Correva l’anno 2006, quando Luca Medici, in arte Checco Zalone, tra i sovrani indiscussi della comicità italiana, scriveva “Siamo una squadra fortissimi”. Giunto alla consacrazione musicale il 14 luglio con il primo posto nella classifica italiana, il brano vi rimase per ben cinque settimane, ritagliandosi nell’immaginario collettivo il ruolo di inno non ufficiale della Nazionale italiana di calcio. La Coppa del Mondo alzata al cielo la notte del 9 luglio dello stesso anno dall’Italia di Marcello Lippi non sortì altro effetto che eleggere ancor di più “Siamo una squadra fortissimi” a tormentone assoluto dei Mondiali.
Il brano, costruito su un testo grottesco volutamente infarcito d’errori grammaticali, non si limita a celebrare ironicamente le gesta degli azzurri, ma, al contrario, enfatizza un altro fenomeno del 2006: lo scandalo Calciopoli.
La Nazionale italiana si presentò ai Mondiali di Germania nel bel mezzo di un ciclone di proporzioni galattiche, un uragano meglio noto sotto la nomenclatura di Moggiopoli. Ed è proprio a Luciano Moggi che Medici rivolge esplicite invettive celandole dietro una formalità ironica. Come non ricordare la strofa in cui Checco Zalone ironizza sulle abilità di corruzione dell’ex Dg della Juventus? “Cornuti/ siamo vittimi dell’albitralità a noi contraria/ ecco che noi cerchiamo di difenderci/ da queste inequità/ così palese. Grande Luciano Moggi/ dacci tanti orologi agli albitri internazionali/ se no co’ cazz’ che vinciamo i Mondiali”.
Ecco, questo ampio preambolo è necessario perché in tanti avevano pensato esattamente alla canzone di Checco Zalone quando quattro anni e mezzo fa hanno letto il delirante comunicato del gruppo paramafioso iGreco (sanità privata, alberghi e agroalimentare), che annunciava urbi et orbi il suo interessamento a rilevare il Cosenza Calcio e il suo accordo con… Luciano Moggi. Sì, sì proprio Big Luciano, con tanto di fotografia insieme al titolare dell’azienda e nonostante tutti sappiano che Moggi ormai è stato radiato a vita e definitivamente dal mondo del calcio proprio per quelle vicende di Calciopoli. E così è stato inevitabile pensare a Zalone e alla sua Siamo una squadra fortissimi, specialmente quando Checco intona il finale della canzone, nel quale fa un chiaro e inequivocabile riferimento alla “Cupola” che teneva saldamente tra le mani lo scettro del potere del calcio nazionale: “E se qualcuno ci ostacola/ ce lo diciamo alla Cupola”… Neanche la “Cupola” però ha aiutato iGreco nella loro titanica impresa… Il Cosenza è rimasto in mano a Guarascio. La storia si ripete oggi, a quattro anni e mezzo di distanza, con la scesa in campo dei rivali de iGreco ovvero iCitrigno, altri soggetti della mafia sanitaria che sono esattamente come i loro avversari. L’epilogo sarà diverso? Comunque vada, povera Cusenza nostra! GUARDA IL VIDEO (https://www.youtube.com/watch?v=0ggyXmRfptw)