Spezzano Sila, chi ha paura di Pietro Lecce?

Pietro Lecce, uno dei consiglieri di ininoranza

Che la galassia psichedelica e incrinata del PD provinciale stesse perdendo pezzi, nonostante gli sforzi sovrumani del segretario Luigi Guglielmelli era palese e, per certi versi, inevitabile.

Il povero segretario, che negli ultimi mesi di rospi ne aveva dovuti ingoiare parecchi (vedi candidati calati dall’alto senza primarie e fuggiti a gambe levate, leader nazionali imbarazzanti piombati in città che più che aiuto creano danni, candidati fuori controllo, partito commissariato…), di sicuro, nella sua cartucciera, poteva contare solo sull’ultima zona rossa esistente, la Presila cosentina.

Non a caso il verbo è al passato.

Luigi Guglielmelli
Luigi Guglielmelli

Dalle ultime comunali in poi, stendendo un velo pietoso sulle ultime regionali, l’isola felice del PD ha dovuto fare i conti con numerose perdite in termini territoriali. Leggasi comune di Casole Bruzio e comune di Spezzano Piccolo. Il Nostro ha dovuto sostenere persino quei candidati regionali che sulle spalle degli 8000 firmatari della petizione popolare per la chiusura della discarica di Celico, hanno fatto campagna elettorale promettendo risultati e, una volta eletti, hanno dovuto fare marcia indietro precipitosamente. Tanto, oramai, il risultato era ottenuto. Con buona pace per gli abitanti di Rovito.

quel maialetto di guccioneSceso in campo il candidato “forte” su Cosenza, ovviamente senza primarie, il povero Luigi iniziava a tirare un sospiro di sollievo. Non aveva fatti i conti però con l’affare Spezzano Sila e con la discesa in campo del più forte candidato sindaco che la sinistra presilana aveva mai vantato. L’ex assessore provinciale Pietro Lecce.

Gli iscritti al PD di Spezzano della Sila, come in un celebre sketch di Ficarra e Picone, che partivano dalla Sicilia alla ricerca del partito perduto per ritrovarsi davanti a via delle Botteghe Oscure con un pugno di mosche e una bandiera rossa in mano, in più di un’occasione avevano manifestato l’esigenza non solo di un candidato che ricompattasse il variegato mondo sinistrorso presilano, ma anche un candidato da poter rappresentare la zona ed il numeroso elettorato PD alle future provinciali.

Così non è stato. Un manipolo di tesserati ravanellati (sapete cosa si dice del ravanello… rosso solo fuori), imponendosi con i cittadini e gli altri iscritti, in una disperata orgia di candidati (ex nemici, democristiani della prima ora, amici onorevoli che potevano muovere non solo voti ma intere segreterie con tanto di addetti stampa ed esperti social), creavano una lista blindata e sbrilluccicante. Nell’accezione negativa per qualcuno.

E questo qualcuno non è stato a guardare. La discesa in campo di Pietro Lecce risponde, più che ad una necessità fisiologica di un partito che sta cadendo a pezzi, ad un desiderio di unità e ritorno a quella segreteria espugnata e blindata da quelli che i più non hanno mai considerato di sinistra. Blindata spesso anche fisicamente.

Insomma, altre rogne per il nostro Guglielmelli, che come ultima disperata risorsa di autoproduzione, leva il simbolo in tutti i comuni al di sotto del 15mila abitanti, minaccia espulsioni, mobilita l’intellighenzia del partito.

Ma a chi fa paura un sindaco così forte che al primo comizio ha riempito la piazza in modo straboccante come non si vedeva dai tempi del PCI?

Forse al (futuro) sindaco di Cosenza e presidente della Provincia?

Agli onorevoli locali che vedono di cattivo occhio il ritorno di quello che era il candidato unico del PD (affossato sottobanco) per tutte le future cose politiche? Ai sindaci PD vicini che vedono concorrenti alle stesse future poltrone della Provincia? Non lo sappiamo:

Sappiamo però che, come non si vedeva da diversi anni in Presila, la galassia PD per eccellenza, c’è vita. C’è vita oltre il PD. E anche dentro.

D. Guzzo