Terme Luigiane: i trucchi della famiglia Ferrari e le colpe della politica corrotta

Sonia Ferrari

In Calabria, come tutti sapete, nulla è come appare. Ci siamo occupati più volte della vergognosa vicenda delle Terme Luigiane e dell’azienda, la Sateca Spa, di proprietà della famiglia Ferrari, che ha lucrato per decenni grazie alla politica corrotta sull’impianto.

La Sateca Spa da tempo ha annunciato la chiusura definitiva dell’attività. Una decisione sofferta – scrivono i soliti media di regime imbeccati dai papponi – che a suo parere è stata la conseguenza di una serie di provvedimenti adottati dalle amministrazioni comunali di Guardia Piemontese e Acquappesa. Secondo l’azienda, si tratta di provvedimenti che impediscono la prosecuzione dell’attività. In particolare, il “Regolamento per i contratti di utilizzo delle acque termali” approvato dai due consigli comunali, che destina una percentuale irrisoria di acqua alle strutture attualmente operative, e soprattutto per aver stabilito – si sottolinea in una nota stampa – in maniera illegittima e unilaterale, la fine del rapporto concessorio al 31 dicembre 2020 con la conseguente richiesta di restituzione di tutti i beni in concessione”.

Fin qui i papponi e i media di regime che li sostengono. Ora invece vi ribadiamo qual è la verità.

Cosa si fa quando si perde o si rischia di perdere un grande affare? Si mettono in piazza i lavoratori e li si strumentalizza. Questo sta facendo ormai da decenni – e lo sta facendo ancora adesso – la famiglia Ferrari, una delle più ricche di Cosenza e Calabria.

Proprietaria della Sateca, la società che gestisce le Terme Luigiane, la famiglia Ferrari ha avuto paura di perdere negli ultimi anni l’affare. E che affare! Nove milioni all’anno di fatturato per un’attività che dura solo 4 mesi, con lavoratori stagionali, assunti solo come tali, in un contesto nel quale si potrebbe lavorare il doppio. E dando solo quattro spiccioli ai Comuni che hanno la concessione perpetua delle acque termali. 

La concessione era scaduta lo scorso anno ma era stata ancora una volta rinnovata nonostante i Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa si fossero stancati – e adesso finalmente l’hanno messa in condizione di sloggiare – di coprire le spalle agli affari della famiglia di Sonia Ferrari, meglio conosciuta come la Svampita di Lorica, che fino a qualche tempo fa è stata pure presidente del Parco della Sila, e che avrebbe voluto anche fare la senatrice in quota Pd se i cosentini (e meno male!) non l’avessero sonoramente “trombata”.

I sindacati, venduti fino al buco del culo, si sono adoperati insieme a quel furbacchione del consigliere regionale Giuseppe Aieta da Cetraro per strappare l’ennesima proroga agitando insieme alla Svampita lo spauracchio dei licenziamenti ma adesso è davvero arrivato il momento di dire basta. E finalmente anche il procuratore Pierpaolo Bruni si è messo in moto per vederci chiaro e ha indagato per corruzione Aieta e quei dipendenti delle Terme Luigiane che si sono prestati al voto di scambio.

Adesso finalmente è davvero finita. Basta, dunque, con tutti questi giochetti alle Terme Luigiane. Si vada verso una gara seria, con la possibilità di far lavorare i dipendenti otto e non quattro mesi e di creare ulteriore ricchezza. Quello che la famiglia Ferrari non ha fatto, pensando solo a se stessa e ai suoi guadagni. E quello che la politica corrotta da quattro soldi gli ha permesso di fare per prendersi i voti di questa povera gente e delle loro famiglie. E poi dicono che sono persone perbene, pulite e che combattono contro il “sistema”: ccuri cazzi, dicimu a Cusenza!