L’operazione “Eyphemus” della Dda di Reggio Calabria ha sgominato il clan Alvaro e i suoi referenti istituzionali. Conosciamo più da vicino gli ‘ndranghetisti dell’Aspromonte, tutti etichettati con i rispettivi soprannomi.
ALVARO Cosimo “pelliccia”, con il ruolo di capo ed organizzatore della cosca, sovrintendeva alla complessiva gestione del sodalizio e assumeva compiti decisionali, regolando in tutto o in parte l’attività collettiva, con posizione di superiorità; a lui venivano rapportate tutte le attività illecite e para lecite svolte dalla cosca ed era ilboss a dare disposizioni e ordini, anche con il sistema delle “‘mbasciate“, decidendo in ordine ai singoli delitti, agli investimenti e al riciclaggio dei proventi delittuosi;
ALVARO Salvatore “Turi u pajecu”, con il ruolo di capo ed organizzatore, in contatto con le figure apicali tra cui LAURENDI Domenico e CUTRÌ Pasquale, operativo nel settore dei traffici di droga;
BAGNATO Giuseppe “Pinuccio”, appartenente alla frangia dei CANNIZZARO, con il ruolo di capo ed organizzatore, ed in quanto tale con il potere di attribuire doti e disporre nuove affiliazioni, nonché di attivare le procedure per l’apertura e il riconoscimento di Polsi;
LUPOI Natale “beccaccia”, con il ruolo di capo ed organizzatore, con compiti operativi nel settore delle estorsioni, del traffico di stupefacenti e dell’usura;
CANNIZZARO Francesco “canneddha”, storico ‘ndranghetista che partecipò al summit di Montalto del 1969, con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore;
CANNIZZARO Cosimo “spagnoletta”, con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore, con il potere in ordine ai soggetti da affiliare; manteneva i rapporti con i referenti mafiosi degli ALVARO insediatisi a Milano, dove esiste una propaggine; partecipava alle riunioni dei vertici del locale australiano per decidere della “spoliazione” di un affiliatoche aveva commesso una grave trascuranza;
FIRENZUOLI Attilio “Nino u testuni”, capo ed organizzatore, deputato a risolvere i conflitti tra le due fazioni di IDÀ Cosimo e LAURENDI Domenico; poteva interloquire con i vertici degli ALVARO insediatisi in Australia;
FORGIONE Diego “u peones”, con il ruolo di capo ed organizzatore, in contatto con LAURENDI Domenico;
LAURENDI Domenico “rocchellina”, capo, promotore ed organizzatore di una fazione mafiosa del locale di Sant’Eufemia d’Aspromonte, con compiti di decisione, pianificazione ed individuazione delle azioni delittuose da compiere; era deputato a presiedere i riti di affiliazione; aveva il potere per attivare le procedure per l’apertura ed il riconoscimento a Polsi di un nuovo locale; statuiva in ordine agli imprenditori da sottoporre a richieste estorsive; a lui i componenti della sua frangia mafiosa dovevano rendere conto per le attività illecite; coordinava le attività di spaccio degli affiliati ed effettuava investimenti nel settore del traffico di stupefacenti; aveva il potere di decretare e vietare omicidi; provvedeva a mantenere i rapporti con i massoni che svolgevano nell’interesse della cosca attività di riciclaggio dei proventi delittuosi; si occupava di mantenere i rapporti con il mondo politico; aveva compiti operativi nel settore delle armi;
IDÀ Cosimo “u diavulu”, con il ruolo di capo promotore ed organizzatore di una fazione mafiosa all’interno del locale di Sant’Eufemia d’Aspromonte;
ALVARO Domenico, con il ruolo di capo ed organizzatore, in contatto con le figure apicali della ‘Ndrangheta, in vista della competizione elettorale regionale, deputato a stringere accordi elettorali con il candidato CREAZZO Domenico;
NAPOLI Carmelo “Carminazzu”, con il ruolo di capo promotore ed organizzatore;
GAGLIOSTRO Antonino “u mutu”, CARBONE Vincenzo “Ceo”, CARBONE Domenico “ciacio”, CREA Antonio “spatola”, CREA Emanuele “ciccellino”, CREA Giovanni, SPERANZA Giuseppe, CREA Emanuele, CUTRÌ Pasquale, BORGIA Antonino, RIZZOTTO Giuseppe, NOVELLO Giuseppe, MODAFFARI Vincenzo “u ruggiatu”, DELFINO Nicola “Cola”, ALATI Angelo “u marucchino”, MODAFFARI Bruno “u filiciuni”, DELFINO Rocco Graziano, CREA Giuseppe, LAURENDI Antonino “Ninareddhu u pistolu”, MODAFFARI Domenico, MODAFFARI Francesco, MODAFFARI Pasquale, NAPOLI Giuseppe Carmine “mpizza”, CONDINA Vincenzo “u russu”, QUARTUCCIO Carmine “Carmelo”, LUPPINO Domenico, ITALIANO Giasone,vLAURENDI Rocco classe ’44, FORGIONE Domenico “Dominique u peones”, tutti partecipi dell’associazione mafiosa con vari compiti.









