Subsonica, bagno di folla all’Auditorium popolare

Dopo 13 anni i Subsonica sono ritornati a Cosenza. La città bruzia non poteva accoglierli meglio di così: bagno di folla ieri all’Auditorium popolare, che ha superato ogni aspettativa, registrando il sold out.

Isubsonica I Subsonica, unanimemente apprezzati come uno dei gruppi più interessanti ed eclettici della scena musicale, hanno fatto ballare, cantare e hanno tenuto il pubblico per tutta la durata del concerto. In 20 anni di carriera sono stati tanto e tanto altro ancora. Elettronica, dance, dub e funk, rock e pop, ma rimanendo sempre ancorati a un proprio stile ben riconoscibile, un comune denominatore mai assente. I Subsonica sono i Subsonica.

Nella loro lunga carriera artistica, comunque, ciò che non è mai mutato è l’affetto del pubblico. I Subsonica nel corso degli anni si sono evoluti, sperimentati, sono usciti dai binari percorsi per essere fedeli al loro concetto di musica; ma ciò che è rimasto punto fermo è il loro rapporto con il pubblico.

Per questo, dopo oltre 7 anni, i Subsonica sono tornati ad esibirsi nella dimensione dei club, in venue più piccole, “ravvicinate”, per avere un contatto ancora più stretto e coinvolgente con i propri fan. E il concerto di ieri ne è stata la dimostrazione reale: i Subsonica si sono scatenati sul palco, coinvolgendo l’Auditorium a 360°; lasciandosi trascinare dal groove che si crea nel mosh pit.

subsonicaSi sono regalati un faccia a faccia con la gente, sentendo il calore dei fan assiepati sulle transenne a pochi centimetri di distanza. E viceversa hanno regalato quell’emozione di sentirsi partecipi e non solo spettatori. La scelta del luogo, poi, quella dell’Auditorium popolare di Cosenza, è stata una scelta mirata non certo casuale per “sottolineare l’importanza di un luogo autogestito che si occupa della città e attraverso questo la vive”, così come dichiarato da Samuel Romano (nel corso della conferenza stampa che ha anticipato il concerto).

E la città, ieri lo ha vissuto in pieno: quasi 1.500 persone hanno rincorso il ritmo e consumato la voce sulle irraggiungibili note del gruppo. I Subsonica ieri hanno raccontato i loro 20 anni di musica, attraverso tre brani di ognuno dei sette album.

Ci si tuffa nel passato, dunque, nel ’97: ad aprire la scaletta “Come se”, “Istantanee” e “Cose che non ho”. Poi incalza la danza, ci si scatena come nel ’99 con “Aurora sogna” e si salta al primo “Colpo di pistola”.

subsonicaMa al concerto dei Subsonica non si balla soltanto, si pensa, si riflette attraverso brani che inducono a ciò. E via sulle note di “Albascura” e “Dentro i miei vuoti” che riportano ai drammatici fatti delle torri gemelle e del G8, “quando vennero cancellati tutti i diritti umani”, così come dichiarato da Max Casacci.

Non manca neanche il richiamo alle discariche abusive della Calabria, per riflettere sulla salute e dignità del nostro territorio.

Si passa poi al 2007, anno per riflettere su una guerra i cui danni li subiamo tutt’oggi. E qui la dedica dei Subsonica a “l’unico italiano che ci ha reso orgogliosi: Gino Strada” con “Mammifero”. Si procede con il 2011: è impossibile restare fermi mentre Samuel, Boosta, Davide e gli altri si scatenano e incitano la folla su “Benzina ogoshi” e la loro cover di “Io sto bene” dei CCCP.

subsonicaIl concerto si avvia alla chiusura, con “Il diluvio” le mani si alzano e abbassano, “Istrice”; fino ad arrivare all’ultimo album con “Specchio”, “Lazzaro” e “I cerchi degli alberi”.

Al finale incalza “Tutti i miei sbagli”, certo ci si aspettava un “Liberi tutti” in un luogo del genere, ma la chiusura ha comunque “accontentato” i fan che instancabili sarebbero rimasti ancora ore ed ore ad ascoltare i Subsonica. D’altronde lo abbiamo già detto, i Subsonica sono sempre i Subsonica.

Valentina Mollica