Sottosegretari. Zeru Tituli per Robertino: cronaca di una tragicomica trattativa romana

Zeru Tituli per Occhiuto. Nessun ministro calabrese. Nessun “amico” alle infrastrutture e alla sanità. Nessuna poltrona da viceministro e un sottosegretario che non è Mangialavori ma una signora di nome Tripodi che non fa parte della “cricca” dei cazzari. Insomma, Zero, anzi, ZERU TITULI.

È il 3 marzo 2009 quando – durante una polemica dopo un rigore concesso all’Inter in una partita proprio contro la Roma -, il celebre allenatore Josè Mourinho parla di “prostituzione intellettuale” con tanti gol e “zeru tituli”. Si dice che Robertino Occhiuto sia interista e non potrà non ricordare quella famosa frase del “suo” idolo allenatore del triplete! Ma come insegna la legge del Karma tutte le azioni che si augurano agli altri hanno una causa-effetto contro se stessi.

E rieccoci tornare ai giorni nostri. Chissà se, oggi, pensando alle giornate intense passate al telefono, mentre camminava a passo svelto per le strade romane, a Robertino siano riecheggiate nella mente le parole di Mou di quel marzo di tredici anni fa!

Oggi ripercorriamo una trattativa che è durata due mesi, dal giorno dopo le elezioni quando Forza Italia ha capitalizzato in Calabria un risultato “storico che ci darà grande spazio nel Governo” gridava al suo cerchio magico il Governatore, e che invece ha totalizzato zero, anzi Zeru Tituli!

Il suo cavallo di battaglia era Mangialavori. se lo curava come un “bambinello” (viste le dimensioni…). Robertino gli “deve” tanto per diversi motivi e per questo “deve” spingere a più non posso e deve piazzarlo a tutti i costi.

Ecco che allora si costruisce una narrativa parallela alla realtà e ci vuole poco a trovare giornalisti compiacenti che raccolgono comunicati già scritti e raccontano retroscena inesistenti.

Le cronache della stampa di regime calabrese infatti fino a ieri ci hanno regalato delle chicche esagerate per esaltare le imprese romane del Governatore Robertino e apparire ai suoi occhi più lecchini dei lecchini. Chissà poi se ci scappa qualche consulenza alla Cittadella avranno pensato con la bava in bocca… Ci hanno raccontato nei giorni della formazione del Governo che Robertino Occhiuto “stava giocando in prima persona, forte delle sue robuste relazioni” (ma quali?) la partita del Governo”. Addirittura chiedendo la guida di due ministeri considerati strategici per la Calabria: infrastrutture e sanità.

In realtà negli stessi giorni anche qualche Telegiornale nazionale aveva segnalato la presenza di Occhiuto a Villa San Martino da Silvio Berlusconi (il buon Celata di La7, che ricorda tanto il Brosio che stava davanti al Tribunale di Milano per conto di… Emilio Fede per i più “anziani”) oppure nei vicoli romani ad incontrate Wanda Ferro e altri vicino alla Meloni per sponsorizzare un “uomo dei suoi”.

Robertino aveva un’altra carta da spendere oltre a quella delle relazioni romane (ma quali?), e come dicevamo poteva “sicuramente contare del pesante risultato di Forza Italia in Calabria”. Ecco, il risultato gli avrebbe concesso uno spazio non indifferente nella tratta dei ministri. E il Governatore che ai tavoli romani si siede un giorno si e un altro pure, non avrebbe avuto nessuna difficoltà a “pretendere” due o tre poltrone. Poi la capacità strategica di Robertino è famosa in tutta Forza Italia e provincia! Si, come no!

I bene informati sembra che abbiano sussurrato più volte al telefono che “Roberto ha detto che è sicuro” un posto come ministro. E poi lui è molto vicino alla Ronzulli. A quei tavoli nelle ore convulse della “Giorgia insopportabile” e del “non sono ricattabile” Robertino giurava ai suoi di avere ampie assicurazioni per “un riconoscimento governativo per il partito azzurro regionale”.

Durante una conferenza stampa da spot elettorale sugli aeroporti calabresi dove, ad un anno dalle elezioni, continuava a promettere grandi investimenti (senza portare a casa nessuna realizzazione effettiva e nessun miglioramento di servizi), il Governatore si spingeva oltre e auspicava un ministro calabrese, aggiungendo che avrebbe “alzato le antenne per vedere chi occupasse ruoli strategici per la Calabria”. Le palle raccontate dai giornaloni lecchini però hanno avuto vita breve e la cruda realtà ha fatto svegliare i direttori (ma de che?) dai sogni profondi. Il presidente Silvio Berlusconi l’unica sponsorizzazione che ha fatto è stata proprio per Licia Ronzulli fregandosene altamente di Occhiuto e del risultato elettorale calabrese.

E i tavoli dove Robertino sedeva a Roma erano quelli di qualche trattoria da carbonara, nella migliore delle ipotesi.

Fatto il Governo, la Meloni ha piazzato Salvini alle Infrastrutture e un suo fedelissimo alla Sanità. Persino Kiss Me Licia è volata dalla finestra! E nella formazione del Governo non ci sono stati calabresi. Un ministro calabrese? Zeru Tituli!

La trattativa è sembrata infinita nella maggioranza anche sulle poltrone da sottosegretario e viceministro, 32 in tutto, in una partita unica che comprende anche le presidenze delle 24 Commissioni parlamentari permanenti: 10 al Senato e 14 alla Camera.

Occhiuto ha la bavetta che gli scende dalle labbra e il cellulare è bollente… Vorrebbe alla fine che uscisse qualcosina anche per il cazzaro suo fratello, che addirittura straparlava a Corso Mazzini l’altro giorno garantendo un posto di sottogoverno “per la città di Cosenza”!

Con oggi si chiude la partita sui sottosegretari e sui viceministri, Robertino ha ricevuto l’ennesimo schiaffo in faccia proprio dalla Ronzulli che segretamente ha accettato il diktat della Meloni sui personaggi in odor di mafia.

Mangialavori, la sua testa d’ariete nel Governo, è andato a sbattere su un muro di cemento armato chiamato Giorgia. Per la Calabria nessun posto tra i viceministri e il posto da sottosegretario lo ha preso Maria Tripodi (da non eletta) della corrente opposta a Ronzulli e Robertino. Insomma anche nel sottogoverno Zeru Tituli!

Robertino però si consola in Amore. La compagna siciliana è sottosegretaria ai rapporti col… Parlamento ovvero nessuna importanza. Adesso a Robertino non resta che trovare posto al tavolo romano di una trattoria, tanto la carbonara la paghiamo noi e non è escluso che la pancetta che ci mettono (altro che… guanciale) sia pure avariata. Incrociamo le dita.