Sanità, Nuclei di cure primarie: un affare da 2,5 milioni

Tonino Gentile e Gianfranco Scarpelli

Le vicende legate alla gestione della sanità cosentina fanno emergere un verminaio di interessi sporchi e di commistioni con la malapolitica. Oggi, sollecitati da molti lettori, ci interessiamo dei famigerati NCP (Nuclei di cure primarie) dell’Asp di Cosenza.

Che cosa sono? Una macchina mangia soldi, un vero e proprio spreco di denaro pubblico messo in piedi dall’ex direttore generale Gianfranco Scarpelli.

I Nuclei di cure primarie oggi sono molto discussi per i pochi (se non nessuno) risultati ottenuti e sono difesi solo dai medici che ne fanno parte.

Partoriti per abbattere le liste di attesa e fare filtro all’ospedale dell’Annunziata, in realtà, nei numeri, hanno clamorosamente fallito tutti i loro obiettivi e i soli a guadagnarci sono i medici (tutti impegnati in politica e vicini a Tonino Gentile) che si dividono una torta di circa 2.5 milioni di euro ogni anno.

All’interno dei NCP, poi, i medici dell’Asp cosentina fanno studio privato con sfacciataggine e disinvoltura, ricevono i propri assistiti gonfiando le prestazioni e qui hanno pure trovato il modo di assumere i propri figli e fratelli come amministrativi.

Non è difficile verificare (e presto lo faremo, documenti alla mano) come il personale amministrativo porti quasi sempre lo stesso cognome dei medici.

Il tutto alla faccia dei contribuenti e di quanti emigrano per un posto di lavoro.

A coordinare il tutto un altro degli uomini ombra del senatore Gentile all’Asp di Cosenza, che finalmente abbiamo il piacere di “presentare” ai cosentini. Per quanto sia famosissimo nel suo ambiente. Si tratta del dottore Antonio Perri, ai più noto come l’estensore e firmatario delle lettere di assunzione dei 133 “precari” per chiamata diretta, ancora non inquadrati e non pagati. Una triste storia di clientele e di appartenenze che abbiamo già raccontato e sulla quale ritorneremo.

Ma questa è un’altra storia degna di attenzione. Anche perché, tra pochi giorni, l’Asp di Cosenza dovrà decidere se prolungare o meno questa iniziativa molto remunerativa per i soliti amici degli amici. Scommettiamo che si andrà avanti? La parola d’ordine era e resta una sola: la cricca del senatore deve continuare a guadagnare sulle spalle della gente.