Calabria 2020: il ricatto di Mario, il No della Lega e la strategia di Berlusconi

Non si arrende. E il perché lo abbiamo più volte spiegato. Restare fuori dai giochi di potere politico per Mario Occhiuto significa consegnarsi, mani e piedi, ai suoi creditori, e ai tanti pm che da tempo lo inseguono con inchieste scottanti. Senza carica politica non c’è possibilità di frodare lo stato, e senza pecunia pubblica, è impossibile comparsi le coperture di cui ha goduto fino a poco fa. Nessuno è disposto a rischiare di essere suo complice a gratis. Lo diciamo da tempo: questa per Mario Occhiuto è la battaglia della vita. Se non porta a casa qualcosa da queste elezioni regionali, tra qualche mese la sua vita pubblica e sociale, cambierà radicalmente. In peggio, si capisce.

Mario Occhiuto non ha più niente, almeno ufficialmente, non ha più un lavoro a cui tornare, i suoi “studi di architetto” sono stati dichiarati falliti e gli stabili dove erano allocati pignorati e messi all’asta. Non ha più politici di riferimento e di peso a cui rivolgersi per “armare” qualche intrallazzo, magari da civile. Nessuno è più disposto a “mbruscinarsi” con lui: meglio stare lontani da un tipo attenzionato da diverse procure antimafia come lui.  Non c’è più nessuno, banche in primis, disposto ad elargire prestiti o favori, ad un indebitato del suo calibro (28 milioni di euro). Non ha più dipendenti su cui contare per anticipare lavoro e magari anche un po’ di denaro. Nessun imprenditore con la schiena dritta e i conti a posto si sognerebbe mai di affidargli un lavoro, lo sanno tutti: chiunque ha avuto a che fare con lui è finito fallito.

Sarà costretto a lasciare, quando non arriverà più neanche lo stipendio da sindaco, anche la casa, dove ancora risiede e che risulta pignorata, con piscina e palestra a cui Mario tiene tanto. Casa, ovviamente, costruita totalmente con i soldi dei caggi.

Insomma una situazione, quella di Mario, che mette i brividi. Le uniche garanzie che fino ad oggi gli hanno permesso di “tirare a campare”, erano proprio le cariche politiche, ricoperte da lui dal fratello, cariche che oggi rischiano di finire come tutte le cose a cui Mario a messo mano: alle ortiche.

Il NO della Lega alla sua candidatura alla presidenza della Regione Calabria, un NO esteso anche a tutti i familiari di Occhiuto, è diventato insormontabile, non c’è nulla al mondo che possa far retrocedere la Lega da questa decisione. E questo lo hanno capito bene Mario e Jole che già da tempo hanno avviato una guerra sotterranea nei confronti proprio dei rappresentanti della Lega in Calabria: Sofo e Invernizzi. Una guerra affidata al peggior lecchino di sempre: Maximiliano Granata. Noto parassita sociale da sempre attaccato “ari minni” della pubblica amministrazione, incapace di trovarsi un lavoro vero e onesto. Anche per lui, come per Occhiuto, questa è la battaglia per la vita: senza politici amici degli amici ha finito di lucrare.

L’unica arma rimasta in mano ad Occhiuto è quella di ricattare Berlusconi. Ed è quello che da settimane tutta la banda sta facendo. Mario pretende di restare in sella: se non può essere lui il candidato di tutti, almeno un assessorato, magari all’urbanistica, gli va garantito. Cosa che la coalizione non può fare. E se non va bene neanche questo, allora non resta che la rottura: Mario Occhiuto candidato alla presidenza della Regione Calabria sotto la bandiera di Forza Italia. Mario ha chiesto al Cavaliere di rompere l’alleanza del centrodestra in Calabria. Una mossa estrema che il Cavaliere ha provato a vagliare senza trovare, però, una soluzione adeguata.

Mario e Roberto, si dice, hanno usato argomenti forti con il cavaliere, del tipo: se noi siamo finiti, allora muoia Sansone con tutti i Filistei. Una minaccia vera e propria: i fratelli Occhiuto minacciato di sputtanare mezza Forza Italia. E per come stanno le cose in Forza Italia un altro terremoto politico interno non se lo possono proprio permettere. Berlusconi ha provato a mediare, ma il NO della Lega resta inamovibile. Ora Berlusconi è ad un bivio: o con gli Occhiuto, o con la coalizione. L’obiettivo di Mario è creare un problema politico di non poco conto a Salvini: con un centrodestra spaccato sarà difficile per la Lega vincere in Calabria. E se è vero che in Emilia i sondaggi parlano di un testa a testa, la partita potrebbe finire anche due a zero per gli avversari della coalizione a trazione Lega. Una mazzata che da un lato rafforzerebbe il già fragile governo giallo/rosso, e dall’altro potrebbe aprire una crepa politica nel “fenomeno Salvini”, l’inizio della fine.

Ma pare che la Lega non si sia fatta intimidire da questo, e a maggior ragione, ha rafforzato la propria posizione, al punto che ha posto un ultimatum: o si trova un nome nelle prossime ore, oppure ognuno per la sua strada.

Cosa deciderà Berlusconi lo capiremo tra poco. Una decisione che deve tenere anche conto che tra i big di Forza Italia nessuno sta con gli Occhiuto: Gelmini+ Bernini = Abramo; Casellati + Tajani = Chiaravalloti. Cosa deciderà il Cavaliere lo capiremo dall’incontro privato di domani tra i colonnelli di Salvini, Meloni e Berlusconi, che si terrà in quel di Roma, proprio sulla questione Calabria, e la risposta potrebbe essere racchiusa nel nome del suo emissario. Anche perchè l’incontro avvenuto oggi tra i rappresentantai dei tre partiti del centrodestra  non ha portato a niente.

Se a rappresentare il Cavaliere domani arriva la Ronzulli, per gli Occhiuto si è messa veramente male. La Ronzulli, non certo amica degli Occhiuto, avrà il compito di superare il nome degli Occhiuto, il che significa che pure Berlusconi li ha mollati. A questa ipotesi aderisce senzadubbiamente il pavido Roberto Occhiuto che ha cercato di frenare, in questi giorni, l’impeto del fratello, ponendo il problema che una rottura definitiva con Berlusconi significa anche la perdita del suo posto in lista alle prossime elezioni.

Le forze occhiutiane sono in perenne movimento, il tempo stringe: l’ordine è quello di rintracciare domani Salvini a Roma perché invitato ad un convegno, promosso, guarda caso, dalla Gelmini e dalla Bernini, a cui parteciperà anche il sindaco Abramo, e tentare un’ultima mediazione su un nome che già circola da qualche ora: Gianluca Callipo. Uomo di fiducia di Mario, e traditore del mandato elettorale. Un nome difficile da digerire per la Lega.

Siamo alle battute finali di questa farsa che ha visto ancora una volta come protagonista i soli problemi del sindaco Occhiuto.  Domani Mario e famiglia potrebbero già appartenere al passato. Aspettiamo.