Italia, la lista della vergogna: sospetti su due deputati della Lega

Fonte: Open.online

A chiederlo sarebbero stati in cinque, ad ottenerlo tre: due leghisti e uno del M5s. Si aggiungono nuovi dettagli nella saga della “lista della vergogna” di chi ha intascato il sussidio da 600 euro stanziato dal governo per aiutare gli autonomi in difficoltà per la crisi dovuta all’emergenza Coronavirus. Mentre i vertici del Movimento stanno facendo firmare ai loro un documento per rinunciare alla privacy e scoprire così chi ha ricevuto il bonus, continua l’indagine interna della Lega. Tra le fila del Carroccio sono due i nomi che circolano con insistenza e che confermano le indiscrezioni iniziali che parlavano di un mantovano e una donna.

Andrea Dara

Sarebbero quelli di Andrea Dara – classe ’79, nato a Castel Goffredo (in provincia di Mantova, appunto) – e Elena Murelli – classe ’75, nata a Piacenza – segretaria della XI Commissione lavoro pubblico e privato. Ci sarebbe, poi, sempre secondo le indiscrezioni circolate nelle prime ore, un «deputato leghista del sud» che avrebbe chiesto il sussidio, senza ottenerlo. Così come l’avrebbe chiesto un parlamentare di Italia viva, senza successo. Nessun riscontro finora sul grillino che ha ricevuto l’aiuto. Ieri, 10 agosto, circolava con insistenza il nome di Nicola Acunzo che però ha smentito: «Mi dispiace si possa pensare sia io».

Elena Murelli

Intanto il governo starebbe pensando a una norma per costringere chi tra i politici ha ricevuto il sussidio a restituirlo. L’idea, secondo Repubblica, è di introdurre un emendamento ad hoc nel Dl agosto e di renderlo retroattivo. Dovrebbero restituire il sussidio a quel punto non solo i parlamentari ma anche sindaci e consiglieri regionali, alcuni dei quali – come il vicepresidente della regione Veneto Gianluca Forcolin e il piemontese Matteo Gagliasso – nelle scorse ore si sono giustificati dicendo che è stato «un errore del commercialista».

Fonte: Repubblica

Sul banco dei sospettati fra i deputati della Lega per aver intascato il bonus Covid da 600 euro destinato alle partite Iva finiscono Andrea Dara e Elena Murelli. I loro telefoni risultano spenti da due giorni. E anche oggi, dopo ripetuti tentativi fatti da Repubblica, non hanno risposto. I cellulari restano muti per ordine dei vertici. Nella Lega infatti si stanno chiedendo chiarimenti, ma il cerchio sembra ristretto a quei due nomi. Il Carroccio ha imposto loro il silenzio sia verso i cronisti che verso i colleghi di partito, in attesa di delucidazioni sulla vicenda.

Ma chi sono Dara e Murelli? Andrea Dara, mantovano, 41 anni, fedelissimo di Matteo Salvini, è un piccolo imprenditore tessile: produce calze a Castiglione delle Stiviere, comune nel quale è stato consigliere comunale della Lega dal 2007 al 2011. Nel 2011 il “salto” a consigliere provinciale di Mantova, fino al ruolo di vicesindaco ancora a Castiglione delle Stiviere conquistato nel 2016. Nel 2018 infine l’approdo alla Camera, proprio grazie all’aiuto di Salvini.

La biondissima Elena Murelli è invece piacentina, originaria di Podenzano: 45 anni, docente a contratto di informatica e project management per l’Università Cattolica, è entrata nella Lega nel 2001 e dal 2009 è consigliera comunale a Podenzano. Anche lei è una “peones” del Parlamento, essendo stata eletta nel 2018, inserita nel listino in una posizione nobile (la seconda dietro a Gianluca Vinci nel proporzionale alla Camera). Murelli, membro della Commissione Lavoro di Montecitorio, è stata protagonista, alcuni giorni fa, di un duro attacco contro la maggioranza sul tema Covid. Nel suo intervento, diffuso anche dai social di Salvini, la deputata inveisce, riferendosi alla politica sui migranti: “Per tenervi le poltrone, importate il virus”.