedeli di Oliverio dal 2007 ad oggi, passando dall’Ufficio legale della Provincia di Cosenza al ruolo di capo di gabinetto della Regione?

LA VICENDA

Gaetano Pignanelli, nella sua qualità di dirigente dell’Ufficio legale del Comune di San Giovanni in Fiore, deve rispondere ai cittadini e alle autorità di un parere (il protocollo n. 14574, dell’8 settembre 2006), con cui la Regione Calabria accreditò la San Vincenzo De’ Paoli srl (originariamente opera di carità) come struttura socio-sanitaria operante in locali comunali all’interno dell’Abbazia Florense, monumento del XIII secolo.

Nel parere, a firma di Pignanelli, è dichiarato il falso: si dice che la De’ Paoli srl esercita l’attività dal 1946 mentre la società esiste soltanto dal 2006. Oltretutto, nel documento non si rileva che i locali in questione sono del municipio.

La diretta conseguenza di questo parere falso di Pignanelli si è tradotta in un grandissimo guadagno per quei privati che gestiscono la clinica, gli imprenditori Antonio Atteritano e Domenico Ferrarelli, entrambi di San Giovanni in Fiore ed entrambi indicati molto vicini al governatore Oliverio. Ferrarelli, poi, è anche uno storico portavoce del presidente della Regione.

Tanto per essere chiari, un accreditamento significa ricevere dalla Regione un contributo di 40 euro al giorno per ogni ospite della casa di riposo sul totale della retta. Insomma, un banco di soldi.

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LA PROPRIETA’ DELLA CLINICA

Atteritano e Ferrarelli, in pratica, hanno acquistato quella che era soltanto un’opera di carità all’interno dell’Abbazia Florense da don Franco Spadafora, ex parroco, condannato nel 2012 per truffa ed appropriazione indebita. Ma l’intrigo ha anche un altro protagonista: Leonardo Bonanno, il vescovo della diocesi di San Marco-Scalea. E, di riflesso, anche l’ex arcivescovo di Cosenza, Salvatore Nunnari.

I nuovi titolari dell’opera di carità, dunque, trasformano l’ospizio in residenza sanitaria convenzionata con la Regione Calabria. Un’altra stranezza consiste nel fatto che la nuova società ha lo stesso nome della precedente opera di carità, “San Vincenzo De’ Paoli”, appunto.

Ancor più strano è l’atteggiamento del Comune, che nel 2007 esprime parere favorevole all’accreditamento della residenza convenzionata e successivamente fa causa sia alla Curia sia alla società privata.

Nell’esprimere parere favorevole, il dirigente dell’Ufficio legale Attività produttive del Comune, Gaetano Pignanelli, scrive che la società esercita la sua attività dal 1946… Ovviamente non è così. L’atto costitutivo include infatti la stessa data della scrittura privata: 23 maggio 2006. Il documento riporta, quindi, dati falsi.

La San Vincenzo De’ Paoli srl è, in maggioranza, della famiglia Atteritano. Antonio è il rappresentante legale. Nel tempo libero fa anche il presidente di una società sportiva che vinse una gara della Provincia di Cosenza per la gestione del palazzo comunale dello sport di San Giovanni. La procedura, per quanto a bandire dovesse essere il Comune di San Giovanni in Fiore, proprietario della struttura. fu ratificata dal commissario prefettizio Maria Carolina Ippolito, a ridosso delle elezioni del 2011.

La fisiologia è identica alla vicenda della casa di riposo: la proprietà, dei locali di cura o del palazzo, è una sorta di entità deducibile e protettiva in un tempo. Il possesso (da parte di Atteritano) è una garanzia, in entrambe le situazioni. Perchè la giustizia ha tempi biblici e, comunque, tutti sono convinti che, nel dubbio, è meglio condurre delle attività: dai viceprefetti ai giuristi, dai vescovi ai deputati, da Mario Oliverio (sputa che ci indovini!) a Franco Laratta.