Teorema Cosenza, quel lungo filo che lega Belvedere a Cariati

Fernando Caldiero

Esiste una piccola strada lastricata da intercettazioni, esposti, denunce e qualche inchiesta; una strada che porta nel cosiddetto mondo grigio. Se n’è scritto altrove, sperando che interessi qualche inquirente e aiuti a far luce nel torbido mondo dei colletti bianchi. Sempre meno bianchi e sempre più sporchi. Si tratta di continuare in tutta la provincia il lavoro iniziato dalla procura di Castrovillari sulle aste immobiliari.

Un passo del genere lo fa “Teorema Cosenza” come suggerisce lo stesso titolo della pubblicazione.  Se si vuole seguire la falsariga di quanto fatto dagli inquirenti a Castrovillari si potrebbe dare un occhio (un altro) alla clinica privata ex Tricarico di Belvedere che in un modo o nell’altro rientra nel racconto del libro per tutto ciò che rappresenta sul territorio. Ma quel che meno viene messo in evidenza solitamente è che c’è un lungo filo che lega Belvedere a Cariati (gruppo Novelli, iGreco) perché il curatore fallimentare è lo stesso: Caldiero. Sfiga vuole che il suo nome è vicino anche ad altre torbide vicende che vedono vicini imprenditoria e Stato.

In proposito della clinica Teorema Cosenza presenta delle intercettazioni inedite di una decina di anni fa che vedono un professore e un maresciallo dei carabinieri parlare insieme e dire che un ex procuratore di Paola faccia da protettore e “insabbiatore” di molte vicende. Quindi riassumiamo fin qui: professionisti, carabinieri, magistrati. Poi si va ancora oltre nel libro perché dai magistrati si passa agli avvocati e alle avvocatesse e di qui ai comuni e i loro appalti.

Da Teorema Cosenza: “(…) I comuni dove si vincevano gli appalti avevano in comune diverse cose, innanzitutto la Cua (stazione unica appaltante) e poi in alcuni casi la tesoreria presso la Bcc di Verbicaro”… Nel libro uno stralcio di un documento di inchiesta dove troviamo ancora dipendenti comunali nel duplice ruolo di beneficiari e controllori oltre che amici dei componenti della banca.

Un’altra cosa che hanno in comune quasi i tutti i comuni in esame sono le situazioni debitorie. La Corte dei Conti ha già mostrato il meccanismo, per quanto riguarda il comune di Cosenza: incarichi, prestazioni, cooperative che hanno mangiato milioni e banche che continuavano a cedere… “Spulciando tra le voci ne spunta una. Sono i prestiti e le restituzioni al tesoriere. Sono le voci più importanti da decine di milioni”.

Si potrebbe andare ancora in avanti tra le pagine del libro o anche tra quella strada di esposti e vecchie indagini che è dormiente e che è già tra gli scaffali delle procure, ma sarebbe un esercizio ripetitivo e noioso. Ora tocca ad altri.