Sono decisamente ormai lontani i tempi in cui la signora Laura Ferrara in Canonaco, eurodeputata del M5s al secondo mandato, veniva soprannominata dai “dissidenti” pentastellati Fornero 2. Perché la Ferrara veniva paragonata all’ex ministro del Lavoro? Semplice, perché in una riunione, qualcuno la accusava di non rendicontare, di assumere collaboratori amici del marito senza trasparenza sui criteri adottati, e di poca produttività. E così la Ferrara, che all’epoca non aveva ancora l’esperienza di adesso, versò qualche lacrimuccia e i “dissidenti”, cattivi e spietati, la bollarono Fornero 2 ricordando che anche la mitica Elsa si faceva uscire qualche lacrimuccia – rigorosamente in diretta tv – per giustificare tagli e licenziamenti sull’altare della molto presunta ragion di stato.
Oggi le lacrimucce di un tempo hanno lasciato spazio alla “scimitarra” e così nel breve volgere di poche ore, qualche mese fa, la Ferrara ha annunciato senza pietà che la metro di Cosenza e l’aerostazione di Lamezia non si faranno più perché ci sono stati troppi ritardi. E le nuove sortite mediatiche della Nostra, sono state “celebrate” persino con una ospitata nella tv di famiglia del sindaco cazzaro di Cosenza con movenze da… diva di Hollywood. Un po’ come la Fornero quando (ancora) va in tivù ad elargire “perle” (sempre molto presunte) di saggezza. E quindi ancora, a maggior ragione “Fornero 2”.
In realtà, l’appeal di Laura Ferrara all’interno del M5s, nonostante la seconda elezione all’Europarlamento, è decisamente in ribasso. Sono in tanti ormai che non le perdonano le trasversalità sempre più pacchiane, il clientelismo e l’immobilismo. Per non parlare dei mugugni sempre più fitti sull’attività del suo “regista” ovvero il marito Valerio Canonaco, che appena qualche mese fa è finito sulla graticola per le sue discutibili frequentazioni con Vittorio Bruno, addirittura candidato alle Regionali 2020, concluse poi con un tremendo flop per il M5s.

Già, Bruno. Il cognome non è per niente nuovo a chi segue la politica cosentina. Vittorio è il rampollo dell’onorevole Paolo, bandiera del Partito socialdemocratico ma soprattutto massone della vecchia guardia del Goi. Il suo punto di riferimento era Costantino Belluscio (socialista, segretario generale del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, tre legislature da parlamentare, per chiudere la sua lunga carriera da sindaco del suo Comune, Altomonte) ma Paolo Bruno (socialdemocratico appunto, Sottosegretario al Tesoro prima e alla Sanità poi) presto ne aveva raccolto il testimone. Belluscio e Bruno oltre ad essere fratelli, erano entrambi accomunati dalla macchia nera d’essere accusati di far parte di quella loggia nominata Propaganda 2 (P2 per chi non avesse capito: quella del maestro venerabile Licio Gelli, Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo e… tutto il cucuzzaro). Ma poi tutto finì in una bolla di sapone e il “particolare” non aveva impedito loro negli anni successivi al 1981 di continuare la scalata. Anzi… Paolo Bruno aveva scalato alla grande il PSDI ricettacolo di farabutti e delinquenti di ogni specie, con in prima fila due personaggi che non ti dico: Paolo Romeo e Pino Tursi Prato, che non hanno certo bisogno di presentazioni. Ed era stato proprio Paolo Bruno a “riceverne” il testimone quando i due erano stati “fatti fuori” dalla Giustizia. Arrivando (udite udite!!!) a ricoprire le cariche di sottosegretario al Tesoro prima e alla Sanità poi, grazie naturalmente a grembiulino e compasso… Insomma, non proprio un profilo consono per chi si candidava a rappresentare il “nuovo” in politica.
E questa è solo la punta dell’iceberg per le frequentazioni di Valerio Canonaco e signora. Torniamo ai 5stelle. Incombono le Europee del 2014, che anche allora si svolgevano in contemporanea con quelle di Rende. Canonaco sperava nella candidatura ma di concerto con Bruno (sempre il figlio del massone) decidono di attuare il piano B: la candidata doveva essere Laura Ferrara, la moglie. Avendo lei un buon profilo, laureata, bella presenza, decisero di candidarla. Fu a quel punto che Canonaco marito presentò la moglie agli attivisti pentastellati. Laura Ferrara aveva fatto pratica da avvocato nello studio legale di Marcello Manna, candidato sindaco a Rende. Ma il lavoro è lavoro…
E se è per questo, Canonaco ha un fratello che si chiama Giorgio e lavora alla Regione. Ha sposato Barbara Blasi, che è parente della moglie di Ennio Morrone ma soprattutto è stata eletta (al secondo tentativo) nella lista Forza Rende che sosteneva – ma guarda un po’ il caso – la candidatura di Marcello Manna a sindaco di Rende. Dettagli, direte voi, e invece no: la stessa Barbara Blasi è stata addirittura in lizza per le Politiche 2018 nel listino proporzionale di Noi con l’Italia-Udc dietro all’immarcescibile Pino Galati, con il quale notoriamente Morrone aveva un feeling particolare. E qui siamo ben oltre i dettagli ma proprio nel cuore dell’organizzazione politica di Ennio Morrone, politico decisamente impresentabile, pezzo forte della massomafia di stato e del superclan dei calabresi.
Ma Valerio Canonaco è il più fortunato di tutti. Dopo il colpaccio con Laura sua moglie, nel 2018 ne aveva messo a segno un altro, altrettanto importante e strategico. Morra si era ripreso il collegio senatoriale con relativo paracadute e toccava alla Ferrara allora e quindi a Canonaco esprimere il candidato per il collegio camerale. E ancora una volta la candidata se l’è trovata in casa, visto che Anna Laura Orrico è una grande amica di Laura. Morra non fa storie e si associa. E così, ad un anno di distanza, la Ferrara è ricandidata al Parlamento europeo senza aver fatto nulla per “meritarselo”. Con annessa rielezione.
Da quel momento in poi tuttavia per la Ferrara è cominciata la “calata” e sono uscite fuori ancora altre incredibili trasversalità come se già non bastassero quelle con i massoni del Goi, con Marcello Manna e con Ennio Morrone. Stavolta si trattava addirittura di Pino Gentile della famiglia dei Cinghiali di Cosenza. Cose da pazzi… E il chiacchiericcio era diventato così insopportabile per la nostra Fornero 2, che sulle chat pentastellate, ad un certo punto, la Nostra è stata costretta a replicare agli attacchi. E noi siamo in grado di farvi leggere anche cosa ha scritto. Ecco qui.

Pino Gentile ha sposato una cugina di mia madre. Non è dunque mio cugino ma un parente acquisito di quinto grado (sic!). Ma al di là dei gradi di parentela, ciò che più conta credo siano le frequentazioni: le frequentazioni (nella vita, come nei locali, nei bar) quelle sì che si scelgono. Ebbene, per quanto mi riguarda, potete scavare a partire dall’11 settembre 1983 (mia data di nascita) e non troverete una foto che mi ritragga a casa loro o loro a casa mia. Ignoro dove abitino, così come loro non sanno dove abiti io. Sottolineo questo per dare la misura di quanto sia distante personalmente la mia famiglia da queste persone. E anche politicamente, una volta cominciata la mia esperienza al Parlamento europeo, non mi sono mai sottratta nel prendere le distanze dai Gentile (vedi, una per tutte, la vicenda di Calabria Ora) e, soprattutto, mi sono sempre impegnata con il M5s in prima persona, mettendoci la faccia come si suol dire, in ogni singola elezione. E anche in quest’ultima, nonostante tutti i veleni e i malumori, il mio impegno è stato con il M5s…
Alla luce di quanto scritto sopra, immagino comprenderete la gravità delle insinuazioni e delle affermazioni che ho da più parti letto: chi mi appella cinghialotta, accostandomi dunque a tristi e gravi vicende rispetto alle quali scagliai pure le mie denunce ed espressi la mia solidarietà ai giornalisti; chi addirittura azzarda che ci sia stato voto di scambio. Immagino comprenderete altresì come sia costretta a tutelare la mia persona, non potendo affatto lasciar correre su un accostamento tanto grave quanto inesistente.
Sia chiaro: noi non pensiamo che la Ferrara abbia preso voti dai Cinghiali, visto che nella sua lista di elementi trasversali ci sono molti più soggetti propensi a questa pratica come Morrone e Manna, tanto per essere sinceri fino in fondo. Ma non possiamo certo non rilevare come l’atteggiamento della Ferrara nei confronti dei Cinghiali sia stato sempre “reverenziale” e non può certo far testo lo scandalo di Calabria Ora, che accostato agli animali è davvero l’ultimo aspetto che può contare, visto e considerato che i Cinghiali sguazzano tra sanità e mattone da una vita senza che la signora Ferrara se ne sia mai accorta. Ma se ai pentastellati va bene così non c’è problema. Aspettando il prossimo incarico per la gioia del maritino e di tutti i suoi amici (degli amici).