Federico Bisceglia, lo strano caso del pm morto a mezzanotte

Il 1° marzo 2015, esattamente dieci anni fa, perdeva tragicamente la vita nei pressi di Castrovillari il magistrato Federico Bisceglia, noto per le sue coraggiose inchieste sulla Terra dei Fuochi in Campania (e non solo). Ufficialmente sarebbe morto per un incidente automobilistico ma si tratta di una versione di comodo che non ha mai convinto nessuno, tranne l’ex procuratore di Castrovillari Franco Giacomantonio, notoriamente “ammatassato” nel sistema marcio e corrotto dello stato deviato.

All’epoca, La Provincia di Cosenza diede il via ad una coraggiosa inchiesta. Pezzi su pezzi, senza tregua: per esporre dubbi e incongruenze, per porre domande alle quali non sono mai arrivate risposte. E poi una lettera pubblica allo stesso Giacomantonio.

Michele Santagata, autore della missiva, ricorda anzitutto al giudice che non è la prima volta che gli si rivolge: gli aveva scritto “Una prima volta per comunicarLe (mi scusi se ci siamo permessi) incongruenze amministrative e possibili infiltrazioni mafiose nell’appalto che riguarda la costruzione del primo lotto della strada che avrebbe dovuto collegare Sibari alla Sila. Un’opera che non solo non si farà mai più, ma che lascia sul “terreno” uno sfregio oltraggioso al paesaggio e alle comunità che in quei luoghi vivono. Per non parlare del caso Bergamini. Fino ad arrivare allo strano caso dell’incidente che ha coinvolto lo sventurato pubblico ministero dottor Federico Bisceglia”. Contattato più volte l’ufficio stampa, non è riuscito però a ottenere risposte. E da qui le domande poste che urlano necessità di risposte.

Come mai non esistono, a differenza di tutti gli altri sinistri automobilistici, foto di questo incidente?

Lei, che può, potrebbe, per cortesia e mai ppi cummannu (traduzione: non vorrei sembrare arrogante, né darLe ordini, non mi permetterei mai) chiedere alla polizia stradale se esistono riprese dell’incidente o riprese dell’auto del giudice prima dell’impatto che lo collocano (verosimilmente) a quell’ora e su quella carreggiata? Giacchè c’è, può anche chiedere, sempre agli stessi, se sabato 28 Febbraio, intorno alle ore 20,45, nella carreggiata nord della Salerno – Reggio Calabria, all’altezza di qualche chilometro prima dell’autogrill di Castrovillari è avvenuto un incidente?

Esiste, come in tutti gli altri casi, una relazione di servizio, della polizia, del 118, dei pompieri, o dei puffi sulla dinamica di questo incidente?

E, se si, si può leggere, o è un segreto di stato?

Come mai, su questo incidente, le notizie confluiscono alla stampa con ritardo notevole, eppure si tratta di un personaggio “noto” (vista l’era “digitale” non trovate strano che, nel mondo dei “selfie”, dove tutti riprendono tutto, solo in questo caso sembra di essere tornati al telefono a gettoni?

Alcuni scrivono che l’auto è precipitata da un viadotto alto 30 metri, come Marco Di Caterino del Mattino. Stessa cosa il Messaggero. Mentre l’Anas nel comunicato “riparatore”, parla di una uscita del veicolo “fuori strada in un tratto rettilineo”. Riparatore perché è chiaro che esperti della materia come quelli dell’Anas, sanno benissimo che in un incidente in autostrada o si finisce sotto un burrone o in una scarpata, o si vola da un viadotto o si rimane “sulla strada” spiaccicato o su un muro o sul guardrail. Ma sempre sulla strada. E dove è finita la macchina non è chiaro. Questo “fuori strada” detto dall’Anas, non può essere un modo di dire. E poi l’Anas nel diramare questo generico comunicato scrive ancora : “ha impattato contro le barriere laterali (plurale) dopo alcuni testacoda”. Questo lascia immaginare che l’auto sia “carambolata” tra una barriera e l’altra (che delimitano la carreggiata sud in questo caso) per poi fermarsi (o continuare, non si sa) contro una barriera (singolare). Ma noi che abbiamo ispezionato la scena (rivedi nostro book fotografico) del presunto incidente (insieme ad un esperto), non abbiamo riscontrato “impatti” sulla barriera di sinistra. Altri invece scrivono che la causa dell’incidente (l’Anas, con il responsabile con cui io ho parlato, dice “a velocità sostenuta”), dalle prime informazioni, è un colpo di sonno. Ipotesi smentita (se qualcuno smentisce significa che la notizia è circolata) in seguito “all’arrivo” di un’altra notizia (da dove è arrivata?), che vuole che il povero giudice abbia fatto una sosta una decina di chilometri prima dell’incidente.

E quindi “quest’ultima circostanza porta a escludere l’ipotesi del colpo di sonno che avrebbe fatto perdere al conducente il controllo del veicolo”, come scrive il Quotidiano del Sud, il 5 marzo 2015. Chi fornisce queste informazioni ai giornalisti?

E ancora, come mai, da subito per la dottoressa Anna Russolillo, si parla di prognosi riservata? Sappiamo che la prognosi è un giudizio di previsione sul probabile andamento della malattia, e la riserva si aggiunge quando la prognosi non è possibile, perchè la malattia è suscettibile di evoluzioni non prevedibili anche gravi a partire dalla diagnosi iniziale. Ma questa espressione medica, inserita in un quadro di incidente automobilistico, tra voli da viadotti di 30 metri, testacoda, alta velocità, lasciano intendere, nell’immaginario collettivo, il peggio. Quasi a voler descrivere un tragicissimo incidente.
E con gioia apprendiamo che la dottoressa, invece, non ha riportato nessun danno grave mentre poi l’ospedale, e ne siamo lieti, la dimette solo dopo due giorni.

E per finire, sempre l’Anas, dice che “nell’incidente non sono stati coinvolti altri veicoli”. Secondo Lei può voler dire che da lì non è mai passato nessuno?

Interrogativi inquietanti e – lo ribadiamo – ancora senza nessuna risposta. Anche il M5s, che all’epoca aveva preso a cuore il caso pubblicando anche un video realizzato da Michele Santagata, ha lasciato finire tutto nel dimenticatoio. CLICCA QUI PER GUARDARE IL VIDEO (https://www.youtube.com/watch?v=V48Ofzw2_L8)