Saverio Greco e Raffaele De Marco: padroni e digos sempre a braccetto

Ma è mai possibile che a Cosenza basti essere ricchi e potenti per avere sempre “ragione” anche quando la ragione sta palesemente da un’altra parte? Qualcuno dirà: sai la novità! Da che mondo è mondo è sempre stato così, si sa: “La ragione del migliore è sempre la più forte”. Ma la singolarità di questo riconosciuto e universale concetto, a Cosenza, sta tutta nel fatto che l’arcaica struttura di potere, ideata per rigenerare sempre se stesso, è rimasta intatta, da un punto di vista “estetico/culturale”, a quella di secoli fa.

Se nel resto del mondo l’idealtipo del “migliore” che deve avere sempre ragione, si è evoluto, il che non riduce certo la pericolosità sociale, a Cosenza tale figura è rimasta la stessa persona rozza, incolta, prepotente e ignorante, dedita al malaffare, al pari del suo “collega” vissuto nel Medio Evo. Sia chiaro: il confronto serve solo ad evidenziare, come farebbe un improbabile “esteta del brutto” che “l’emancipazione culturale da antiche logiche tribali”, così come il progresso economico e sociale, a queste latitudini, faticano ad arrivare, un prepotente colto o ignorante, resta volgarmente tale. Come a dire: anche “nell’estetica” dei personaggi del malaffare siamo arretrati. Una amara ironia.

A Cosenza se hai la possibilità di elargire bustarelle, regalie, e vacanze a vigna, per le istituzioni cittadine, abitate e dirette per lo più da grotteschi personaggi disposti a tutto pur di mantenere la loro grassa e sudicia opulenza, fai parte senzadubbiamente della “categoria dei migliori” che ha sempre ragione, anche quando ha torto. E poco vale la consolazione, in questo caso, che la ragione è dei fessi, se il torto appartiene sempre a tutti gli altri. Passare per fessi ed avere, in ogni occasione di disputa, sempre ragione, è un danno collaterale accettabile per chi ha loschi interessi da curare. Specie se avere “ragione” significa avere in mano la giusta chiave che apre tutte le stanze del potere istituzionale. Con la persona giusta, al posto istituzionale giusto, disposta sempre a darti ragione, anche e soprattutto quando hai torto, saccheggiare diventa un gioco da ragazzi. Passare per fessi, in questo caso, vale la candela.

Va da se che se hai dalla tua i vertici delle istituzioni che rappresentano il potere dello stato localmente, a cominciare dal Comune, passando per la procura, la questura, i carabinieri, la prefettura, e i dirigenti di tutti gli enti pubblici di ogni ordine e grado, qualsiasi tipologia di losco affare diventa possibile. Ogni controversia, magari “aizzata” da chi rifiuta l’esagerato malaffare che circola in questa città, a Cosenza, quando “l’offeso” è il rozzo e ricco (non si sa come) potente, finisce sempre allo stesso modo: o ti minaccia la malavita, o ti minacciano le Istituzioni, o tutte e due insieme, che è poi il tragico sodalizio che vige da queste parti. Diceva il buon Giulio Andreotti: non è importante sapere se hai ragione oppure no, l’importante è trovare sempre qualcuno che te la dia. E a Cosenza non mancano certo le persone disposte a vendere “ragione” a chi è disposto a pagarla al giusto prezzo.

Ad esempio: sei un politico che ruba e ti serve avere ragione in tribunale? Paghi il giudice, e vai col liscio. Hai problemi con i sindacalisti che ficcano il naso nelle tue aziende? Non c’è problema, ci pensano gli amici della digos! C’è qualcuno che parla troppo, e fa anche nomi e cognomi degli amici degli amici intrallazzati in ogni dove, e va fermato? Tranquillo, una bella vagonata di fango dei servizi segreti, e il problema è risolto! Ti serve un appalto pubblico per riciclare un po’ di denaro, e non sai come fare? Basta andare dal tabaccaio e comprare un po’ di bustarelle vuote, attingere ai fondi neri, farcirle bene, e farne generoso e cortese regalo a politici, dirigenti pubblici, e controllori vari, e ogni desiderio di appalto, diventa un ordine. Sulla tua ditta grava una interdittiva antimafia, e non riesci a rubare più nella pubblica amministrazione? Con un bel pacchetto vacanza, qualche cena elegante, un cambio gomme all’auto e un po’ di orologi, l’ingiusta diffamazione sparisce.

A meglio rappresentare la rozzezza, la prepotenza, l’ignoranza del potere arrogante che non ammette “proteste”, Saverio Greco, del gruppo iGreco, baroni incontrastati della sanità privata, che come si sa, in Calabria è la gallina dalle uova d’oro. E lo abbiamo ampiamente visto tutti nell’atteggiamento mafioso, minacciare i lavoratori licenziati. Così come non si è preoccupato di esibire le sue conclamate amicizie in procura che non esiterà ad usare contro il sindacalista che rompe più del dovuto. Ma soprattutto Saverio, proprio a conferma di quello che abbiamo scritto, ha subito trovato qualcuno che operativamente gli dà una mano a tenere lontano i “molestatori” di affari sporchi: il dirigente della digos Raffaele De Marco. Una coppia che conferma una tradizione tutta cosentina: la digos e i padroni vanno sempre a braccetto. Il vicequestore, come tradizione vuole, si è reso subito disponibile nel dare ragione su tutti i fronti all’imprenditore Saverio, adoperandosi, come non mai, in una serrata indagine per scoprire ci sta dietro il sindacalista che ha osato sfidarli. Per De Marco la ragione è de iGreco a  prescindere, e hanno fatto bene a licenziare 51 dipendenti, e questo, come tutti sanno, solo per mero profitto. Ed è per questo che il sindacalista va perseguito e perseguitato giudiziariamente: con la sua azione fuori dalla Legge, non permette a iGreco di esercitare il loro sacrosanto diritto di speculare sulle disgrazie della gente, e quindi alla città di progredire. Il sindacalista va fermato. E’ questo l’unico lavoro di De Marco. Confermare la ragione de iGreco il suo unico scopo.

Quali sono, nello specifico, i vantaggi per entrambi di questo scontato connubio non è dato sapere: riverenza patronale, appartenenza geografica, simpatia reciproca, devozione allo sviluppo, senso del dovere, sincera adesione neoliberismo, una cosa è certa però, di sicuro De Marco, conoscendo il suo l’opportunismo carrieristico, si sarà ispirato a questa massima: “Non si sa mai chi ha ragione, ma bisogna sempre sapere a chi conviene darla”. E De Marco, sin da subito, ha scelto di darla, la ragione, a Saverio Greco, senza mai porsi il minimo dubbio da ufficiale di polizia qual è che la ragione, se non accompagnata dal “giusto”, resta un privilegio per ricchi, potenti e massomafiosi. Un argomento che approfondiremo senz’altro!