Rende 2019, laboratorio di “fratellanza universale” (di Matteo Olivieri)

RENDE 2019, laboratorio di “fratellanza universale” 

di Matteo Olivieri

Alle prossime elezioni comunali di Rende gli elettori saranno chiamati a scegliere tra il “vecchio vecchio” e il “nuovo vecchio” o, al massimo, saranno chiamati a indicare le persone di gradimento perché tanto il programma elettorale è lo stesso ed è stato già scritto… lontano da Rende.

Ognuno reclama di essere il nuovo e addita gli altri come vecchiume. “Vecchio” e “nuovo” sono apparentemente due schieramenti contrapposti ed invece giocano la stessa partita su tavoli diversi. Spesso, addirittura, si scambiano i giocatori e così sorge il sospetto che la partita sia truccata. Infatti, tutti gli schieramenti dicono che indietro non si torna; tutti si dichiarano favorevoli alla città unica; tutti vogliono che la città sia baricentrica rispetto all’area urbana; tutti scommettono sul rilancio strategico del centro storico o su opere pubbliche fallimentari stile parco acquatico; tutti ci dicono che è finita l’epoca delle politiche urbanistiche in deroga (stendiamo un velo pietoso); tutti parlano di rapporti strategici con l’università. Chi può, dichiara di aver risanato le casse pubbliche; alcuni promettono posti di lavoro senza tuttavia specificare come.

Inoltre, chi più chi meno, ma tutti sono a favore della metrotramvia; sono a favore dell’ospedale privato convenzionato col servizio sanitario nazionale (ingrassato a spese della sanità pubblica, che invece finisce sotto i riflettori dei media nazionali) nonché a favore dell’aumento di cubature previste nel Piano Strutturale Comunale; tutti si dicono convinti che al centro delle priorità vi sia il decoro urbano. Come se non bastasse, a marcare il territorio si sono fatti avanti velocemente vari rappresentanti della maggioranza al governo regionale, o faccendieri ed emissari di Oltrecampagnano pronti ad offrire soccorso.

Se non fosse per le tante similitudini, si potrebbe ben dire che Rende sia un laboratorio di “fratellanza universale”. Chi sperava che ci fosse uno spazio politico da riempire con un’agenda amministrativa innovativa e realmente alternativa, orientata alla piena occupazione, ancorata alle effettive esigenze del territorio, ispirata dalle tendenze di una città moderna e dalla vocazione internazionale, quale Rende nei fatti è, dovrà rimanere ancora una volta a bocca asciutta. Buona fortuna, Rende!