Unical, lo spazio pubblico interno va alla Conca D’Oro: dubbi e perplessità

La gara per la concessione dello spazio pubblico all’interno dell’università (di cui vi avevamo già parlato), finalmente è stata aggiudicata. Ad aggiudicarsela, riuscendo a scavalcare le prima e la seconda ditta, la Conca D’Oro. Dopo le innumerevoli proroghe e rinvii, delle quali lo stesso gestore ci aveva dato spiegazioni, qualcosa torna comunque a riapparirci poco opportuna e decisamente svantaggiosa per l’Università della Calabria, proprio da un punto di vista logico.

L’amministrazione dell’Unical continua nel suo silenzio. La Conca D’Oro si è aggiudicata la gara con un investimento molto basso e con un fitto così svantaggioso per l’università che nel punteggio di gara è stato valutato 0 (zero) punti su un massimo di 17.

Ricapitoliamo: nonostante il contratto scaduto nel giugno del 2014 e il decreto del direttore generale che prevedeva una proroga fino al 31.12.2014, “nell’attesa che si procedesse alla conclusione delle esplicazioni delle procedure di gara”, il bando viene pubblicato solo nei primi giorni di dicembre, con le vacanze natalizie di mezzo.

Strano perché è il periodo in cui quasi tutte le ditte sono distratte da altri problemi e hanno poco tempo da dedicare a questo tipo di lavoro, visto che ci sono anche le ferie di Natale. Comunque, la gara ha inizio; nel progetto tecnico la Conca riesce ad arrivare prima distanziando la seconda classificata (La Cascina) di circa un punto e la terza di quasi sette punti nonostante le altre ditte avessero offerto un investimento, rispettivamente, di circa 800.000 euro e 650.000 euro, cifre che sono poi uscite nell’offerta economica ma che già nella descrizione del progetto tecnico esecutivo (il cui bando richiedeva una descrizione molto meticolosa) davano l’idea del valore dell’offerta.

Per fare un esempio, è come se un costruttore vi offrisse una casa con rifiniture di pregio, vasca idromassaggio alta tecnologia domotica, riconoscendovi anche un fitto molto alto e voi sceglieste una casa molto più spartana incassando un fitto molto basso. Invitiamo le autorità competenti a visionare le carte.

Nell’offerta economica, succede che: La Cascina offre un alto investimento ed il fitto massimo che l’università richiede. La ditta Cardamone offre anche lei un alto investimento ed un fitto altrettanto vantaggioso. Anche la Big Food offre un fitto ragionevole anche se l’investimento risulta esse molto basso. La Conca è sui 200.000 euro di investimento ma offre un fitto così basso che nel punteggio risulta essere ultimo con zero valore. La graduatoria viene sconvolta.

Risulta vincitrice La Cascina, seconda la ditta Cardamone e solo terza la Conca D’Oro. E allora cosa succede? Avendo raggiunto un punteggio molto alto la prima classificata, La Cascina, viene sottoposta come dice la legge alla congruità, ma il bando prevede, scritto in piccolo, che “tutte” le ditte vengano sottoposte alla verifica della congruità economica, dove una seconda commissione presieduta dal Rup, possa rivalutare il progetto. Ma già nella prima commissione era stato presentato un piano di fattibilità economica approvato e valutato dalla commissione di gara.

Colpo di scena: le prime due ditte classificate risultano essere non congrue. E così vince la Conca D’Oro.

Ma in questo momento di crisi l’università non avrebbe bisogno di investimenti che le facciano guadagnare qualche soldo, magari da versare sui servizi agli studenti, che peggiorano di anno in anno, anziché concedere spazi con un fitto svantaggioso?