Tesoro di Alarico: l’Unical, Luttwak e l’ironia sul web. “Alarìììì, saglia c’apparamu!”

A Cosenza periodicamente si ritorna a parlare del tesoro di Alarico. Niente di male, per carità. E’ dalla notte dei tempi che se ne parla e se ne parlerà ancora. Al netto delle speculazioni, più o meno grandi, della politica. Che poche ore fa hanno portato Occhiuto e il suo codazzo (segretari, segretari dei segretari, portaborse, oche del Campidoglio…) addirittura nella sala stampa della Camera dei Deputati.

Vittorio Sgarbi, che non è un ignorante e neanche una “capra” (checchè ne dica Occhiuto, che notoriamente non ha studiato all’Accademia della Crusca), ha espresso un giudizio netto. A parere del noto critico d’arte si starebbe parlando di “un tesoro inesistente”, un falso mito “come quello di Atlantide” che sarebbe “di esclusiva pertinenza del mondo dei sogni”, e che conserverebbe la sua forza evocativa proprio per il fatto di non essere ritrovato.

“Il problema non è se il tesoro c’è o non c’è o se Alarico fosse o meno un invasore – ha scritto sui social Luciano Altomare, ricercatore dell’Università della Calabria -. La questione è che un progetto per essere serio deve essere guidato dai professionisti del settore, ovvero gli archeologi. Gli archeologi dell’Unical non sono stati coinvolti, lo so per certo perché sono interno a quell’istituzione, ma non ce ne stanno nemmeno di altre università nel fumoso e fantomatico comitato scientifico. Come si può fare una ricerca così, se ci si affida al sensazionalismo e ai dilettanti? Questa storia non ha nulla di diverso dalle ricerche di Atlantide o dell’arca di Noè!”.

“E poi non dovremmo neanche fare troppa ironia su questa storia di Alarico – ha rincarato la dose un giornalista cosentino al quale piace farsi chiamare Ismaele -, fatta di progetti farlocchi, comitati scientifici bizzarri, senza nessuna supervisione di accademie o università autorevoli, con all’attivo già parecchi marchettoni giornalistici. Perché porta con sé un lato oscuro, per molti aspetti inquietante. Pensiamo a Edward Luttwak, agli annunciati droni israeliani – per qualche giorno non impegnati evidentemente a cercare ragazzini palestinesi armati di fionde – a consulenti militari in odore di Mossad. Ecco, su queste cose non riesco a ridere. Poi però penso che scaveranno davvero e allora non resisto…”.

E non resistiamo neanche noi.

Ecco una selezione delle battute, a nostro avviso, più simpatiche sulla storia di Alarico e del suo tesoro.

“Alarììììììììììì, saglia c’apparamu..”

(cit. Signor Dio in”Conzativicci” di Sergio Crocco)

 

“E’ più forte di me, quando penso alle ricerche del Tesoro di Alarico a Cosenza mi tornano subito in mente: Pinocchio, il Gatto, la Volpe e le monete d’Oro sepolte nel Campo dei Miracoli”.

 

“Primi confortanti segnali dagli scavi per trovare il tesoro di Alarico: trovato un antico modello di lavatrice certamente usata per lavare i vestiti del sovrano invasore”.

 

“Poi cerchiamo anche la pentola con le monete d’oro alla fine dell’arcobaleno?”

 

“A tutti gli Indiana Jones che si avventureranno nel cercare il tesoro di Alarico: già che ci siete, potete vedere se trovate pure il mio caricabatterie?”

 

“Alarico, dopo secoli di silenzio, ha rotto gli indugi: Si presenta cumu Sinnacu a Cusenza!”