Uno dei problemi più urgenti da risolvere in Calabria è di sicuro quello legato allo sfascio in cui versa la sanità. E lo sanno bene i calabresi costretti ad emigrare per ricevere le giuste cure che in Calabria non riescono ad avere. In Calabria più che di sanità, da anni, si parla di malasanità. Ospedali da incubo dove curarsi è diventato pressoché impossibile. Carenza di personale, strutture fatiscenti, mancanza delle più elementari norme igieniche che in un ospedale è quanto dire, pronto soccorso al collasso, reparti abbandonati, prenotazioni impossibili, specialisti inesistenti, attrezzature obsolete e file chilometriche di pazienti in attesa di essere curati. Una situazione al collasso.
Negli ultimi 40 anni la sanità, in Calabria, è stata terra di conquista di bande politiche di matrice criminale, che sulla salute delle gente hanno costruito le proprie fortune. Un affare che in Calabria vale centinaia e centinaia di milioni di euro. La commistione tra sanità pubblica, imprenditoria mafiosa e politici corrotti, in Calabria, è più che provata dalle decine e decine di inchieste, senza contare le tante ASL commissariate.
Politici senza scrupoli che hanno edificato il “largo” consenso elettorale di cui godono, attraverso il mercimonio della sanità pubblica: tante sono le assunzioni clientelari nella sanità, non neghiamolo. Da qui la “santificazione” dei famigerati pacchetti di voti provenienti dalla vasta clientela sistemata dai politici nelle tante strutture sanitarie pubbliche, e anche private. Gente che sarà sempre grata al proprio padrino politico, indipendentemente dalla collocazione politica. Voti sicuri.
Non solo controllo delle assunzioni, degli appalti e delle nomine dirigenziali, i nostri politici sono andati anche oltre costituendo un vero e proprio monopolio per la gestione della sanità privata, affidato a società a loro riconducibili. Ogni politico di un certo “rango” ha le sue belle cliniche private, e quando non sono direttamente a lui riconducibili c’è sempre qualche imprenditore/prenditore pronto a fargli da prestanome.
Tutto questo è, purtroppo, pacifico. Nessuno può negare lo sfascio della sanità in Calabria che risulta tra le più costose d’Italia. Come nessuno può negare che la responsabilità politica di tale sfacelo è imputabile a una bene individuata “classe politica” formata da riconosciuti personaggi. Se la sanità è in questo stato va da se che la responsabilità è riconducibile a chi ha amministrato la regione Calabria negli ultimi 30 anni. Altrimenti chi è stato? Anche questo è pacifico. I responsabili hanno nomi e cognomi.
Bene, alla luce di questo, e alla vigilia di una importante chiamata alle urne, un partito che si rispetti e che rispetta veramente i cittadini dovrebbe indicare soluzioni al problema e indicare uomini o donne in grado di portare avanti il risanamento. Ma qui siamo in Calabria, e se nel resto del mondo per risolvere i problemi, alle persone che si propongono a farlo, è richiesta competenza, preparazioni, serietà e onestà, qui da noi i requisiti richiesti vanno esattamente nella direzione opposta: disonestà, esperienza nelle truffe alla pubblica amministrazione, ma soprattutto essere titolari di cliniche private.
Ed è quello che ha fatto il centrodestra a guida Santelli che ha pensato bene di risolvere il problema della sanità in Calabria affidandola nelle sapienti mani proprio di chi si è reso responsabile delle drammatiche condizioni in cui la stessa versa oggi: i fratelli Cinghiali e Ennio Morrone, i maggiori responsabili del disastro della sanità in Calabria, nonché monopolisti della gestione, direttamente o indirettamente, della sanità privata. Non c’è bisogno di specificare altro sulle caratteristiche dei personaggi citati, in Calabria, tutti sanno chi sono. E nonostante ciò hanno ancora il coraggio di presentarsi agli elettori. Evidentemente pensano che il loro sistema fa comodo a molti, perciò in tanti li voteranno. Sono sicuri che i calabresi preferiscono il clientelismo al diritto. Del resto sono lì da 50 anni, il che conferma la loro tesi.
Continuate a votarli, così come avete fatto fino ad oggi, se lo meritano, e poi quando vi troverete (mai sia per nessuno) a fare la fila di ore e ore al pronto soccorso, o in viaggio per chissà dove per una visita specialistica, riprendente il solito lamento che in Calabria non funziona niente, magari, per non offendere nessuno dei compari che avete votato, stramaledicendo: “le donne il tempo ed il governo”. Che detto così non comporta nessuna conseguenza. Questo è il cambiamento firmato Santelli-Lega.