Catanzaro, Petrini e Manna indagati per corruzione. Citrigno: “Nessuna perquisizione alla Film Commission”

La notizia è piombata quasi all’improvviso in piena emergenza virus, anticipata dal solito gioco degli spifferi. Nell’ambito dell’inchiesta Genesi, quella dei processi aggiustati a Catanzaro, che coinvolge il giudice Marco Petrini, la procura di Salerno avrebbe disposto attraverso la Guardia di Finanza di Crotone una perquisizione negli uffici della Film Commission della Regione Calabria per reperire prove riguardanti un tentativo di corruzione dello stesso giudice. Secondo le anticipazioni, Petrini avrebbe incaricato il sindaco di Rende Marcello Manna di corrompere il presidente della Film Commission Giuseppe Citrigno al fine di “raccomandare” il progetto (un film) di un giovane regista, Mario Vitale, cugino della moglie del giudice Petrini. Di conseguenza, secondo quanto è stato anticipato da qualche media, Petrini sarebbe indagato per corruzione in atti d’ufficio aggravata dal metodo mafioso e in questo stralcio d’indagine sarebbero coinvolti sia Manna che Citrigno.

Vista la nostra conoscenza personale e di vecchia data con Giuseppe Citrigno, presidente della Film Commission, storico titolare dell’omonimo cinema cosentino, gli abbiamo rivolto alcune domande per cercare di capire qualcosa in più.

E’ vero che lei è indagato per corruzione e che ha subito una perquisizione?

“In effetti la Finanza ha voluto acquisire i documenti riferiti al progetto in questione, un film… I finanzieri sono venuti a casa mia a Cosenza perché gli uffici della Film Commission a Catanzaro sono chiusi. Però io li ho fatti aprire e ho fatto consegnare i documenti alla Finanza… ma né io e né tantomeno la Film Commission risultiamo indagati. Sono indagati Petrini e Manna”.

Quindi mi sta dicendo che i finanzieri non hanno eseguito un decreto di perquisizione?

“Non era un decreto di perquisizione, volevano solo acquisire la documentazione del progetto presentato per il bando da questo regista. Infatti erano andati all’ufficio a Catanzaro ma era chiuso e sono venuti – come ribadisco – a casa mia per chiedermi di andarlo ad aprire. Non mi hanno notificato nessun decreto di perquisizione… “.

E mi conferma che non è neanche indagato?

“Io non sono persona indagata per cui non mi hanno detto nulla. Hanno voluto solo i documenti e glieli abbiamo dati. Ci hanno pure ringraziato perché in questo momento particolare siamo stati molto collaborativi”.

Ma chi è questo regista parente della moglie di Petrini?

“Il regista si chiama Mario Vitale ma noi, che abbiamo una commissione valutatrice esterna – sono tutti di Roma – concediamo solo il contributo alla produzione. Loro non conoscono il regista. Ha partecipato al bando produzioni 2019 ed è stato valutato da ben due commissioni, di cui quella valutatrice composta, come dicevo, da tre esperti di Roma. Tenga presente che questo progetto ha avuto il contributo anche dalla Commissione Cinema del ministero. Non solo: il film ha l’appoggio di Rai Cinema e gli attori sono Beppe Fiorello e Valentina Lodovini”.

Mi faccia capire meglio: com’è questo fatto che ci sono due commissioni?

“In Calabria Film Commission abbiamo due commissioni… proprio per evitare intromissioni esterne, non so se mi spiego…”.

Allora, ricapitolando: il giudice Petrini ha un cugino della moglie regista e va da Manna per chiedere di farsi raccomandare da Citrigno per una produzione che comunque deve essere approvata e valutata a Roma ? E Manna è venuto veramente da lei a raccomandarlo?

“Sì, è come dice lei, ha sintetizzato bene il tutto… Quanto a Manna, non mi ha mai chiamato né per questa vicenda né per altro, non so che dirle…”.

Come mai non è intervenuto subito per rettificare le anticipazioni che stanno uscendo dalla tarda mattinata?

“Prima di lei mi ha chiamato un giornalista della Gazzetta del Sud, ritengo che sia sufficiente per ristabilire la realtà dei fatti”.