Ci siamo occupati più volte del sistema di potere riconducibile a Nicola Adamo e Madame Fifì. Un sistema che ha rastrellato prima miliardi di lire e poi milioni di euro di fondi pubblici per consolidare una politica sporca e senza nessun interesse per il bene comune.
Abbiamo scritto di servi e famigli come Carletto Guccione, Damiano Covelli, Gabriele Petrone e Raffaele Zuccarelli ma anche di persone scomparse come Giancarlo D’Agni e Giulio Grandinetti. Oggi però, grazie alla rissa e all’imponimento immortalati persino dai media di regime andati in scena nell’ultima assemblea del Pd, tutti vogliono sapere non tanto chi sono Nicola Adamo e Damiano Covelli, che ormai li conoscono tutti, ma il terzo buzzurro protagonista della piazzata ovvero Raffaele Zuccarelli, in arte Rafeli malavita.
Raffaele Zuccarelli, presidente del centro studi L’Idea, è stato certamente il terminale economico delle losche vicende di “Rimborsopoli” per le quali risulta indagato al pari del suo “padrone” Nicola Adamo.
Non scopriamo certo il terzo mistero di Fatima se scriviamo che Zuccarelli è il vero prestanome di Nicola Adamo, quello che ha accesso anche ai conti in banca, soprattutto a quella che ha sede in Piazza Kennedy.
Ma Zuccarelli, beato lui, ha fatto parte anche della struttura di Mario Oliverio a 3200 euro al mese. Che, poverino, ha famiglia e una delle figlie, Marica, è stata assunta con i (falsi) precari all’ASP di Cosenza ma non viene pagata e quindi qualcuno deve farsene carico… E adesso deve essere assolutamente ‘nzaccato da qualche altra parte. Il più indiziato in questo senso è Franco Iacucci, altro squallido componente della banda di Capu i Liuni, che dopo aver assunto Guccione non si farà certo problemi ad accogliere anche Zuccarelli.
Si badi bene: “Rafeli malavita” come lo chiamano i più intimi, non è entrato nella struttura di Oliverio in quanto presidente della Regione, ma in quanto semplice consigliere regionale, perché in Calabria accade anche questo.
Un presidente che ha già una struttura di 30 persone utilizza anche i fondi del consiglio regionale nella sua qualità di consigliere regionale ed a capo di questa (seconda) struttura è stato piazzato il prestanome di Nicola Adamo. E chiaramente senza stare un giorno (che sia uno!) a Catanzaro. Ci andava soltanto quando è giorno di paga o quando doveva firmare qualcosa o quando deve prendere i soldini per trasferirli da qualche altra parte. E adesso è pronto per un nuovo incarico, se poi non sarà alla Regione con Iacucci o con Bevacqua, certamente troverà spazio al Comune di Cosenza dove ormai, come tutti sanno, comanda Nicola, anche se è travestito col cappuccio del sindaco massone.
Zuccarelli, la quintessenza dell’ingegno politico, un fine intellettuale che da Portapiana, passando per Casali (il quartier generale di Adamo) gestisce tutta la pila della corrente adamitica. Forse proprio perché, come cantavano Cochi e Renato, “la gallina non è un animale intelligente”.
Zuccarelli minaccia di picchiare chiunque metta in discussione l’onestà (!!!) e la trasparenza (ahahahah!!!) dei suoi padrini e padroni politici e sta in giro, con lo sguardo torvo e sempre più idiota, a promettere “paliatoni” a questo e a quello. Eh sì, perché il suo sogno (proibito) è quello di essere il bodyguard di Madame Fifì quando la strega diventerà ministro… Un buzzurro della peggiore specie, che supera per cretinaggine e idiozia gente come Damiano Covelli, Gabriele Petrone e compagnia cantante, che pure non scherzano.
Dopo le morti di Grandinetti e D’Agni, adesso il vero referente è lui e Nicola e Madame Fifì sono convinti di aver riposto bene le loro speranze. Anche perché “Rafeli” scoppia di salute e dovrebbe (gli scongiuri in questo caso sono d’obbligo) durare più a lungo degli altri due.
Incrociamo le dita e prepariamo gli… incantesimi. Anzi, per quelli c’è già Madame Fifì. Povera Cusenza nostra!
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