In queste ore è ripreso il chiacchiericcio sulla metro con conseguente scambio di opinioni tra i sindaci di Rende e Cosenza, il primo contrario all’apertura di cantieri senza la sicurezza che l’opera si farà davvero e il secondo – ovviamente – a favore per come sta dimostrando follemente ormai da mesi.
In particolare, il sindaco di Rende Marcello Manna ha espresso le sue perplessità sulla realizzazione della metrotranvia a conclusione dell’incontro “Metropolitana Fantasma” organizzato dagli studenti del liceo scientifico “Pitagora”. “La nostra città – ha detto – non intende aprire cantieri che potrebbero restare tali. Chiederò la convocazione di un tavolo tecnico-amministrativo-politico al presidente della Regione ed al Comune di Cosenza per decidere il da farsi. L’iter – ha aggiunto – era già stato avviato, abbiamo trovato una gara già espletata. Le città e la regione hanno bisogno di un sostegno concreto che non può scaturire da cantieri di lavoro che tardano ad avviarsi, i tempi sono altamente determinanti. Il Comune di Rende è già all’opera. Cercare altre soluzioni, opportunità, appare necessario. Sicuramente bisogna fare in modo che il finanziamento non vada perduto, ne abbiamo bisogno. Ma abbiamo altrettanta necessità di strutture per la mobilità e la ridefinizione del concetto della stessa”.
L’economista Matteo Olivieri ha spostato tuttavia l’attenzione sul vero problema, del quale ovviamente nessuno parla. “Questi due bugiardi continuano a far finta di litigare e a sparare balle nella speranza di fare come gli incantatori di serpenti. Leggete qui cosa dice il paragrafo 8 del capitolato prestazionale a proposito della “Risoluzione del contratto”:
“Costituirà in ogni caso motivo di risoluzione espressa, salvo il diritto al risarcimento del danno, il verificarsi anche di una soltanto delle seguenti situazioni: […] 6. fallimento concordato preventivo o altra procedura concorsuale che dovesse coinvolgere l’Affidatario;…”.
Insomma, ci sono mille motivi per dichiarare già decaduto unilateralmente il progetto, da quando lo scorso dicembre 2018 la CMC di Ravenna ha chiesto di essere ammessa al concordato preventivo, ma questi qui continuano a menare il can per l’aia e a pavoneggiarsi come due azzeccagarbugli!”.