“Six Towns”: i sangiovannesi e il clan Arena. Il ruolo di Giovanni “Machinante”

Giovanni SPINA IACONIS, inteso Machinante, dall’arresto con conseguente collaborazione di OLIVERIO Francesco, dava il suo contributo alla consorteria in qualità di promotore, dirigente ed organizzatore della consorteria mafiosa e risultava rivestire il ruolo di referente della ‘ndrina dei Sangiovannesi operante nel comprensorio di San Giovanni in Fiore su diretta nomina della commissione demandata ad individuare i referenti criminali sui diversi comuni ove la cosca esercita la sua influenza criminale. E’ stato condannato a 20 anni in primo grado proprio qualche giorno fa. 

Giovanni Spina Iaconis veniva indicato dal collaboratore di giustizia Francesco OLIVERIO quale soggetto autorevole e di elevato rango criminale in virtù del quale veniva individuato dai vertici della cosca quale soggetto in grado di condurre azioni di fuoco nei confronti di coloro che avevano assunto comportamenti in contrasto con gli interessi della consorteria.

Manteneva rapporti e contatti con esponenti apicali delle altre consorterie della provincia crotonese rispetto ai quali dimostrava conoscenze sulle alleanze e/o contrapposizioni; esercitava la sua influenza criminale svolgendo un ruolo di controllo sulle attività estorsive poste in essere nel comprensorio di San Giovanni in Fiore; interveniva su segnalazioni dello SPADAFORA Giovanni per la risoluzione di controversie e/o furti e danneggiamenti perpetrati sul territorio di ingerenza della cosiddetta ‘ndrina dei San Giovannesi; esercitava la sua influenza criminale mediante l’imposizione del servizio di security presso i locali pubbllici di San Giovanni in Fiore in occasione dell’organizzazione di eventi e/o feste.

L’attività investigativa ha permesso di accertare come il cosiddetto “gruppo dei Sangiovannesi”  fosse stato demandato dai vertici della cosca IONA/MARRAZZO ad intrattenere rapporti di natura criminale con gli esponenti della alleata cosca isolitana.

Infatti le attività di intercettazione di natura telefonica, ambientale e di video sorveglianza, consentivano di registrare non solo un importante summit di mafia verificatosi nel mese di luglio del 2013 nella zona silana denominata Località Germano, ma anche di registrare una serie di visite che i Sangiovannesi avevano effettuato presso il noto bar di Isola Capo Rizzuto di proprietà di ARENA Pasquale, inteso Nasca, che illo tempore era da individuarsi come il reggente dell’omonima cosca, in considerazione dello stato di detenzione del fratello ARENA Giuseppe, inteso tropeano.

Giovanni Spadafora alias il ciommo
Giovanni Spadafora alias il ciommo

Nel corso di tutti gli incontri a cui si è fatto riferimento, per ciò che attiene al gruppo dei Sangiovannesi, sono emerse le figure maggiormente rappresentative di SPADAFORA Giovanni, alias Ciommo, SPINA IACONIS Giovanni, alias Machinante e GALLO Saverio.

Proprio l’analisi di alcune conversazioni ambientali registrate all’interno del veicolo in uso all’indagato GALLO Saverio, ha permesso di comprendere le reali motivazioni sottese al summit silano che devono individuarsi nella necessità che i vari esponenti di ‘ndrangheta avvertivano per confrontarsi sugli assetti organizzativi tra le cosche di ‘ndrangheta limitrofe.

Altro importante elemento emerso nel corso dell’attività investigativa, è costituito dalla circostanza in base alla quale si è avuto modo di constatare come i due gruppi, già in passato, avessero avuto modo di scambiarsi favori di natura criminale mediante la compartecipazione alla commissione di azioni di sangue da parte di esponenti di un gruppo nell’interesse della consorteria federata.In particolare si fa riferimento a quanto delineatosi, suppur in maniera piuttosto generica, nel corso di alcune conversazioni ambientali registrate all’interno del veicolo in uso all’indagato GALLO Saverio.

Tali elementi, messi in relazione a quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia OLIVERIO Francesco, forniscono debito e puntuale riscontro ad un ruolo partecipativo del GALLO Saverio, all’azione omicidiaria condotta, in data l’11 dicembre 2004, da esponenti di rilievo della cosca ARENA, nei confronti di NICOSCIA Pasquale, boss dell’omonimo clan.

In proposito, siffatta partecipazione va a corroborare ulteriormente lo stretto legame criminale esistente tra il Gruppo dei Sangiovannesi e la cosca ARENA. Difatti, le motivazioni sottese all’eclatante omicidio del boss NICOSCIA Pasquale, erano da individuarsi nella contrapposizione tra la cosca del NICOSCIA e quella opposta degli ARENA.

In tale contrapposizione, si verificarono una serie di omicidi, compresi tra l’anno 2000 e l’anno 2006, che riguardavano esponenti di rilievo di entrambe le parti. Peraltro, giova evidenziare che il collaboratore di giustizia OLIVERIO Francesco, nel corso delle dichiarazioni rese all’A.G., si è soffermato spesso sui rapporti della cosca ARENA di Isola Capo Rizzuto con il “gruppo dei sangiovannesi”, da lui all’epoca capeggiato, indicando, in alcuni casi, episodi specifici per i quali vi è piena convergenza con i dati emersi dalle attività investigative condotte.