Sorveglianza agli attivisti. Cgil: “Cosenza saprà da che parte stare”

SERVIZIO FOTOGRAFICO DI ANDREA ROSITO

COMUNICATO STAMPA

La voglia di costruire una società diversa solidale e generosa non può mai essere messa in discussione né il diritto di poter liberamente e democraticamente proporre una nuova ida di comunità.
Simone e Jessica rappresentano la voglia e la speranza di tutti quei ragazzi troppo spesso ingiustificatamente accusati di essere choosy (bamboccioni) alla quale ciascuno di noi, anche non più giovane, dovrebbe ambire; loro hanno l’ambizione di cambiare lo status quo, qualche volta con modalità fuori dagli schemi, ma sempre col sorriso, l’allegria e il rispetto per il prossimo di chi crede che un mondo diverso sia possibile.

Più volte in questi anni la nostra organizzazione si è confrontata con questi ragazzi e abbiamo avuto a che fare con dei ribelli, certo, ma mai con degli eversivi, e fino a quando ci saranno dei ribelli avremo, la speranza che la nostra società potrà essere salvata.
Se non avessero saputo ribellarsi Jessica e Simone e coloro tanti altri ragazzi, sarebbero stati accompagnati ad emigrare lontano dalla loro terra, se non avessero saputo ribellarsi si sarebbero appiattiti ad una società senza empatia, invece hanno scelto di esserci e mettere il cuore nelle loro azioni per fare comunità, per difendere i deboli e proteggere gli invisibili.
Qualcuno ha scritto che la storia si ripete sempre due volte, la prima come una tragedia la seconda come farsa, ma anche questa volta Cosenza dovrà reagire e saprà da che parte stare.
Siamo sicuri che Simone e Jessica dimostreranno la loro estraneità alle accuse è il loro futuro ere macchiato accuse lontane mille miglia dal loro modo di essere.

La Segreteria CGIL Cosenza