Settembre Rendese 2020: Verteramo, Romeo e la “banda” dello spettacolo

“Siamo alle solite anche quest’anno è andato in scena un pessimo Settembre Rendese di basso livello a costi alquanto elevati. Sono stati ben 110.000€ i soldi a disposizione per l’ultima edizione della storica kermesse cittadina”. 

Fonte: Libera Rende

Soldi pubblici che sono andati a rimpinguare le tasche dei soliti “pochi noti” che ormai da anni monopolizzano il mondo delle feste e dello spettacolo dell’area urbana cosentina. A fronte dell’importante cifra messa a disposizione dal Comune di Rende, il cartellone è stato decisamente scadente (hanno riesumato due mezzi “cadaveri” come la Casale e il redivivo Nino Bonocore…) e poco confacente con le esigenze di una importante città come Rende.

Siamo andati a spulciare il piano economico del Settembre Rendese 2020 e come volevasi dimostrare troviamo sempre gli stessi nomi, sempre le stesse sigle e sempre le stesse società.

La direzione artistica anche quest’anno è stata affidata a Marco Verteramo, vero deus ex machina del mondo dello spettacolo dell’area urbana, il quale ha intascato la bellezza di 4.900 €, altri 11.000€ sono andati alla B-Alternative di Cristian Romeo, grande amico dello stesso Verteramo.

Stupisce per altro il costo esorbitante posto alle voci “pubblicità e comunicazione (12.000€)” e “service audio luci, transenne e varie (13.500€)”, altre spese poco trasparenti sono quelle relative al “personale (9.000€)” e “progettazione (5.000€)” affidate alla società Piano B di Erika Liuzzi, Pietro Pietramala e Anna Infante, anch’essi grandi amici di Verteramo.

Ora, noi non mettiamo in dubbio la professionalità e l’expertise dei soggetti citati, ciò che mettiamo in dubbio è la trasparenza del Comune di Rende e del suo assessore alla Cultura (una signora che forse farebbe meglio a tornarsene da dov’è venuta), la quale anziché coinvolgere le tante realtà associative e del mondo dello spettacolo presenti sul territorio, valorizzandone le eccellenze e le peculiarità, continua a finanziare questi soggetti che sono totalmente slegati dal tessuto sociale e culturale rendese, un monopolio dello spettacolo e dei relativi finanziamenti che è diventata una cappa insopportabile per i tanti giovani rendesi che si spendono quotidianamente e a proprie spese per il rilancio culturale della nostra Città.

Lettera firmata