Cosenza, piazza Fera senza collaudo: tre anni di concerti e feste con la “benedizione” del Gattopardo (e di suo nipote)

L’ultima volta che ci siamo occupati del grande appalto (mafioso) di piazza Fera/Bilotti risaliva ai tempi in cui il porto delle nebbie aveva disinnescato il processo provando a rimandare la palla nel campo di Gratteri, quasi sfidandolo.

Lo aveva fatto dichiarando inutilizzabili le intercettazioni che si riferiscono al mancato collaudo di piazza Fera e che erano state alla base del sequestro stesso della piazza, il 24 aprile del 2020. Sarebbero state destinate ad altre inchieste e non c’era l’autorizzazione per acquisirle.

Il tutto dopo il sacrosanto rinvio a giudizio del sindaco cazzaro di Cosenza e dei suoi compagni di truffe e merende, risaliva al maggio dell’anno scorso, nell’immediatezza del rigetto dell’istanza di dissequestro decisa dal Tribunale del Riesame, che aveva avvalorato in pieno quanto disposto dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda di Catanzaro il 24 aprile 2020. Sequestro che è stato revocato nel pomeriggio di ieri. 

Un paio d’anni fa invece era arrivata anche la seconda – scontatissima – notizia che faceva il paio con la prima. Anche per il processo scaturito dall’inchiesta della Dda “Lande desolate” le intercettazioni non sono utilizzabili perché riguardavano un’altra inchiesta… Ma prima di andare oltre è necessario fare il punto della situazione.

Successivamente al sequestro di Piazza Fera del 24 aprile 2020, si è parlato di una perizia da parte di un’impresa individuata dal Comune di Cosenza che avrebbe dovuto “certificare” lo stato dell’arte ma che ci ha messo più di due anni per arrivare al traguardo del dissequestro del monumento vivente della deriva nella quale è sprofondata la città dei Bruzi. Del resto, il procuratore Gratteri, che aveva proceduto al sequestro, aveva chiaramente lasciato intendere che lui non poteva fare più niente e aveva certificato quello che tutti sappiamo. Ovvero che siamo destinati a rimanere a vita in mano alla massomafia, che è libera di delinquere come meglio crede, anche attentando alla sicurezza dei cittadini.

Mentre Occhiuto e le sue truppe cammellate ne menavano vanto, c’era chi bussava alla loro porta per effettuare il necessario collaudo ormai da anni.

Abbiamo saputo da fonti accreditate che per anni non si è potuto fare il collaudo perché Occhiuto stava cambiando continuamente la destinazione degli spazi.
In un primo momento li aveva dedicati ad una serie di attività ludiche ma, dopo gli arresti del 19 gennaio 2017 (tra i quali il suo compare Giorgio Ottavio Barbieri), pare che il cazzaro abbia cambiato idea adducendo la scusa che non vi era molta richiesta di… giochi. Pensate un po’ quanto era furbo!
Poi Occhiuto ha pensato al Museo megagalattico e infine anche al Mc Donald’s per non farsi mancare nulla. Tanto per rimanere in business che gli sono familiari e che, soprattutto, sono confacenti alle caratteristiche dell’uomo che ha nominato dirigente proprio per ingraziarsi le simpatie del procuratore della Repubblica: Giampaolo Calabrese, notoriamente nipote di Mario Spagnuolo, meglio conosciuto ormai come il Gattopardo. E tutti capiscono che doveva essere proprio Spagnuolo a bloccare questa indecenza ma ovviamente non l’ha mai fatto. Perché l’operazione di aprile 2020 della Dda poteva e doveva essere portata a termine dalla procura ordinaria e quella di Cosenza evidentemente si è rifiutata di farlo, anche se nessun media di regime “osa” scriverlo.

Il piano sotterraneo ha spazi che dovevano essere destinati sia a parcheggio che ad altro tipo di attività e il cazzaro ha perso tempo per piazzarli ai compari giusti, tanto chi lo avrebbe mai disturbato se il procuratore era “sotto schiaffo”? Nessuno. Come in effetti è stato fino al giorno del sequestro. E così, dopo il concerto di Alvaro Soler di fine 2016 (Spagnuolo si era già insediato a giugno), nel luglio 2017, nonostante altre violente polemiche, anche Francesco Gabbani si è esibito a piazza Fera senza collaudo davanti a migliaia di persone per la Festa della Invasioni.

E così pure nel 2017 e nei due anni successivi, anche se il concerto principale di Capodanno si svolgeva a piazza dei Bruzi, ‘Studio 54’ ha animato la festa urbana nella piazza della ‘ndrangheta con una mega discoteca radiofonica sotto le stelle. Naturalmente sempre e rigorosamente senza collaudo… E idem con patate a giugno del 2018 con la festa per la promozione del Cosenza in Serie B. Tutti a piazza Fera e sempre senza collaudo e a rischio… strage. E si parla di concerti – ma anche di feste da discoteca, compresa quella per il Cosenza Calcio – tutti organizzati dal nipote del Gattopardo, aspetto che rende ancora più paradossale e grottesca tutta la matassa. Per non parlare del recentissimo concerto di Mahmood di fine settembre 2019… 

Occhiuto, tanto per cambiare, ha preso tutto il tempo che serviva per farsi i fatti suoi ma chi doveva collaudare si è giustamente “ribellato” per queste farneticanti ridestinazioni d’uso.
La sensazione è che piazza Fera/Bilotti scottava più di quanto si potesse immaginare e che Occhiuto abbia fatto davvero di tutto per farsi “coprire” dal suo amico Spagnuolo arrivando anche all’obiettivo dell’insabbiamento di due processi. Poi Gratteri s’è bevuto l’acqua du… Zumbu e tutto è passato in cavalleria. Anzi, dopo il dissequestro di ieri la parola d’ordine è: rimettere Occhiuto al suo posto di sindaco. Ed è molto probabile che ci riesca, ovviamente con l’aiuto determinante del Pd, come al solito del resto.