Unical, Crisci apre la Giornata della Trasparenza nel mondo dell’illegalità

Oggi dalle 9,30 si sta svolgendo la giornata della trasparenza dell’Università della Calabria, un’iniziativa tesa a favorire lo sviluppo di una cultura amministrativa orientata all’accessibilità totale, all’integrità e alla legalità. Tutto questo solo sulla carta.

In tutte le università italiane, quello di oggi costituirà una opportunità di coinvolgimento di tutti i componenti la Comunità universitaria, per la promozione e la valorizzazione della trasparenza, intesa come accessibilità totale alle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività istituzionale. Retorica, stronzate, bugie, utili per costruire le solite passerelle di personaggi (alquanto immorali) e per suscitare l’interesse della stampa di regime.

Oggi all’Unical Babbo Natale (Masson) e Alfredo Mesiano parlano di legalità e trasparenza. (“Ma mi faccia il piacere!” avrebbe commentato il Principe Antonio de Curtis, in arte e per tutti noi e sempre: Totò). A seguire altre personalità senza senso… che attraverso questi sterili momenti cercano di conquistare un quarto d’ora di gloria.

Da queste pagine vogliamo ricordare al massonissimo rettore Crisci che in materia di rapporti con i cittadini e con la collettività, la legislazione vigente dispone in capo alle pubbliche amministrazioni l’obbligo della trasparenza nei loro confronti. Tutto questo confermiamo, non nell’Università della Calabria.

Ai sensi dell’articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, recante disposizioni in materia di ‘Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni’, la trasparenza è intesa “come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”.

La trasparenza, pertanto, – ricordiamo al massonissimo rettore Crisi e ai suoi scagnozzi da Scarcello a Filice, da Saccà a Mesiano – è uno strumento essenziale per assicurare i valori costituzionali dell’imparzialità e del buon andamento delle pubbliche amministrazioni, per favorire il controllo sociale sull’azione amministrativa e sul rispetto del principio di legalità.

Questa mattina, però, vogliamo suggerire una cosa a Babbo Natale. E cioè: anche ammesso che l’Università sia corrotta, ciò non costituisce in nessun modo una novità; ed infatti, notizie di denunce e di ricorsi contro l’esito di certi concorsi sono assai frequenti, ma c’è di più: è lo stesso sistema che favorisce e implementa la corruzione che si vuole rendere ancora più manipolabile dal potere accademico proponendo ancora una volta – come in questi ultimi decenni – una soluzione “all’americana”.

Quest’ultima è identificata con assunzioni libere, più “trasparenti”, che rispettino le esigenze dei diversi atenei, i quali automaticamente diverrebbero responsabili delle scelte fatte, pagandone le conseguenze con ipotizzate ma mai praticate penalizzazioni. Come è ovvio, ciò ha comportato e comporta la deregolamentazione e quindi lo sprofondare nel mondo della jungla. Perciò dell’Università della Calabria. Invece di parlare di trasparenza invitiamo il rettore Crisci e i suoi scagnozzi di mettersi una mano sulla coscienza e di iniziare a studiare (anche su un vocabolario dei ragazzi) il termine di “Legalità”.

La Freccia Nera