Terme Luigiane e Calabria 2021, Peppino Aieta indagato per corruzione e voto di scambio. Viva il Codice etico!

La farsa delle Terme Luigiane va avanti senza soluzione di continuità ormai da troppo tempo. Più o meno un anno e mezzo fa, nell’approssimarsi delle elezioni regionali di gennaio, gli attori protagonisti avevano dato vita ad un’altra puntata di questo squallido teatrino strumentalizzando i lavoratori. Stessa cosa avviene oggi, quando siamo alla vigilia di una nuova tornata elettorale regionale. Al netto delle cazzate propinate dai media di regime, che continuano a parlare di 250 licenziamenti, cerchiamo di spiegare la realtà dei fatti. I sindaci di Guardia Piemontese ed Acquappesa non avevano e non hanno nessuna intenzione di dare il via libera alla ennesima proroga per l’azienda Sateca della famiglia di Sonia Ferrari, alias la Svampita di Lorica, elemento funzionale al Pd, che ha inserito dentro il carrozzone delle Terme i suoi clienti e i suoi parenti.

L’ultima proroga era stata firmata nel 2015 ed era scaduta proprio l’anno scorso. Di conseguenza, il consigliere regionale Giuseppe Aieta – sostenuto comunque da altri suoi colleghi papponi, come per esempio Carletto Guccione detto il maialetto – e insieme a qualche sindacalista “venduto”, ha organizzato il tragicomico tavolo dal prefetto. E per rendere più credibile questa “piazzata”, i politicanti di cui sopra hanno anche coinvolto il vescovo… E alla fine hanno centrato il risultato: proroga ottenuta e voti a volontà per tutti i patetici consiglieri regionali in quota Pd: Aieta in primis ma anche Guccione, Bevacqua e persino Di Natale. Tutti eletti grazie anche a questi voti. 

In realtà, tutti sanno che il licenziamento dei 250 lavoratori era ed è solo uno specchietto per le allodole perché tutti sono al corrente che – al netto di tutte le chiacchiere – i dipendenti veri e propri della Sateca sono al massimo una decina mentre gli altri sono tutti stagionali e raccomandati della casta cosentina del Pd. Aieta è stato costretto a metterci la faccia perché la maggior parte dei raccomandati gli appartengono ma non scherza neanche quella brutta magara di Madame Fifì.

Carletto il maialetto e Morcavallo l’evasore

I sindaci di Guardia ed Acquappesa avevano già fatto presente che proroghe non se ne potevano fare più ma Aieta e tutto il Pd (compreso Guccione, che in questo caso non manda a cagare Palla Palla e Madame Fifì…) hanno insistito perché, in vista delle scorse Regionali, la Svampita e la sua azienda servivano per accumulare qualche voto in più e piazzare per la stagione estiva ormai passata un gruppetto di persone a 50/60 giornate di lavoro, in maniera da fare la figura degli “eroi”. Ma non solo: l’ultima ridicola proroga ha significato continuare a gestire le Terme e la proprietà con quattro soldi…

Tuttavia, qualcosa è andato storto per tutti questi papponi e il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni, ad un anno esatto da quella proroga, ha rotto gli indugi. Aieta è indagato per corruzione e voto di scambio e, in un caso assieme ad alcuni dipendenti delle Terme Luigiane, per la promessa di procacciare voti in suo favore si sarebbe impegnato per ottenere la proroga della sub concessione dello sfruttamento delle acque termali delle Terme Luigiane. Assieme a lui risultano indagati anche Pino Capalbo sindaco di Acri; Emilio Morelli, marito di una consigliera comunale di Roggiano Gravina; e il sindaco di Longobucco Giovanni Pirillo. A loro, per l’accusa, Aieta avrebbe promesso l’assunzione o la permanenza nella struttura regionale dopo la rielezione.

Tutto come da copione, dunque, con la variante imprevedibile rappresentata dal magistrato che vuole vederci chiaro. Eccome se vuole vederci chiaro. Nel frattempo, un partito onesto e che si rispetti avrebbe negato la candidatura a questo soggetto e invece Peppino Aieta ha appena annunciato che si candiderà con il Pd nonostante le gravi ipotesi di reato a suo carico e c’è da giurare che nessuno – neanche quel quaquaraquà di Carlo Tansi – agiterà contro di lui il “Codice etico”.

Tornando alle Terme Luigiane, i sindaci invece puntavano e puntano ad eliminare il monopolio delle acque e riqualificare il compendio termale, tra l’altro di proprietà degli stessi Comuni. Già nel 2006, con un arbitrato mirato, hanno tolto gli alberghi ai Comuni. E volete sapere chi tirava i fili di questa sceneggiata? Ma l’avvocato Morcavallo, naturalmente, anche lui azionista della Sateca, colui che firmò il ridicolo patto della legalità insieme a Carletto il maialetto nel corso della tragicomica campagna elettorale del secondo successo di Occhiuto alle elezioni di Cosenza. Roba da prenderli a calci nel sedere da piazza Fera alle… Terme Luigiane.