Cosenza, sanità “legale”: un magna magna per il Cinghiale, Paolini e “affiliati”. Storia del bilancio Asp 2014

Questa è una storia emblematica di come vanno le cose nella sanità calabrese, ma cosentina in particolare. Si tratta della storia di un bilancio, quello del 2014, che riflette perfettamente quelli passati e quelli successivi. L’ultimo “regolarmente” (si fa per dire…) approvato e dopo il quale nessuno si è preso la responsabilità di mettere la sua firma. Vi leggerete nomi e cognomi già tristemente noti all’opinione pubblica e vi renderete conto di come sguazzano impunemente in questo pantano. Sulla pelle dei cittadini. Senza vergogna. Le Asp di Catanzaro e Reggio sono state sciolte per mafia ma quella di Cosenza no. Secondo voi, perché? 

STORIA DI UNA PAPPATOIA… INFINITA

A seguito della bocciatura del bilancio 2014 dell’ASP di Cosenza da parte dell’ormai ex commissario Scura è necessario analizzare le gravi criticità che hanno determinato la bocciatura stessa. Dalle quali emergono i soliti interessi inconfessabili dei papponi della politica cosentina e dei loro affiliati. 

In primo luogo è bene ricordare che la responsabilità della gestione dell’ASP per il 2014 è stata esclusivamente del dott. Gianfranco Scarpelli (quello della celeberrima piazza), condannato in primo grado a due anni di reclusione nel processo della sanità “Consulenze d’oro” (poi salvato dalla massomafia) e artefice anche dell’operazione “Falsi precari”, il quale nonostante sia stato, nel 2014, temporaneamente interdetto dai pubblici uffici dalla Autorità Giudiziaria e successivamente revocato dall’incarico di direttore generale dal Generale Pezzi, per gravi motivi proprio derivanti dalla interdizione, ha mantenuto la responsabilità della gestione aziendale fino al giorno dopo le elezioni regionali e cioè il 24 novembre 2014.

scarpelli1 Individuato quindi il responsabile della gestione dell’ASP, esercizio 2014, si rileva una gestione economica e finanziaria disastrosa e – se non fosse un’azienda pubblica – certamente fallimentare, infatti dagli atti pubblicati emerge che il bilancio 2014, nonostante con deliberazione n. 1619 del 9 settembre 2015 sia stato riformulato dall’Asp sulla base delle direttive impartite dalla Regione Calabria, non ha eliminato le gravi criticità, tali da non essere approvato.

Analizzando alcuni dati si rileva una situazione davvero assurda.

Partiamo dal primo dato fondamentale: nel 2014 la quota del fondo sanitario regionale assegnata all’ASP di Cosenza è aumentata di € 250 milioni 457mila euro rispetto al 2013, quindi l’azienda riceve un importo complessivo pari a € 1 milione 165mila e nonostante ciò il paradosso consiste nel chiudere il bilancio 2014 con una perdita di esercizio pari a € 27 milioni 266mila, a fronte di un bilancio preventivo redatto sempre da Scarpelli e approvato dalla Regione, che prevedeva entrate (dal Fondo del servizio sanitario) pari a € 915.340.000,00 ed un risultato di esercizio in pareggio.

Quindi è sin troppo evidente che il bilancio 2014 relativo alla gestione Scarpelli, senza l’incremento di carattere straordinario e non strutturale del fondo sanitario di circa 250 milioni di euro sopra indicato, avrebbe determinato una perdita netta di esercizio pari a € 277milioni 723mila euro, un valore oltre il 30% dei fondi assegnati dalla Regione, sulla base dei quali il DG Scarpelli aveva previsto di chiudere il bilancio in pareggio, una gestione assolutamente fallimentare.

A fronte di quanto fin qui rilevato dal bilancio 2014, emerge in modo inequivocabile che:

  • sono aumentati gli sprechi, in particolare le voci di acquisizione beni e servizi, a titolo di esempio aumentano le voci dei servizi non sanitari quali: lavanderia con aumento del 5% per un importo annuo di oltre 2 milioni 250mila euro – Pulizia con un aumento del 7% per un importo annuo di quasi 8 milioni – .manutenzione e riparazioni auto aziendali con un aumento di oltre il 30% rispetto all’anno precedente, per un importo annuo pari a 853.054,00 (vero scandalo!) – Consulenze, collaborazioni, altre prestazioni di lavoro non sanitarie con un aumento del 11%;

Questo è il regno di Ponzio, Filippelli e Marchese, tre dei maggiori colonnelli del Cinghiale, che, come tutti sanno, sovrintende alla pappatoia ormai dalla notte dei tempi.

Il Cinghialotto

Lavanderia e pulizia sono stati per oltre 10 anni i perni della filosofia della cooperativa Seatt, dalla quale sono passati beni, servizi e cristiani di tutte le specie. La Seatt si appoggiava alla ditta di Raffaele Filippelli, altro elemento di spicco della banda del Cinghiale, che supervisionava e partecipava agli appalti.

Ma il baronetto è Michele Marchese, il leggendario responsabile della Manutenzione, che macina soldi a ritmi impressionanti e senza alcun ostacolo: gli hanno aumentato le cifre senza fare nessuna gara!

I PAPPONI DEGLI STUDI LEGALI

Aumenta l’entità del contenzioso legale, lo stesso non viene correttamente determinato dall’ufficio legale e genera anno per anno sopravvenienze passive, cioè ulteriori perdite non preventivate, a titolo di esempio troviamo le transazioni per diverse decine di milioni di euro con SIFIN e Farmafactoring, quest’ultima firmata da Scarpelli nel 2014, nonostante tutto ciò rimane ancora ad oggi, nella carica di Direttore dell’Unità Operativa Complessa Affari Legali, l’avvocato Giovanni Lauricella, coimputato con Scarpelli nello stesso processo penale “Consulenze d’oro” all’ASP.

Altro capitolo è rappresentato dalle spese legali fuori controllo che costano all’ente oltre due milioni di euro l’anno e che interessano un gruppo molto ristretto di avvocati incaricati della difesa dell’Asp che soccombe ad oggi in ogni lodo arbitrale.

Fatto interessante è che anche gli arbitri nominati dall’Asp nei numerosi collegi sono sempre gli stessi: avv. Nicola Gaetano, avv. Enzo Paolini, avv. Oreste Morcavallo, avv. Angelo Carmona, avv. Domenico Giugni, avv. Nicola Abele.

Cosenza-AspTra questi emerge l’avv. Nicola Gaetano che, nel giro di due anni ha  incassato un corrispettivo per parcelle professionali di ben oltre 900.000,00, euro in aggiunta a tutti gli altri incarichi di difesa che lo stesso ha ottenuto e che matureranno per un importo quasi analogo a quello sopra riportato.

A tale proposito, si rileva che a settembre 2012 sono state liquidate dall’Asp somme pari ad €. 850.000,00 a titolo di interessi a seguito di atto transattivo tra il direttore generale Scarpelli e le case di cura ricorrenti. Tale atto transattivo è stato fortemente e formalmente contestato dal sub-commissario, generale Pezzi, che ha bloccato il pagamento dell’importo da parte della BDE, a titolo di sorte capitale, stabilito dal lodo arbitrale a favore delle case di cura ricorrenti (Madonnina, Sacro Cuore, Villa del Sole). Quale la necessità e l’urgenza da parte del direttore generale Scarpelli a procedere alla sottoscrizione dell’atto transattivo ed alla immediata liquidazione dell’importo relativo agli interessi, ancora prima di accertare la legittimità dell’atto da parte della BDE?

Recentemente invece, il Tribunale di Cosenza ha dato via libera a un bellissimo lodo arbitrale, del quale abbiamo dato notizia qualche tempo fa, da 16 milioni di euro per 11 cliniche cosentine che si riferiva ai periodici e strategici sforamenti.L’avvocato Paolini, grazie alla sua magica convenzione del 25% si è beccato circa 5 milioni di cucuzze, esclusa la sua mediazione per il fondo inglese (la Svizzera era stata troppo sputtanata) e i 70mila euro per il “disturbo”.

E non è certo il primo che ha messo a segno Paolini, il quale ormai viaggia al ritmo di almeno un superlodo all’anno.

Angelo Carmona non è il centrocampista dell’Atalanta ma un docente di diritto penale alla LUISS. Il docente che aveva come assistente Andrea Gentile, il figlio del Cinghiale. 
È lui il protagonista degli altri arbitrati milionari registrati durante il periodo di gestione di Gianfranco mozzarellone Scarpelli. 
Lui ed Enzo Paolini. Perché Paolini e Gentile sono in sintonia da una vita sotto questi aspetti.
 Interventi “chirurgici”, precisi, con tante cliniche che ne hanno beneficiato e avvocati e dirigenti che si sono costruiti una posizione economica.

Così aumentano la loro ricchezza questi signori della politica sanitaria. Con i nostri soldi. Quelli della sanità che dovevano servire a curare i nostri anziani, i malati mentali, i portatori di handicap. E qualcuno continua a dire che questi avvocati sono persone serie. Sì, serissimi, ma solo per i loro affari. Altro che bene comune!

E questi sono solo alcuni esempi dello sperpero economico –finanziario.

Una considerazione aggiuntiva riguarda poi gli organismi di controllo, i quali non hanno sicuramente esercitato correttamente le proprie funzioni, a partire dal collegio Sindacale Asp che avrebbe dovuto promuovere ogni azione utile ad impedire la rappresentazioni di voci di bilancio non veritiere, una per tutte la voce dei crediti verso altri di oltre 32 milioni di euro, non meglio specificati neanche in nota integrativa, al netto del credito ADIFIN (sarebbe la società fondata da alcuni colletti bianchi della politica cosentina tra i quali lo studio Di Donna e il gioielliere Allegrini, che vendettero i terreni sui quali doveva sorgere il Palazzo della Sanità a Tonino Gatto, il re della Despar), che a conferma della non veridicità dei dati riportati, risulta ancora un credito da incassare.

Anche l’Ufficio del Commissario per il Piano di Rientro ha le sue responsabilità sul mancato controllo della gestione ASP, in particolare la società KPMG, che costa alla Regione Calabria oltre 2 milioni di euro l’anno, avrebbe dovuto coadiuvare l’ex Commissario Pezzi ed il suo vice Urbani proprio sul controllo contabile delle aziende sanitarie.

Il commissario Scura
Il commissario Scura

Pertanto a seguito della situazione venutasi a creare, come da scontatissimo copione, nessuna azione è stata adottata dall’ex Commissario Scura nei confronti dell’ex direttore generale Scarpelli, sia in termini di eventuali responsabilità penali, che in termini di danni erariali…

Che i bilanci fossero truccati era ben a conoscenza sia del generale Pezzi che di Urbani (il braccio destro di Scura), i quali non potevano fare nulla perché il Cinghiale doveva proteggere il Salumiere ovvero Scarpelli. Ma è mai possibile che dobbiamo chiudere sempre gli occhi soltanto perché c’è un Cinghiale intoccabile che deve far mangiare i suoi fetidi alleati?