Spettacoli a Cosenza: il gioco delle tre carte

Oramai è chiaro: esiste un monopolio illegale per quel che riguarda la fornitura di servizi alla pubblica amministrazione in materia di eventi culturali o pseudo tali. In particolare per i servizi offerti al Teatro Rendano e per tutti gli “eventi” che ruotano attorno agli assessorati della Succurro e della Pastore. Mi riferisco a servizi del tipo hostess agli eventi del Rendano, alla gestione della stessa biglietteria, alle sfilate di moda di qua e di là, mostre di sopra e di sotto, e a tutte quelle “parate” e ai vari concertini che generalmente accompagnano le iniziative promosse sempre dal duo di cui sopra. Tutti eventi che guarda caso non costano mai più di 39.999,00 euro. Ovvero non superano i famosi 40.000 euro oltre i quali bisogna fare una pubblica gara. E, credetemi, questo intrallazzo non è da meno di quelli fatti dai vari Potestio, Cucunato, Pecoraro.

Infatti a godere di questo monopolio che frutta bei dollaroni all’anno, sono proprio gli amici di Carminuzzu Potestio. I suoi seguaci. Un monopolio gestito tutto in famiglia: quando non può uno, fa l’altro. Il solito vergognoso clientelismo targato Occhiuto che è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ha il coraggio di denunciare.

Andiamo con ordine: Franco Falcone, responsabile del Teatro Rendano, ha una figlia di nome Giada che guarda caso ha una agenzia di promozione eventi di nome “A POIS”, a cui, guarda sempre il caso, vengono affidati tutti i servizi di hostess del Rendano e non solo.

Giada Falcone è fidanzata con Gaetano Cairo, guarda caso consigliere comunale eletto nella lista di Carminuzzu Potestio, “Cosenza in Alto”, che – guarda ancora una volta il caso – è presidente della “Commissione, Sport – Turismo – Spettacolo”. Guarda caso è la commissione che si occupa di “approvare” gli spettacoli pubblici.

Il fatto: l’agenzia di Giada Falcone, come sempre, era stata incaricata ufficiosamente di organizzare tutti gli eventi legati all’iniziativa promossa, guarda sempre il caso, dall’assessore Pastore, “Cosenza Fashion week” (siamo a maggio 2017…). Oltre alla “notte bianca” sono previsti sfilate, workshop, shooting, mostre, conferenze ed eventi culturali. Come si evince dalla pagina FB e non solo. Pagina creata il 5 marzo. Quando ancora non li avevamo sgamati.

Ma dopo un nostro articolo – http://www.iacchite.blog/cosenza-bando-fantasma-hostess-teatro-rendano-i-primi-intrallazzi-di-calabrese/ –  datato 31 marzo 2017 (26 giorni dopo la creazione della pagina FB da parte di Giada Falcone) quella furbetta della Pastore, coadiuvata in questo dal dirigente impastettato Calabrese, direttamente chiamato da noi in causa nell’intrallazzo, corrono ai ripari. E decidono, per non far uscire lo sbianco dell’affidamento ancora una volta alla Falcone, di assegnare l’incarico a qualcun altro. E ne parlano con Franco Falcone, che non possono scavallare, e subito arriva la soluzione.

L’impastettato Calabrese, attraverso il dirigente Nardi,  e con il solito trucchetto dell’affidamento diretto senza invitare nessuna altra agenzia, affida l’organizzazione dell’evento “Cosenza Fashion Week”, alla società “L’Altro Teatro”, del famoso promoter Enzo Noce e di Giuseppe Citrigno, oggi presidente della “Film Commission Calabria”. 

Voi direte: tutto risolto, si è rotto finalmente il monopolio. Macchè!

La società “L’Altro Teatro” ha sede, guarda caso, presso l’agenzia di vendita biglietti “InPrima Fila” che guarda sempre sto benedetto caso gestisce, e non si capisce a che titolo, la biglietteria comunale del Rendano attraverso Falcone. Anche se risulta avere sede legale al cinema Citrigno. E guarda ancora sempre questo caso, presso l’agenzia “InPrima Fila”, indovinate chi ha anche la sede? Proprio lei: Giada Falcone, titolare dell’agenzia “A POIS”. Sarà anche questo un caso? Come si vede chiaramente dalle insegne sulla foto in copertina.

Sono tutta na ‘nzalata. Si sono “chiusi” con il benestare di assessori e dirigenti queste voci e non ce n’è per nessuno. Non capisco perché per una volta non si possa fare un bando pubblico e dare la possibilità anche agli altri di lavorare. Qui a Cosenza mangiano sempre gli stessi. E’ questa la realtà. Mo’, sarà che noi vediamo tutto marcio, sarà che noi ci inventiamo le cose, sarà che buttiamo fango, sarà quel che sarà, ma pare che anche questa volta non sia tutta colpa del “caso”. O no? E poi dicono che siamo noi…

GdD