Umbria 2019, accordo M5s-Pd: la candidata è Francesca Di Maolo

Il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico hanno trovato un nome unitario da candidare alla presidenza della Regione Umbria: è Francesca Di Maolo, presidente del Serafico. Dunque fra i due litiganti Stefania Proietti, la sindaca di Assisi, e  Andrea Fora, giovane leader della Confcooperative, spunta il nome buono proprio nel giorno in cui gli iscritti al Movimento approvano su Rousseau il “patto civico” per l’Umbria con il sostegno di altre forze politiche, tra cui anche il Pd. Il 60,9% dei votanti sulla piattaforma Rousseau ha dato il via libera al “patto civico” per l’Umbria annunciato da Luigi Di Maio. I votanti sono stati 35.036: i sì sono stati 21.320, i no 13.716, pari al 39,1%. La votazione era aperta a tutti gli iscritti M5S sul territorio nazionale.

La nuova candidata dirige l’importante centro di riabilitazione di Assisi è ha un forte radicamento nel mondo cattolico.  “Sull’Umbria sono fiducioso. Ci sono le condizioni con lo sforzo di tutti per arrivare a una forte candidatura, unitaria e competitiva per il bene di quella bellissima terra orgoglio di tutta l’Italia”, ha commentato a caldo il segretario Pd Nicola Zingaretti. L’accordo è arrivato dopo una visita di Luigi Di Maio ad Assisi. Il capo politico ha risposto  anche indirettamente ad Alessandro Di Battista, che ha invitato a non fidarsi del Pd. E afferma che il primo vero banco di prova della nuova maggioranza di governo sarà il taglio dei parlamentari.

Di Maio non cita Alessandro Di Battista ma, come detto, nel post  risponde all’esponente del Movimento. “Io dico a tutti: la fiducia si dimostra! E in questo caso alla prova dei voti in Parlamento – continua il capo politico Cinquestelle – e la prima prova di questo Governo è il taglio dei parlamentari. Va fatto nelle prime due settimane di ottobre. Perché qualsiasi cosa accada, alla fine voglio poter dire a tutti che siamo riusciti in una riforma che gli italiani aspettavano da decenni”. Per Di Maio “la vera prova del nove per noi e per questo Governo sarà la legge di bilancio di dicembre. Il minimo sindacale è evitare l’aumento dell’Iva” e anche “dare ai lavoratori un salario minimo e abbassare le tasse. Altrimenti – conclude – che cavolo ci stiamo a fare al Governo?”.

“Insieme, abbiamo gestito la nascita del governo con il Pd, ascoltando tutti – conclude il ministro degli Esteri -.  Non è una novità che io fossi quello più scettico. Ma questa ipotesi di governo ha ricevuto il record di sempre di voti sulla piattaforma Rousseau, ha anche il pieno sostegno di Beppe Grillo che – come ricorderete – ci ha riunito ad agosto per condividere questo percorso insieme a tante persone che sono pilastri del movimento e che hanno dato il loro sostegno in diverse occasioni, e ha ricevuto l’ok del 99% del gruppo parlamentare”.