Serie B. La cultura sportiva che non c’è e il Guarascio che pensa solo ai suoi interessi

La cultura sportiva che non c’è

dalla pagina FB di Rocco Calandruccio, giornalista sportivo

È tempo di primi verdetti e obiettivi da dover raggiungere. Come si sa, nessuno ci sta a perdere, molto più facile individuare alibi e colpevoli per giustificare gli errori commessi nel corso di un’intera stagione. Alcuni presidenti sono maestri in questo, dimostrando di essere totalmente privi di cultura sportiva. Quanto ci mancano quei presidenti vulcanici e passionali, ma decisamente più onesti intellettualmente rispetto a quelli di oggi, massimi esponenti di un calcio moderno senza sentimento e sempre più lontano dalla gente. Le dichiarazioni rilasciate tempo fa da Massimo Cellino (presidente Brescia), passando da Joe Tacopina (presidente Spal ) e finendo a Eugenio Guarascio (presidente Cosenza), ci fanno capire come il calcio italiano difficilmente può sperare in un radicale cambiamento.

Le scelte scellerate di Cellino e Tacopina, che hanno rispettivamente compromesso la salvezza del Brescia e la retrocessione della Spal in Lega Pro trovano manforte nelle dichiarazioni di Eugenio Guarascio, il quale propone una Serie B a 22 squadre. La proposta da parte del presidente del Cosenza, non ha come scopo quello di migliorare il sistema del nostro calcio, bensì di guardare soltanto ai propri interessi considerato che la formazione rossoblù come il Brescia si trova in piena zona playout. Guarascio, (un presidente inadeguato al calcio professionistico), dovrebbe preoccuparsi su come garantire al Cosenza un futuro da protagonista, senza improvvisare o affidarsi agli eventi fortuiti che non gli sorrideranno per sempre. Il giudizio del campo è sacro e va accettato, ed è bene che certi presidenti megalomani e poco competenti solo mettano bene in testa, facendo più autocritica e mostrando più rispetto ai propri tifosi.