Sistema Alto Tirreno, la politica “ricatta” i cittadini nel silenzio generale (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

In diverse occasioni ci si è occupati della situazione in cui versa l’Alto Tirreno cosentino definendola un “sistema”. Il riferimento è al curioso stato di debito in cui versano i comuni della costa che dovrebbe destare più di qualche perplessità. Alla situazione fin qui ampiamente descritta si deve aggiungere il caso del comune di Diamante che sembra confermare il fatto che siamo di fronte ad una sistematicità e non di casi isolati o di semplice mala gestione.

Il motivo per interessarsi alla questione nasce dalla polemica tra il sindaco e il “Comitato per la difesa dell’Ambiente” in merito alla campagna intrapresa dal sindaco per far pagare gli evasori fiscali. In particolare il sindaco ha minacciato di non raccogliere la spazzatura a quelle attività che risultano inadempienti (cosa illecita secondo il comitato). Approfondendo però emerge una situazione più complessa e confusa e per certi versi simile a quella di Scalea.

Tanto per cominciare ci sono le cartelle pazze, ad alcuni notificate più volte ad altri mai. L’ufficio tributi brulica di cittadini in cerca di qualche illuminazione che chiarisca loro la situazione. E ne troviamo di tutti i ceti, da artigiani a imprenditori. Anche proprietari di negozi chiusi da tempo. Il tutto mentre cantieri con altre attività di vendita sono in costruzione (sarà un ennesimo supermercato?).

Questa situazione confusionaria va avanti da molto tempo, da anni e ha attraversato varie amministrazioni. Ma perché dopo tutto questo tempo non si riorganizza la macchina burocratica? Ripensando al caso di Scalea viene il dubbio che anche in questo caso ci si trovi di fronte ad un caos controllato. È il giornalista e attivista Francesco Cirillo, diamantese, che ci conferma che questa confusione crea di fatto una situazione di sudditanza perché le persone sono costrette a chiedere aiuto e fidarsi di ciò che viene detto negli uffici (di chi altrimenti?). “A Diamante inoltre nessuno ricorre al TAR, né esiste alcun tipo di associazione di tutela come invece succede a Praia a Mare”. Uffici nei quali, ci raccontano, si trovano persone in qualche modo vicine all’amministrazione vigente e che vengono rinnovate di volta in volta. E sarebbe anche giusto nominare persone fidate se però sul giudizio pesassero le competenze più di una fiducia che sa di fedeltà. Ma questo è difficile da valutare.

Cirillo poi aggiunge che è proprio grazie a questa confusione e questa poca chiarezza che è possibile evitare una situazione di dissesto altrimenti vicina a quella di Scalea. Un allarme da non lasciar cadere nel vuoto. Sono giochi di bilancio simili a quelli che l’ex consigliere Bruno aveva raccontato per quanto riguarda appunto la cittadina ora commissariata. Il Comune però, a differenza di Scalea, gode della presenza di tanto generosi quanto misteriosi privati che finanziano luminarie e altre attrazioni dispendiose che illuminano la splendida cittadina nascondendone le ombre.

Che sia voluta o meno questa situazione quel che è certo è che pone i cittadini in una situazione debitoria e quindi ricattabile. Sulla quale può giocare sia chi volesse candidarsi o ricandidarsi per avere voti, sia un’organizzazione criminale che voglia prestare soldi per poi fare usura. E i casi di usura nei nostri territori sono innumerevoli e le amministrazioni rischiano di divenire complici (si spera) inconsapevoli.

Se a tutto questo si aggiunge la mancanza di lavoro e il fatto che le banche (le stesse che detengono alcune tesorerie e che prestano ai comuni) difficilmente fanno credito ad un cittadino in queste condizioni, mentre in altri casi risulterebbero essere più disponibili – tutto questo anche documentato altrove – , si delinea un quadro desolante. Un quadro del quale Diamante sarebbe solo un esempio che si aggiunge alla già citata Scalea e probabilmente anche a Belvedere e San Nicola Arcella a quanto risulta.

Un vero e proprio sistema di governo del territorio non certo nuovo grazie al quale si è garantita una situazione di bisogno tra la gente e di immobilismo della classe dirigente. Un sistema che forse solo ora può emergere più chiaramente perché è più difficile fare le magie nei bilanci e perché una stagione politica è al crepuscolo. E la prova di questa situazione non si trova nei tribunali, ma nelle strade nelle quale forse ci saranno cittadini più consapevoli.