Terme Luigiane, la vera storia e tutti gli inciuci tra il Pd e la Svampita di Lorica

Da anni ormai stanno andando in scena le tragicomiche vicende della bella stazione termale delle Terme Luigiane, per decenni e decenni sempre e solo sfruttata dalla famosa Svampita di Lorica, al secolo Sonia Ferrari, e dalla sua facoltosa famiglia, che ha annunciato sui soliti media di regime urbi et orbi la chiusura delle attività. E che adesso è finita nelle grinfie di Robertino Occhiuto e della sua lobby massomafiosa di potere, che poi è complementare a quella di prima, sia chiaro.

Per almeno 5 anni, la Sateca (così si chiama l’azienda di famiglia), era riuscita a sottrarla ai legittimi proprietari, cioè i comuni di Guardia Piemontese e di Acquappesa ma alla fine ha davvero gettato la spugna. Ed era anche ora.

La proroga fatta nel 2015 dai papponi della Regione Calabria alla Sateca, l’azienda della Svampita, era finita da tempo ma la signora, in combutta con alcuni bene individuati uomini politici, aveva inciuciato per continuare a lucrare sulle Terme a danno ovviamente dei cittadini delle due comunità di Guardia e Acquappesa. Fino a quando è arrivato il fatidico annuncio col solito “ricatto” dei dipendenti licenziati. 

Cercheremo, senza tediarvi troppo, di raccontarvi tutta la storia delle Terme Luigiane, di dirvi tutta la verità e di non fare come quei media asserviti alla politica che raccontano un sacco di fesserie per i meschini obiettivi dei loro padroni. Come accennavamo, la Svampita di Lorica insieme ai suoi familiari (il più pulito c’ha la rogna…) ha gestito con il nome di Sateca le Terme Luigiane con un contratto che aveva una durata di 80 anni (1936-2016), firmato – pensate un po’ – da un podestà del fascismo!

Nove milioni all’anno di fatturato per un’attività che dura solo 4 mesi, con lavoratori stagionali, assunti solo come tali, in un contesto nel quale si potrebbe lavorare il doppio. E dando solo quattro spiccioli ai Comuni che hanno la concessione perpetua delle acque termali (43mila euro per la precisione). 

I Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa, che dal canto loro erano titolari di una concessione perpetua sulle acque termali, volevano – alla scadenza del contratto – dare vita ad un bando europeo, eliminando così l’esclusività della gestione a quest’azienda della Svampita di Lorica e dei suoi familiari (il più pulito dovrebbe essere cacciato a calci nel sedere dalla Calabria!).

Nel 2006 l’Unione Europea emana una legge secondo la quale anche le concessioni perpetue devono diventare temporanee ma alle Terme Luigiane non si muove foglia fino all’arrivo del governatore Palla Palla. Nel 2015 infatti Carlo Guccione, sì insomma il maialetto, che all’epoca era ancora amico di Oliverio, rispolvera quella ormai vecchia legge dell’Unione Europea. Guccione, in pratica, si è adoperato per far sì che i Comuni di adeguassero alla legge ma non certo per dare il via ad un bando europeo ma solo per fare una sostanziosa proroga alla Sateca della Svampita e dei suoi familiari (il più pulito è un truffatore incallito, che fa anche rima!). Nella vicenda si inserisce presto un altro delfino di Palla Palla ovvero il consigliere regionale Giuseppe Aieta, il quale riesce a “strappare” ai Comuni una proroga a condizioni ridicole (35 mila euro all’anno a fronte di guadagni immensamente superiori).

Nel 2019 la proroga è scaduta e il prode Aieta è tornato alla carica chiedendone un’altra alle stesse condizioni del 2016… spalleggiato dallo stesso Guccione, che non è amico di Palla Palla ma inciucia alla grande con la Svampita e con uno dei suoi soci, l’immarcescibile avvocato Morcavallo, e dall’immancabile Bevacqua (con la speranza che prima o poi impari a parlare in italiano!). Giova ricordare che in questo lasso di tempo, la Svampita ha fatto parecchi favori ai clienti e ai parenti di Aieta e si è anche candidata alle elezioni politiche del 2018, al Senato, sotto le insegne del Pd di Palla Palla, rimediando una sonora “trombatura” nonostante avesse chiamato i lavoratori stagionali alle Terme “ricattandoli” per avere il voto…

Nel 2019, dunque, si era tornati al punto di partenza e i soliti papponi erano riusciti ancora una volta a strappare l’ennesima proroga con la scusa del licenziamento dei lavoratori per continuare a farsi i loro porci comodi. Poi è arrivato l’annuncio di chiusura attività. E adesso è salito in sella Occhiuto il parassita e probabilmente ha già accumulato più reati di quanti non ne abbiano collezionati Aieta e i suoi fratelli. E noi attendiamo con ansia che “San Pierpaolo” presto ci faccia sapere qualcosa anche di loro. Ché Aieta e i suoi fratelli sono sputtanati ormai da anni…

Si vada verso una gara seria, con la possibilità di far lavorare i dipendenti otto e non quattro mesi e di creare ulteriore ricchezza. Quello che la famiglia Ferrari non ha fatto, pensando solo a se stessa e ai suoi guadagni. E quello che la politica corrotta da quattro soldi gli ha permesso di fare per prendersi i voti di questa povera gente e delle loro famiglie. Salvo poi con il più spregiudicato di tutti ovvero Occhiuto, che si ritiene intoccabile, ci ha messo proprio le mani e tutto il resto di sopra. E poi dicono che sono persone perbene, pulite e che combattono contro il “sistema”: ccuri cazzi, dicimu a Cusenza!