The Good Mothers: guai per la serie tv finanziata da Calabria Film Commission. La pentita: “Bloccate tutto”

Rischia già di finire a carte bollate “The Good Mothers”, serie tv finanziata da Calabria Film Commission con il Bando per il sostegno alle produzioni audiovisive in Calabria 2021 in onda su Disney+ che racconta la storia di tre donne che hanno deciso di sfidare la ‘ndrangheta. È proprio una di queste, Giuseppina Pesce, a sollevare questioni legali – e sostanziali contestazioni sulla trama – in una dichiarazione rilanciata da Repubblica. «La mia cliente – sono parole dell’avvocata Michela Scafetta – si riserva di agire nelle opportune sedi per il ristoro dei diritti ingiustamente violati». Pesce è la sola ancora in vita delle tre donne a cui si ispira la storia (le altre due sono Lea Garofalo e Maria Concetta Cacciola): vive da tredici anni in una località protetta con i suoi tre figli, una dei quali minorenne.

L’avvocata della collaboratrice di giustizia evidenza a Repubblica che «la signora Pesce si dissocia dalla narrazione della vicenda, in particolar modo per quel che attiene al contenuto dei primi 3 episodi, ove viene riprodotto un personaggio che nulla ha a che vedere con la storia reale della protagonista e con il suo vissuto all’interno della sua famiglia di origine. Peraltro, il padre della signora Pesce viene descritto come un orco e ciò non corrisponde al vero, essendo lo stesso stato sempre amorevole con la figlia e figura di riferimento per la stessa». La testimonianza di Giuseppina Pesce ha permesso agli inquirenti di ricostruire la piramide del potere del clan di Rosarno.