Squillace, la genesi dell’inchiesta: le denunce dei consiglieri e di Passafaro

Ormai da tempo il comune di Squillace era al centro di una vicenda giudiziaria che ha portato ad un processo che doveva essere “neutralizzato” a tutti i costi (https://www.iacchite.blog/squillace-linformativa-della-digos-che-scopre-gli-altarini-del-sindaco-e-della-sua-banda-dai-mille-tentacoli/). L’udienza preliminare è slittata da giugno a ottobre e quando s’è arrivati – finalmente – al punto ha trovato qualche giudice disposto ad insabbiare tra le proteste vane della procura di Catanzaro. Probabilmente non ci sarà più niente da fare ma resta almeno la (magra) soddisfazione di poter far sapere a più gente possibile quanto sono “potenti” questi signori, che evidentemente hanno molti santi in paradiso. Il procedimento penale vedeva coinvolti il sindaco Pasquale Muccari, l’assessore Franco Caccia, la segretaria comunale Giuseppina Ferrucci e gli ex amministratori Gregorio Talotta e Nicola Anania.

Due le vicende all’attenzione dei giudici: il concorso per capo Ufficio tecnico del Comune e le pressioni sull’ex consigliere di minoranza Ruggero Mauro affinché si dimettesse. Mauro era stato ammesso nel corso della prima udienza a costituirsi parte civile. La difesa invece aveva sollevato una serie di eccezioni sulle intercettazioni: e sono state proprio quelle ad essere state “neutralizzate”. L’obiettivo della difesa del resto era chiarissimo: ridimensionare il quadro accusatorio, che invece risultava parecchio imbarazzante per l’amministrazione e se ne ha prova dalla corposa informativa della digos che era alla base del procedimento e che ormai può servire solo per far capire quello che c’era sotto e che è rimasto insabbiato per la gioia di questi traffichini.

Le indagini hanno avuto origine con l’atto di denuncia presentato da un consigliere di minoranza, che hanno poi trovato puntuale riscontro anche nelle dichiarazioni di Ruggero Mauro e di un altro consigliere comunale di Squillace.

Le prime vicende emerse sono state quella relativa al centro di accoglienza “Il golfo”, quella concernente l’affidamento dei servizi di raccolta dei rifiuti solidi e urbani nel comune di Squillace e quella del tentativo di concussione nei confronti del consigliere Ruggero Mauro.

Il sindaco Mussari, in particolare, esercitava una serie di “pressioni” con il concorso dell’imprenditore squillacese Nicola Anania, che risulta legato al sindaco e al presidente del Consiglio comunale Paolo Mercurio, sia da vincoli amicali sia da legami di natura politica.

Nella vicenda si inserisce anche la figura di Domenico Passafaro. Fino a novembre 2015 ha ricoperto l’incarico di assessore e, contestualmente, di capo dell’Ufficio tecnico, incarichi dai quali decideva deliberatamente di dimettersi per inconciliabili divergenze di natura politico-amministrativa che lo avevano visto non condividere più le scelte della maggioranza con la quale era stato eletto.

Dalle denunce è partita una serie di attività investigative che hanno dato modo di acquisire elementi univoci e concordanti rispetto ai reati richiamati nelle informative iniziali. Più in particolare l’attività condotta forniva ulteriori e significativi elementi che davano riscontro alle ipotesi di reato avanzate nella fase iniziale delle indagini, sia rispetto all’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti per il comune di Squillace e sia rispetto al tentativo di concussione. Proprio a tale riguardo, le intercettazioni hanno permesso di disvelare quello che può essere definito un vero e proprio “modus operandi” che ha caratterizzato la condotta del sindaco Pasquale Muccari. Difatti, così come in occasione del tentativo di concussione posto in essere nei confronti del consigliere Ruggero Mauro, il sindaco ha utilizzato le stesse condotte e modalità operative per riuscire ad acquisire il consenso politico da parte di altri consiglieri comunali, di minoranza e non, consenso a lui necessario per il mantenimento del proprio mandato sindacale. Che ormai va avanti da una vita… Così vanno le cose nella nostra povera Calabria Saudita.