Sanità buco nero della Calabria. Gli affari di Luca Morrone e Cascini sulla linea Milano-Cosenza

di Stefano Vergine

Fonte: Il Fatto Quotidiano

C’è più di una Procura calabrese che in questo momento sta indagando sul business della cartolarizzazione dei crediti sanitari. Al centro delle inchieste, secondo quanto ricostruito dal Fatto, c’è il mercato nato per speculare sul bilancio sanitario della regione più disastrata d’Italia: 1,1 miliardi di euro di debiti, secondo l’ultima relazione della Corte dei Conti. Debiti orientati dalla sanità pubblica calabrese non per pagare medici o infermieri, che oggi servirebbero come non mai, ma per remunerare qualche decina di aziende private. L’inchiesta è eseguita da diverse procure, perché il mercato sarebbe stato lo stesso in varie province. Cosenza è il mercato più fiorente. La Asp locale è tra le più malmesse delle aziende sanitarie della Regione, con 361 milioni di debiti nei confronti di un pugno di cliniche e residenze per anzianl: due delle quali in mano a non esponenti potenti locali.

Il cuore dell’affare sta nei bond sanitari. Le indagini giudiziarie faranno il loro corso, ma per ora quello che è certo è il sistema che negli ultimi anni ha portato in Calabria decine di società finanziarie milanesi per accaparrarsi pazzi di debito sanitario. Milioni di euro di fatture emerse da cliniche private nei confronti delle varie Asp regionali sono state vendute a queste società finanziarie, che le hanno impacchettate in bond da vendere sul mercato. Il problema è che adesso alcune di queste fatture non si trovano più. E siccome sono queste le pezze d’appoggio su cui basano il loro valore i bond, il problema potrebbe creare parecchi danni. E’ il caso degli 8,3 milioni di ricevute che una di queste società finanziarie, la Tocal Spv Srl di Milano, ha acquistato dalla Casa di Cura Tricarico, di proprietà dell’omonima famiglia calabrese.. Lo scorso agosto Tocal ha chiesto alla Asp di Cosenza di pagare quelle fatture insolute, ma alla Asp dicono che le carte non sono registrate in contabilità.

QUALCOSA NON TORNA alla Casa di Cura Tricarico, clinica privata cosentina nel frattempo fallita e con i vertici condannati poche ore fa dalla Provincia di Paola per bancarotta fraudolenta. Negli anni scorsi la struttura ha finanziato alcuni esponenti politici: 5mila euro nel 2013 regolarmente versati alla deputata calabrese del Pd, Enza Bruno Bossio. Inopportuno ricevere denaro da un’azienda che dipendeva da contributi pubblici? No, ci ha risposto la parlamentare dem in una lunga e-mail.

Non abbiamo invece ricevuto alcun commento da due politici che con i bond sanitari hanno fatto affari la prima persona. Luca Morrone, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, è azionista insieme ad alcuni suoi familiari della San Bartolo Srl, gruppo che comprende una casa di cura, un centro di riabilitazione e una residenza per anziani. Un documento interno della Asp di Cosenza racconta che la clinica della famiglia Morrone lo scorso 15 settembre ha ceduto crediti alla milanese Astrea Quattro Spv Sel per 373mila euro. Il rappresentante di Fratelli d’Italia non ci ha fatto sapere se il suo gruppo vanti ancora crediti nei confronti della Asp di Cosenza o li abbia già venduti tutti. Di certo anche la San Bartolo non se la passa bene: nell’ultimo bilancio scrive di aver rimandando a dopo l’emergenza Covid il concordato preventivo.

Ma nel business del bond sanitari c’è anche Vincenzo Cascini, sindaco di Belvedere Marittimo (Cosenza) eletto con una lista civica di centrodestra, che ha appena incassato parecchi soldi da una società specializzata in cartolarizzazioni. La Casa di Cura Cascini, di cui il sindaco è consigliere d’amministrazione e azionista di maggioranza (benché le quote siano in usufrutto a una parente), il 12 agosto ha venduto 54mila euro di crediti vantati nei confronti della Asp di Cosenza alla Argo Spv Srl. Una delle tante società che hanno fatto affari in Calabria negli ultimi anni con i crediti incagliati. Anche questa con sede a Milano, in via Prospero 4. Gli stessi uffici della Astrea Quattro Spv, quella che ha acquistato i crediti dalla clinica di Morrone e anche della Tocal Spv, quella delle fatture per 8,3 milioni di euro che non si trovano più. Segno che sulla linea Milano-Cosenza il business del bond sanitari, seppur con qualche intoppo, tira ancora tanti utili.