Villa Torano, diario di uno scandalo

Oggi arriva in Calabria il nuovo commissario alla sanità calabrese Guido Longo. Purtroppo pensiamo che molti cercheranno di nascondergli la verità sui modelli di gestione della sanità privata e allora speriamo che qualche uomo di buona volontà gli faccia leggere cosa è accaduto, appena pochi mesi fa, a Villa Torano. E’ il classico caso-limite per giustificare i finanziamenti ad una Rsa alla quale invece doveva essere REVOCATO immediatamente l’accreditamento. 

A Torano, in una struttura sanitaria privata che è una gallina dalle uova d’oro, scoppia il caso Covid. In un vortice di tamponi e contro tamponi si è cercato di mitigare il danno (d’immagine) che avrebbe portato dritti alla chiusura della struttura. Ma la gallina dalle uova d’oro, cioè la casa che ospita anziani, è di un intoccabile amico della presidente della Regione che si chiama Parente e ha messo il suo socio di una vita – Poggi – a fargli da prestanome e tra un tampone e l’altro, di colpo si trasforma da Rsa a centro Covid, che è il solo modo per continuare a restare aperta senza perdere il flusso di denaro della Regione. Intanto su questa vicenda dalla Santelli pare non essere giunto nemmeno un rassicurante “tuttappò”. Dal momento che dilagano sul web le foto di lei mentre presenta le sue liste insieme al… Parente!

Ricapitolando: il giorno di Pasquetta esplode il caso del virus a Villa Torano. Rimane infettata una paziente di 66 anni e viene ricoverata all’Annunziata. Nel breve volgere di poche ore si diffonde la notizia di altri 21 casi positivi tra altri pazienti e operatori sanitari e si dispongono tamponi a tappeto. Inizia il balletto delle cifre ma emerge subito chiarissimo il sospetto che non tutto si sia sviluppato improvvisamente come vorrebbero farci credere.
Sapevano dei casi positivi già dalla settimana scorsa – urla una ragazza -. Ma questi irresponsabili lo hanno tenuto nascosto. Volete sapere perché? Ve lo dico io: perché se fanno evacuare la struttura, gli bloccano gli accrediti della Regione e non vedono più un euro questi approfittatori da quattro soldi e senza nessuno scrupolo… Pansini, il direttore sanitario, è quello che ha più colpe: non ha fatto un kaiser, per usare un eufemismo. I parenti dei pazienti nonostante i divieti continuavano ad entrare. E tutti muti… è una vergogna. Qualcuno dovrà pagare per quello che sta succedendo e non me ne frega niente se Parente è amico della Santelli, anzi a maggior ragione…”.

Anche il sindaco di Torano Castello, Lucio Franco Raimondo bastona Poggi&Parente. “In questo momento i numeri che si alzano sono preoccupanti – dice in diretta Rai – e l’obiettivo adesso è quello di avere in pochi giorni un quadro più completo possibile del numero dei contagiati perché purtroppo i numeri fanno pensare che il tutto non si è sviluppato in uno o due giorni ma c’era qualcosa che covava da più giorni, da più settimane… Quindi si è deciso per l’estensione dei tamponi anche su familiari, amici e su quelli che impropriamente i giorni di Pasqua e Pasquatta hanno avuto contatti – che non dovevano avere ma che ormai hanno avuto -… Dobbiamo accettare il dato che c’è e lavorare per circoscrivere tutti questi contatti e avere il numero preciso dei possibili contagi”.

IL COLPO DI SCENA

L’Asp di Cosenza decide di ripetere i circa 100 tamponi eseguiti a Villa Torano. Nella Rsa di Torano Castello arrivano gli operatori sanitari dell’Asp di Cosenza, la “squadra” del capo della task force Mario Marino, per fare il punto della situazione e ripetere anche i tamponi già eseguiti. Il motivo è da ricercare nel fatto che il tecnico della Rsa che ha analizzato i tamponi non ha cambiato i guanti fra un esame e l’altro e quindi potrebbe aver influito sui risultati contaminandoli. In gergo si definisce errore di procedura.

LA DENUNCIA DI GUCCIONE

Il fatto che si sia mossa l’Asp di Cosenza significa una sola cosa: è stata tenuta fuori o meglio scavalcata dalla proprietà di Villa Torano. A rivelarlo ufficialmente è il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione in una interrogazione rivolta alla Regione. “… La prima comunicazione di richiesta tamponi – afferma – stranamente veniva trasmessa al Dipartimento Salute della Regione Calabria e non al Dipartimento Prevenzione dell’Asp di Cosenza”.

Ma c’è di più, perché Guccione rivela che i tamponi se li è andati a prendere materialmente il socio di Parente, il solito Poggi. O magari il rampollo, che somiglia “terribilmente” al rampollo dell’usuraio di Cosenza suo omologo…
“Non siamo a conoscenza in base a quale procedura la Protezione civile regionale – afferma ancora Guccione – abbia affidato 200 tamponi alla proprietà della Rsa “Villa Torano”. Tutto ciò avveniva tra la notte del 13 aprile e la mattina del 14 aprile… Da questa ricostruzione dei fatti emerge con evidenza che l’esecuzione dei tamponi effettuati da parte della proprietà della Rsa “Villa Torano” è avvenuta senza alcun tipo di coinvolgimento o comunicazione all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza”.

La storia più grottesca che ci stanno raccontando è quella dei primi cento tamponi. Quei tamponi, in barba e alla faccia di ogni protocollo e di ogni regolamento, scavalcando completamente l’Asp di Cosenzasono stati prelevati materialmente dal prode Poggi alla Protezione Civile di Catanzaro, eseguiti a Villa Torano e mandati sempre a Catanzaro, all’ospedale Pugliese, con l’intervento diretto di un medico della combriccola, dove erano stati “processati” con un numero presumibilmente molto alto di positivi. Secondo quanto scriveva Catanzaro Informa, dopo aver ricevuto il bollettino del Pugliese, questi positivi erano addirittura 46… (46 positivi a Villa Torano).

Ma questo numero dev’essere bloccato. Ordini superiori. Una volta si diceva ragion di stato oggi si può tranquillamente affermare che è ragion di massomafiastato… E qui entra in scena l’Asp, che quantomeno – anche se a scoppio ritardato – denuncia il giochino di Poggi e Parente con i tamponi. Quantomeno per evitare di finire tra gli indagati. Perché prima o poi qualche indagato dovrà pur venire fuori da questa storia. Anche perché, dopo due giorni di grottesche piroette, finalmente emerge il vero numero dei contagiati: 78!!! (settantotto). Cinque in più del focolaio della Domus Aurea di Chiaravalle che è diventato un caso nazionale. Aggiungendo tutti i contagi trasmessi da parenti e contatti stretti, nel comprensorio della Valle del Crati si è arrivati addirittura a 131 casi positivi conclamati e dichiarati persino dalla Regione. 

IL NOME DEL… PARENTE

Guccione non se la sente di fare il nome del… Parente ma per fortuna lo fanno i Cinquestelle, che mettono un po’ di pepe dentro il deretano del faccendiere che fa politica. «… Oltretutto – precisa D’Ippolito – la gestione di Villa Torano sarebbe riconducibile al politico Claudio Parente, che appartiene allo stesso schieramento della presidentessa della Regione Calabria, Jole Santelli, e dunque con un possibile, forte conflitto di interessi in questa vicenda ancora non chiara, che in ogni caso dovrebbe indurre l’esecutivo regionale a rivedere a fondo i rapporti con la sanità privata, spesso riferibile a soggetti con incarichi elettivi».

LA TRANSUMANZA

Sul fronte della gestione dei pazienti di Villa Torano, i boss della sanità privata hanno già fatto la loro proposta, che è stata prontamente accolta dai loro servi sciocchi della Regione. La sciagurata decisione di accettare il piano imposto da questi due faccendieri è realmente un pugno nello stomaco ad ogni logica. La Regione non solo non chiude Villa Torano revocando accreditamento e convenzione ma, se possibile, la “premia” facendola diventare addirittura Rsa Covid (cose da pazzi!) e autorizzando il trasferimento dei pazienti negativi in un’altra clinica dei due manigoldi a Mottafollone, spostando poi ancora altri pazienti a Spezzano Albanese in un’altra delle strutture di Poggi&Parente. Ora, anche un bambino capirebbe che agendo in questa maniera non si fa altro che diffondere il contagio ma la legge del denaro prevale su tutto e questa legge dice che se non si risolve il problema della “pila” a Villa Torano non si muove foglia.

Una porcata di dimensioni colossali per scongiurare la chiusura della gallina dalle uova d’oro di questi due soggetti e mantenere il budget di spesa e quindi i soldi sonanti per Poggi&Parente. Incredibile ma purtroppo tutto vero.

Claudio Parente, come scriviamo da tempo, è uno dei collaboratori più importanti di Jole Santelli. In 24 ore, la Regione Calabria, cioè Jole Santelli telecomandata da Parente, dà la disponibilità del personale sanitario, dispositivi di protezione e ambulanze per il trasferimento dei pazienti,
Invece il titolare della Domus Aurea di Chiaravalle, che non ha amici in Regione, viene lasciato da solo al suo destino. Dopo 7 giorni la Regione lasciava i pazienti senza assistenza, senza personale, senza dispositivi e poi veniva revocato l’accreditamento alla struttura. Cari calabresi, qui non si salvano le persone ma gli amici degli amici e i compari dei loro compari, come diceva il mitico Franco Morelli prima di andare in galera. 

Allora, cerchiamo di ricapitolare a beneficio della migliore comprensione di tutti i nostri lettori: non solo Villa Torano non chiude ma continua tranquillamente a prendere i soldi. Gli danno infermieri, gli danno i dispositivi di protezione, gli spostano addirittura gli ammalati con il 118 e anche se non ha l’accreditamento Covid conserva lo stesso budget precedente. Anzi, il servo della Regione Antonio Belcastro riesce persino a fare di più. Dice a Parente di non preoccuparsi, di non chiedere soldi alla Regione perché – incredibile!!! – “ospita” pazienti Covid perché comunque lui, a nome del governatore, gli assicura lo stesso trattamento di prima. Se non è massomafia questa, ci dite voi che cos’è?

MOTTAFOLLONE E LUNGRO

A questo punto, però, c’è una variabile. Il Comune di Mottafollone si ribella alla massomafia di stato (leggi la Regione Calabria) che ha ordinato il trasferimento dei pazienti presunti negativi di Villa Torano alla Rsa – appunto – di Mottafollone con l’obiettivo dichiarato di contenere il contagio ma con il risultato effettivo di estenderlo anche a questo comune che ha l’unica “colpa” di avere sul suo territorio una struttura di proprietà del prestanome del boss della sanità privata Claudio Parente.

Il sindaco Romeo Basile, che è un medico di base, sta difendendo con tutte le sue forze la sua gente e il suo paese e allora da stamattina si è messo a presidiare l’ingresso nel suo paese insieme ai vigili urbani e ad una ruspa per impedire quella che chiama la “transumanza” ed opporsi quindi fisicamente al trasferimento dei pazienti organizzato dalla massomafia di stato che ammorba la Calabria da decenni. Al blocco, in atto nei pressi della Rsa del boss Parente, partecipa anche l’opposizione, il paese è tutto unito contro questi delinquenti che continuano a speculare sulla pelle della povera gente.

Il sindaco di Lungro Giuseppino Santoianni dispone anche lui un’ordinanza uguale a quella del suo collega di Mottafollone in cui vieta il trasferimento alla Rsa Don Milani dei pazienti provenienti da Villa Torano se non dopo aver avuto 2 tamponi negativi, esclusi chiaramente quelli già fatti tra ieri e oggi…

La Rsa Don Milani di Lungro, ovviamente, è un’altra delle strutture dei due “boss” catanzaresi che stanno ammorbando tutta la provincia di Cosenza con la loro disorganizzazione galoppante e la loro sete di denaro.

Pare che al Don Milani di Lungro, con la scusa della fine delle riabilitazioni e la non “disponibilità” della struttura a concedere proroghe, abbiano chiesto ai familiari dei pazienti che dovevano transitare nelle altre strutture del gruppo il pagamento di 50 euro giornalieri, firmando un contratto di adesione e pagando una cauzione di 1000 euro. Questo era accaduto già la settimana prima di Pasqua, e a detta di alcuni lavoratori della struttura, avevano già mandato a casa 13 pazienti.

Tutto questo, pertanto, è avvenuto ben prima dell’esplosione del gran casino di Villa Torano… Questo significa con tutta probabilità che almeno una settimana prima, come dice la gente, Poggi&Parente erano a conoscenza dei casi positivi a Villa Torano e stavano liberando posti per i trasferimenti nell’ambito delle strutture del gruppo.

Siamo alla follia o meglio siamo alla massomafiosita’ diffusa in un contesto nel quale lo stato non solo è inerme ma anche complice e connivente visto che non muove un solo dito per fermare questa vergogna. Alla fine, vista l’impossibilità di trasferire i pazienti, i boss Poggi&Parente sono stati costretti a tenere tutti dentro la Rsa: pazienti e operatori sanitari, contagiati e non contagiati. Comunque un disastro (diversi pazienti sono morti nell’indifferenza totale…) e tutto questo sempre per non chiudere la struttura.

IL PARADOSSO

Ma l’aspetto più paradossale di tutta la vicenda è la notizia (questa sì davvero sconvolgente) dell’apertura di un’inchiesta da parte del Gattopardo di Cosenza, al secolo il procuratore più corrotto d’Italia, Mario Spagnuolo. Davvero non si capisce quale dovrebbe essere il ruolo della magistratura corrotta in questa vicenda se non quello che ha avuto sempre da tre decenni a questa parte. Ovvero quello di insabbiare tutto. E il Gattopardo, modestia (sua…) a parte, in questo è il numero uno. Ci putiti minà ccu na mazza!