Si fa sempre più concreto il voto anticipato: la data potrebbe essere il 24 settembre

Più che una indiscrezione oramai sembra quasi essere una certezza. Lo dice Berlusconi ma lo dice anche Renzi: con molta probabilità, se le cose vanno per come devono andare e se gli accordi saranno rispettati, gli italiani potrebbero recarsi, come i tedeschi, alle urne il 24 settembre.

Una furbata di Renzi che ripropone sotto banco al Berlusca il patto del Nazareno 2, “la vendetta”.

Infatti Renzi è da giorni che sta accelerando, e non poco, l’iter per l’approvazione della “nuova” legge elettorale. Con disponibilità a trasformare il suo Rosatellum in un proporzionale senza preferenze, con soglia di sbarramento al 5%, sulla scia del “modello tedesco”. E per sottolineare l’avvenuto accordo tra Renzi e Berlusca, l’incarico di trasformare la legge elettorale è stato affidato a Brunetta e Occhiuto (Roberto) che hanno proposto due punti di modifica che vanno proprio in questa direzione.

Ma non c’è solo il Berlusca a dare sponda a Renzi, anche Grillo si dice d’accordo sul proporzionale e soprattutto sulla soglia di sbarramento al 5% che inevitabilmente taglierebbe fuori dalla rappresentanza parlamentare tanti piccoli partiti. Con una legge così entrerebbero in parlamento non più di 4/5 partiti. E’ chiaro che l’intenzione di tutto questa “manovra” è quella di predisporre le basi per un futuro governo targato Renzi/Berlusca.

Ma non c’è solo questo a spingere Renzi per arrivare al voto anticipato. Il marpione ha ben capito che giorno dopo giorno questo PD perde sempre più consensi e se non si vota subito non solo non potrà fermare l’emorragia di voti, ma saranno anche costretti ad approvare la manovra da 40 miliardi di euro voluta da Bruxelles, invisa a tutti gli italiani. E Renzi in questa fase non vuole assumersi la paternità di questo “atto” che altro non sarebbe che un bel regalo a grillini e leghisti che si troverebbero in mano una formidabile arma di propaganda per una campagna elettorale contro l’Europa. Ecco perché vuole andare subito al voto: meglio approvare la manovra da 40 miliardi di euro dopo, con un eventuale governo di “larghe intese”, piuttosto che adesso e continuare a perdere consensi.

Nu mastruni, non c’è che dire. Se tutto fila liscio, come è probabile che sia, prepariamoci che tra qualche settimana si entrerà nel vivo della campagna elettorale e questo anticipare il voto potrebbe anche, dalle nostre parti, anticipare altri eventi di carattere giudiziario.

GdD