Sardine, che scivolone: in visita da Benetton

di Sarah Buono

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Un incontro conoscitivo dentro “Fabrica, il centro di sovversione culturale, un confronto molto stimolante” tra le Sardine e i talenti del futuro, quelli scelti da Oliviero Toscani e Luciano Benetton. Sì, proprio uno dei capostipiti della famiglia che controlla Autostrade per l’Italia e che da mesi è in guerra col governo per evitare la revoca della concessione.

Cosa c’entrano le Sardine con l’imprenditore veneto che solo due mesi fa ha scaricato tutta la tragedia del ponte Morandi sulle spalle dei vecchi manager? “Non siamo andati a prendere un caffè con Luciano e Oliviero, siamo andati a incontrare i creativi che frequentano il centro di formazione, il nostro è stato un pomeriggio di arte e cultura, solo questo”, replicano dal movimento. Anche se una nota recita: “I 4 fondatori hanno incontrato Oliviero Toscani e Luciano Benetton presso Fabrica, il centro di sovversione culturale da loro fondato a Treviso”. Nessuna voglia di polemica da parte dei quattro bolognesi Mattia Santori, Giulia Trappoloni, Andrea Garreffa e Roberto Morotti, ma sui social – dove gira anche la foto dell’incontro tra i sorrisi – sono in tanti a descrivere l’appuntamento come uno scivolone del movimento.

Fabrica è uno spazio fondato dal fotografo e dall’imprenditore veneto per “accogliere i ragazzi di talento che sperimentano la comunicazione”. Il perfetto ritratto delle Sardine che hanno ribaltato la campagna elettorale di Matteo Salvini in Emilia-Romagna, costringendolo a rinunciare a diverse piazze per paura di incontrare la protesta. “L’idea alla base dell’incontro era di farci conoscere e confrontare con gli studenti di Fabrica, alcuni di loro avevano già partecipato alle nostre iniziative. È stato davvero uno scambio culturale e artistico molto ricco, rimarremo in contatto e ci siamo detti che ci rivedremo nel futuro, magari può nascere qualcosa”, spiegano dal movimento. Toscani è stato il vero spin-doctor dell’incontro: “Ci ha chiesto come stessimo vivendo questo periodo, è stato curioso, ha voluto conoscerci ma voleva soprattutto farci parlare con gli studenti, altrimenti saremmo andati a prenderci un caffè solo con lui”. Di fronte o meno all’opportunità della presenza, e dell’attinenza, di Luciano Benetton, le Sardine precisano solo che c’era in qualità di fondatore di Fabrica. Il dubbio che l’imprenditore trevigiano abbia approfittato della loro popolarità è legittimo considerando che da tempo non compariva sui media.

L’ultima volta lo ha fatto per iscritto il 1º dicembre scorso, quando inviò ai quotidiani una lettera auto-assolutoria sul ruolo della famiglia nella gestione di Autostrade. La tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova nel quale hanno perso la vita 43 persone veniva scaricata sui manager, definiti “qualche mela marcia”, glissando sul fatto che quella gestione ha permesso ad Autostrade per l’Italia di versare in dieci anni 6 miliardi di dividendi alla controllante Atlantia, la holding a sua volta controllata al 30% dai Benetton. “Ci assumiamo la responsabilità di aver contribuito ad avallare la definizione di un management che si è dimostrato non idoneo” fu l’unica ammissione della lettera di Luciano Benetton. Pochi giorni prima, si dimetteva dal comitato scientifico della fondazione omonima, sempre a Treviso, Massimo Venturi Feriolo in disaccordo con la gestione da parte della famiglia del contenzioso con le popolazioni indigene dei Mapuche. Ci sono 900 mila ettari in Patagonia che gli indios rivendicano, acquistati dai Benetton per 50 milioni.