Why Not e Poseidone, De Magistris li aveva già smascherati: “La criminale ragion di stato di Murone, Galati e Pittelli”

L’arresto dell’avvocato Giancarlo Pittelli e tutto quello che ne è scaturito da due anni a questa parte, aveva portato inevitabilmente alla memoria le operazioni Poseidone e Why Not condotte dall’allora pm della DDA di Catanzaro Luigi De Magistris e che gli furono sottratte con uno sporco gioco di palazzo proprio grazie a Pittelli e ai suoi compari. E a maggior ragione se ne parla anche oggi, a poche ore dal nuovo arresto di Pittelli, stavolta da parte della DDA di Reggio Calabria.

Già nei mesi scorsi De Magistris aveva rievocato le minacce della massomafia calabrese ancora impunita (l’ex magistrato Chiaravalloti e l’attuale procuratore di Cosenza Spagnuolo alias il Gattopardo) andando a riaprire vecchie ma sempre attuali ferite. E adesso anche i media di regime, piano piano, stanno iniziando a capire come abbiamo visto circa un anno fa a PresaDiretta, la cui inchiesta era stata commentata con favore dallo stesso De Magistris (http://www.iacchite.blog/catanzaro-finalmente-viene-alla-luce-il-ruolo-di-pittelli-di-luigi-de-magistris/). Tuttavia, è chiaro che le televisioni di stato oltre un certo limite non possono andare e allora noi integriamo il tutto con qualche altro particolare, non certo secondario.

Luigi De Magistris aveva commentato così circa tre anni fa le motivazioni depositate della sentenza nel processo di Appello svoltosi a Salerno per la sottrazione all’ ex pm delle inchieste “Poseidone” e “Why Not” nel quale era pesantemente coinvolto uno degli arrestati eccellenti dell’ultimo blitz di Gratteri ovvero l’avvocato Giancarlo Pittelli.

“La Corte d’ Appello ha riconosciuto, accogliendo il mio ricorso – affermava De Magistris – il reato di abuso di ufficio per l’ allora Procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone, il senatore Giancarlo Pittelli, il sottosegretario alle attività produttive Giuseppe Galati, il Procuratore generale facente funzioni di Catanzaro Dolcino Favi e l’ imprenditore Antonio Saladino“. “Fatti ormai prescritti- aggiunge il sindaco di Napoli – e sentenza valevole per i soli effetti civili, perché la Procura della Repubblica di Salerno e la Procura Generale ritennero di non impugnare la sentenza di assoluzione di primo grado nonostante i PM di udienza avessero chiesto la condanna degli imputati”.

“A distanza di oltre 10 anni dai fatti, magistrati autonomi, onesti e coraggiosi – prosegue De Magistris – statuiscono quello che tutte le persone perbene che hanno avuto modo di conoscere i fatti ben sapevano. La revoca del procedimento Poseidone da parte del Procuratore Mariano Lombardi (nel frattempo deceduto) e l’avocazione del procedimento ‘Why Not’ da parte del Procuratore Generale Dolcino Favi furono illegittime“.

Una criminale ragion di Stato – affermava ancora l’ ex pm – condusse a fermare indagini che entravano nel cuore del sistema criminale dei rapporti tra criminalità organizzata, affari, politica, settori di magistratura e forze dell’ordine, con il collante della massoneria deviata”. “Il Consiglio Superiore della Magistratura che sapeva o aveva il dovere di sapere come stavano realmente i fatti, avendo acquisito atti ed avendo ascoltato i valorosi magistrati di Salerno che indagavano sui magistrati di Catanzaro, decise, su sollecitazione del Ministro della Giustizia Mastella e della Procura Generale della Cassazione, di strapparmi la toga di pubblico ministero e trasferirmi da Catanzaro per incompatibilità ambientale”.

“Avete distrutto il mio difficile e complesso lavoro investigativo – concludeva De Magistris – ma non avete distrutto la mia coscienza. Provo anche vergogna per tutti quelli che nelle Istituzioni in quegli anni, soprattutto nella magistratura, rimasero alla finestra a guardare lo spettacolo di deviazioni criminali senza precedenti. Se i criminali di Stato hanno vinto in quegli anni è stato anche per questa colpevole inerzia. Oggi, però, è come se mi sentissi di nuovo magistrato”.