Scandalo Eni, i veleni a Bisignano e il caso Consuleco: “Basta rifiuti e corruzione”

Uno dei passaggi più importanti del filone dell’inchiesta “Tempa rossa” coinvolge la Calabria. Parliamo dello scandalo che ha travolto il ministro Guidi e ha fatto barcollare la Boschi. La Calabria è toccata da “Tempa Rossa” per questioni di… rifiuti. Soldi, tanti soldi.

Veleni che partivano dal Centro Oli, impianto Cova, di Viggiano e facevano due viaggi importanti in Calabria. È successo a Gioia Tauro (con la Iam) e a Bisignano, nel depuratore della Consuleco (il cui legale rappresentante, Vincenzo Morise, è indagato al pari di Fragomeni e ieri, dopo quasi quattro anni – !!! – è stato indagato dal porto delle nebbie di Cosenza). La Procura di Potenza indagava su due anni, il 2013 e il 2014, nel corso dei quali migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi sono arrivate nei due impianti calabresi che non avevano i mezzi per trattarle. Si trattava di 28mila tonnellate giunte a Gioia Tauro e circa 3.200 iniettate nel depuratore (e nell’ambiente) a Bisignano. Il 5 Marzo 2016 avevamo pubblicato questa lettera che in pratica confermava tutto quello che sta emergendo. 

Egregio signor Direttore, le scrivo in merito alla vicenda che vede coinvolti  41 dipendenti della società che si occupa della depurazione e del trattamento delle acque Consuleco s.r.l. con sede a Bisignano (CS), i quali, informati dall’azienda che ha aperto la procedura di licenziamento collettivo, hanno proclamato lo stato di agitazione occupando il Comune di Bisignano, o meglio hanno invaso il piazzale antistante con i numerosi Tir che ogni giorno sversano tonnellate di percolato, fanghi delle lavorazioni industriali e degli idrocarburi in un’impianto nato come depuratore comunale quindi con funzioni di depurazione degli scarichi fognari della collettività bisignanese.

Si tratta di una grave emergenza occupazionale specialmente in un territorio dove la disoccupazione giovanile e non è ai massimi storici, ma l’emergenza è anche  ambientale, e non è per niente da sottovalutare specialmente nel contesto in cui viviamo.

Nel libro “Dalla Magna Grecia e delle Tre Calabrie” del 1845 Nicola Leoni descrive Bisignano così…

“…la città e celebrata per le bellissime razze di cavalli. Ampio fertilissimo n’è i territorio che si distende in vallate, in aprici colli deliziosi, piantati di ulivi, di viti, di gelsi, e di tutta la numerosa famiglia dell’ubertose piante, irrigato da limpidissimi rivi…”.

Purtroppo quei limpidissimi rivi sono ormai un ricordo impresso con l’inchiostro indelebile su un foglio di carta, la realtà è un’altra.

Da molto tempo infatti si è insediata nel nostro Comune la società Consuleco che ha gestito incaricata dalle diverse amministrazioni comunali che si sono avvicendate negli anni la depurazione delle acque. Ma se all’inizio l’organico era di poche maestranze, alla data odierna è cresciuto fino a contare le 50 unità, come pure è cresciuto il viavai (specie nelle ore notturne) di Tir cisterna che trasportavano e trasportano nella nostra città ogni sorta di VELENO che ufficialmente dovrebbe trattare, ma che è acclamato sversare senza alcun trattamento inquinando le acque del fiume Mucone affluente del Crati che sfocia nel mar Jonio. Propagando quindi lo stesso inquinamento non solo ai prodotti orticoli della valle del Crati ma anche agli agrumi ed a tutti i prodotti della piana di Sibari che con quell’acqua vengono irrigati, per non parlare della catena alimentare marina del ricco e pescoso mar Jonio.

Sono cresciuti pure i patrimoni dei responsabili dell’azienda che trafficano rifiuti pericolosi e nocivi nonostante l’interessamento del procuratore aggiunto Domenico Airoma allora presso la procura della Repubblica di Cosenza, sono stati attenzionati dalla popolazione residente anche tramite un comitato ecologista tutti gli organi competenti in materia dello Stato Italiano, dall’Arpacal all’Asp, dal NOE dei Carabinieri al Corpo Forestale, dalla Provincia, Regione e persino in parlamento con un’interrogazione parlamentare di cui allego il link: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=480394 

I risultati?

Nessun risultato concreto ottenuto, a parte la rivolta della popolazione che si è opposta giustamente alla costruzione di una piattaforma tecnologica per il trattamento dei rifiuti differenziati in un territorio ad alta vocazione agricola deturpato già negli anni da una pseudo zona industriale gestita dal Consorzio ASI di Cosenza mai decollata ed oggetto di indagini della Guardia di Finanza che ha portato al rinvio a giudizio dei vertici politici che utilizzavano l’Ente come una sorta di bancomat per ogni evenienza.http://www.poolinquinamento.it/xml/2015/3/17/3n3wmj/3n3wmj.pdf

Ma questo è un altro capitolo. Il futuro della depurazione cratense?

Il futuro della depurazione cratense è stato affidato dalla attuale amministrazione comunale alla società Smeco Lazio s.r.l. tramite l’ordinanza di cui allego il link: http://www.bisinews.it/images/documenti/ordinanza3.pdf

Ma chi è Smeco Lazio s.r.l.? Già finiti in una bufera giudiziaria per reati ambientali nel Tirreno cosentino con 27 comuni della riviera costituiti parte civile nel processo omonimo di cui allego il link: http://www.poolinquinamento.it/xml/2015/3/17/3n3wmj/3n3wmj.pdf

Dalla padella alla brace quindi… Ma come mai nessuno ha vigilato?

Semplice: operazione immagine, la Consuleco negli anni non è più vista dalla popolazione bisignanese come il nemico da abbattere in quanto sfama 50 famiglie e per questo si è disposti a chiudere un’occhio e talvolta anche due, poi si è adoperata nella sponsorizzazione della locale squadra di volley molto a cuore alla cittadinanza denominata oggi “Volley Consuleco” ed il gioco è fatto specie in una città dove è nato e vissuto il secondo Santo di Calabria si è molti disposti a perdonare i peccatori.

Potrebbe esistere anche un sistema di corruttele che vedrebbe come attori qualche amministratore comunale che in passato ha protestato in pubblica strada sdraiandosi a terra per impedire il passaggio ai mezzi della Consuleco che conferivano i rifiuti in un’impianto poi dismesso perché troppo vicino all’abitazione dello stesso e la ditta aggiudicataria, ma che poi ha cambiato rotta consentendo prosperità e crescita alla stessa.

Alla cittadinanza bisignanese voglio chiedere: fino a quando si è disposti a vendersi al miglior offerente?

I licenziamenti annunciati dimostrano che queste società non garantiscono continuità e sviluppo e crescita occupazionale ma semplicemente vi “cacciano a calci in culo quando e come vogliono”.

E a noi cosa resta? Resta l’inquinamento di una delle più floride aree agricole della regione, restano le vittime di una epidemia tumorale che sta falcidiando la popolazione con morti premature in ascesa che ormai addolorano ogni nucleo familiare (nel mio nucleo familiare composto da 5 elementi due decessi in giovane età per neoplasie cerebrali e del pancreas).

Vale la pena riflettere ed agire!

In conclusione, penso che si dovrebbe invertire la rotta, puntare sulle coltivazioni biologiche,  il compostaggio dei rifiuti organici, le energie rinnovabili, nella riscoperta e valorizzazione della varietà autoctone di flora e fauna, attraverso consorzi di tutela, valorizzazione dei prodotti di nicchia, investire nel turismo rurale e religioso vista anche la presenza del Santuario di Sant’Umile, creare nel borgo storico una rete di alberghi diffusi e di piccole attività di ristoro tipiche considerando che per questo la comunità europea ci ha destinato fior fiore di quattrini.

BASTA RIFIUTI, BASTA MALCOSTUME E CORRUZIONE!!!

Cordialmente

Lettera firmata