Terme Luigiane, i veri numeri della truffa ai calabresi organizzata da Robertino il parassita

Terme Luigiane, i veri numeri della truffa ai calabresi organizzata da Robertino

Finalmente, dopo tanti misteri arrivano i numeri della “brillantissima” operazione sulle Terme Luigiane organizzata da Robertino Occhiuto (alias il parassita) e definirli imbarazzanti è poco.

Il “capo dei capi” (come lo prendono per il culo anche coloro che lo riveriscono davanti e lo “tagliano” di dietro) tenta, con l’ennesima tragicomica comunicazione video, di far passare una fra le più grandi truffe della storia calabrese come un suo grande successo.

Premesso che ad oggi non risulta alcun accordo sottoscritto fra i Comuni di Guardia e Acquappesa e la Regione e tantomeno alcuna richiesta di acquisto da parte della Regione stessa delle strutture Sateca, il trionfante annuncio di Robertino – “Da oggi le Terme sono dei calabresi” – risulta essere l’ennesima videominchiata del parassita,  capace solo di propinare falsità e menzogne in quantità industriali e capace di dimostrare solo quanto sia patologicamente bugiardo, quasi al pari del fratello cazzaro.

Dopo aver preso le strutture delle Terme in affitto da Sateca (con anche un’opzione di acquisto) con ricatti e minacce, dopo avere venduto l’anno scorso l’acqua ai Comuni di Guardia Piemontese ed Acquappesa ed essersela ricomprata pagandola 10 volte in più (leggi qui https://www.iacchite.blog/terme-luigiane-scandalo-infinito-le-novita-di-radio-serva-regione-e-il-regalino-di-natale-di-robertino-e-compari/) Robertino ha chiuso il cerchio.

Ma vediamo i numeri che il sindaco di Acquappesa, Francesco Tripicchio (detto ‘u curtu) ha snocciolato in un post trionfalistico. 

La Regione Calabria, proprietaria delle acque termali, tramite la sua controllata al 100% Terme Sibarite SpA-Robertino pagherà annualmente, ai comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, per riacquistare la sua stessa acqua data a loro in concessione (e venduta a 22.000 euro l’anno), quanto segue: 

  • 75.000€ canone base. 
  • 22.000€ per il rimborso del canone che i comuni pagano alla regione per l’acqua termale di proprietà di quest’ultima. 
  • 15.000€ corrispondente al 2% del fatturato stabilimento Thermae Novae (stima prudenziale). 
  • 5.000€ corrispondente al 2% del fatturato stabilimento S. Francesco (stima prudenziale) 
  • 140.000€ costo annuo per 4 unità lavorative assunte a tempo indeterminato addette alla vigilanza e manutenzione strutture di proprietà comunale (costo di 2.700€ mese X 4 X 13 mensilità). 
  • 100.000€ spese manutenzione ordinaria/straordinaria proprietà comunali (stima prudenziale) esclusi stabilimento S.Francesco. 
  • 200.000€ da spalmare annualmente per la ristrutturazione da 2.400.000€ del S.Francesco divisa per i 12 anni di contratto (esclusi oneri finanziari). 
  • Il totale fa circa 550.000€ (stima prudenziale) annui spesi dalla Regione Calabria (cioè da noi tutti) per avere la sua stessa acqua, moltiplicato per i 12 anni di contratto fanno la bellezza di 6.384.000 €.

Questo risultato economico, assolutamente parziale, in un paese normale andrebbe paragonato con quello della precedente gestione (cacciata in malo modo, non rispettando neanche una sentenza esecutiva del TAR e della quale i lavoratori erano entusiasti e i clienti/pazienti dicevano solo il meglio).

E ora… rullo di tamburi… la vecchia gestione costava alla Regione… zero, anzi quest’ultima incassava 44.000€ l’anno. Quindi il raffronto è da una parte tra una gestione funzionante e con un incasso da parte della Regione di 44.000€ annui e dall’altra tra lavoratori e utenti incazzati e costi per la sola acqua sulle spalle dei “caggi” per oltre 550.000€ annui. Il tutto mentre nel vicino ospedale di Cetraro non troviamo neanche più la carta igienica nei bagni, il punto nascita continua ad essere chiuso e per qualsiasi emergenza bisogna mettersi in macchina, correre a Cosenza dove ci attende il famoso Pronto soccorso che tutti conosciamo (e sia ben chiaro che non è una critica a medici e paramedici che si ammazzano di fatica) e dove il personale è 1/3 di quello necessario e i chirurghi ormai si portano perfino il bisturi da casa. Purtroppo, tutto questo al “capo dei capi” non interessa perché “loro” vanno a curarsi a Roma o soprattutto a Milano in quota zio Silvio ma anche Formigoni (il re delle cliniche) anche per un’unghia incarnita.

Cosa si nasconda dietro questa geniale scelta, perpetrata con minacce e arroganza, è facile da comprendere e basta andare alle Terme in questi giorni per vedere il viavai di persone in cerca di lavoro accompagnati da politicanti leccaculo e da imprenditori falliti che già bussano alla porta di Robertino pretendendo assunzioni a gogò e proponendo traffici di tutti i tipi.

Robertino cerca solamente il potere e la scelta di acquistare Sorical, Sacal e adesso Terme Luigiane va in questa direzione e gli garantisce dei centri di controllo che durante le prossime elezioni gli faranno molto ma molto comodo. Naturalmente, oltre a Robertino, gli altri trionfatori di tutta la vicenda sono Gianluchino Gallo, che ha messo al comando delle terme un suo uomo, il celebre esperto di lingua leccante Iacobini, e soprattutto i sindaci di Guardia Piemontese ed Acquappesa, Rocchetti e Tripicchio, che acquistano l’acqua termale dalla Regione a 22.000€ l’anno e la rivendono alle Terme Sibarite SpA (controllata al 100% dalla regione) alias Robertino a 550.000€ annui…

Quindi il “capo dei capi” riacquista la sua acqua pagandola ben 25 volte in più di quanto da lui stesso venduta e il tutto per garantirsi un roseo futuro politico con Gallo, Rocchetti e Tripicchio (che è prossimo alla scadenza e quindi alle elezioni e che controllando il personale delle Terme avrà vita facilissima). 

Purtroppo per noi calabresi onesti a questi circa 550.000 euro si devono sommare le spese di gestione operativa e se la Sateca, precedente gestore, dichiarava negli ultimi bilanci un attivo di circa 150.000/200.000 euro annui, è da ipotizzare, conoscendo la proverbiale capacità gestionale degli Occhiuto e quella della Regione Calabria e immaginando la quantità di politicanti da accontentare, che un risultato con un passivo minimo di 300.000/500.000 euro annui sarebbe già un ottimo risultato.

Considerando una media ottimistica di 400.000 euro di perdite e sommandoli ai 550.000 euro di costo “acqua termale” arriviamo a 950.000 di perdita annua per la gestione delle Terme Luigiane. E purtroppo, sempre per le povere tasche dei calabresi onesti, non è ancora finita perché la Regione, per utilizzare le strutture prese in affitto paga alla Sateca un canone in percentuale sul fatturato e facendo due conti è facile ipotizzare che la Regione spenderà per la prossima stagione circa 500/600.000 euro di affitto. 

Ricapitolando e per una migliore comprensione dei fatti: 550.000€ di spese per l’acqua, 400.000€ di perdita per la gestione operativa a cui vanno aggiunti 500/600.000 euro di affitto. Ormai siamo arrivati ad un costo per la Regione di circa 1.500.000 di euro all’anno (tutti dalla sacchetta dei caggi) per tenere in vita le Terme Luigiane, ossia l’ultimo centro di potere di Robertino. La stessa baracca prima funzionava benino ma comunque senz’altro molto meglio di come funziona e funzionerà con la gestione Robertino, e soprattutto non costava un euro ai calabresi e anzi garantiva alla Regione un incasso annuo di 44.000 euro. 

Con le operazioni Sorical, Sacal e Terme Luigiane questo signore si sta garantendo dei centri di potere con i quali il suo futuro politico appare sempre più luminoso mentre il nostro futuro di calabresi appare sempre più buio. Prossimamente vi racconteremo dell’acquisto delle strutture Sateca organizzato da Robertino tramite Fincalabra, dei suoi programmi di dismetterne una parte dopo averle ristrutturate (sempre a spese dei caggi) e a favore di chi e vi spiegheremo come l’interesse degli Occhiuto per le Terme Luigiane non è una novità ma era già evidente in tempi non sospetti. A presto.