Veleni a Bisignano, il silenzio di Arpacal e Consorzio di Bonifica

Gentile Direttore,

la brutta storia dei veleni sversati nel fiume Mucone, che a sua volta affluisce nel Crati, oltre ad inquinare una vasta zona con ogni dannosità connessa, presenta delle particolarità che ancora non sono state evidenziate nel mentre l’azienda Consuleco, toma toma cacchia cacchia, ha ripreso a scaricare e ad inquinare.

Tra queste particolarità delle quali si parlava, c’è l’acqua dei predetti fiumi inquinati, Mucone e Crati, che una volta raccolta nell’invaso della diga di Tarsia, viene poi utilizzata dal Consorzio di Bonifica, che con proprie canalizzazioni la distribuisce ad una moltitudine di aziende per l’irrigazione delle coltivazioni agricole. Questo ente si è mai preoccupato di testare analiticamente queste acque che vanno ad irrigare migliaia di ettari della Sibaritide? Da quanto si ha modo di leggere, il fenomeno di questo inquinamento dura da anni, ma perché non è mai intervenuta la famosa Arpacal ? E il nuovo direttore generale, quella faccia di bronzo che risponde al nome di Mimmo Pappaterra, un uomo per tutte le stagioni, lo sa quanti disastri ha combinato l’ex commissario Maria Francesca Gatto o è pagato anche per coprire tutto quello che non deve uscire fuori? Ma forse queste, insieme ad altre, sono solo domande retoriche per non dire inutili. Povera Calabria nostra !

Lettera firmata