Catanzaro. La città del Sergiun, della Lega e delle messe nere (in pieno centro!)

Catanzaro sempre più la città del Sergiun e della Lega, ma adesso pare anche delle messe nere in “pieno centro”. Riti presuntivamente consumati in una scuola ancora seminuova, ma abbandonata, senza che nessuno intervenga. Sembrerebbe così profilarsi una mazzata inflitta sempre più alla Cultura non cara al sindaco e se leggerete tutto vi renderete conto dei motivi della mia riflessione⤵️

L’Irriverente, il blog di Danilo Colacino. 

Adesso che è “ufficiale”, spero abbiate smesso di pensare alla denuncia quotidiana di quanto non va in città fatta sul mio Blog come a una guerra personale. Almeno lo auspico. Perché <sono i fatti a parlare>, come disse Oronzo Canà nel famoso “L’allenatore nel Pallone” aggiungendo  in perfetto slang barese <ormai è lapalissieno>. E finalmente, chioserei. Catanzaro, insomma, è sempre più la città del Sergiun (alias il sempiterno inossidabile Abramo). Lo so. Tanto, se si potesse ricandidare, lo rivotereste, decretando così la nascita di una sorta di Pontida del Mezzogiorno, il capoluogo di regione – e non solo – più a Sud d’Italia amministrato da un sindaco, con il forte apporto di tanti…collaboratori, organico alla Lega

Nessuna smentita, nessuna precisazione, sul punto a riguardo da parte del diretto interessato. Semmai il tacito assenso alle affermazioni pronunciate dal leader del Carroccio su di lui, plurisindaco e da fine 2018 anche presidente della Provincia, definito alla stregua di una “roba nostra”. Un concetto forte espresso ieri a Lido con orgoglio nientemeno appunto che dall’imperatore leghista Matteo Salvini. Ma tanto Abramo e i suoi possono fare cosa vogliono, “correndo da soli”. Fatto che si traduce nella vittoria di tutte le partite perché da circa 10-12 anni a questa parte giocano senza avversari. Gente degna, politicamente parlando s’intende, di tal nome. Comunque sia, nella critica a cui mai rinuncerò, mi soffermo ancora una volta sul principale asset della Cultura.

E mi pongo le stesse domande. Possibile che da noi la Cultura si sostanzi solo in pochi eventi in capo ai “soliti noti” e nel Politeama? Sia chiaro non che tali realtà vadano pregiudizialmente esecrate. Anzi. Ma leggendo e guardando con attenzione il reportage degli ottimi colleghi de La Nuova Calabria sulla scuola abbandonata di Pontegrande, in cui pare evidente l’effettuazione addirittura di messe nere e – sostengono i residenti delle case limitrofe – sede di incontri per <drogarsi e fare sesso>, il sangue mi bolle. Sia io che il sindaco, infatti, abitiamo per giunta nei pressi dello stesso istituto elementare Giovanni XXIII (lui persino assai più di me), sebbene io la notte bazzichi spesso in quella zona per acquistare gli ottimi prodotti appena sfornati nel panificio Biancaneve dalle 22 circa in poi. Rifletta allora Abramo sul fatto che una struttura seminuova, con ancora quasi tutte le dotazioni all’interno, sia diventata la dimora dei satanisti di “casa nostra”. Che, per inciso, mi piacerebbe sapere chi siano.

Detto ciò, il primo cittadino rifletta pure sul fatto che quando sono in gioco certe rassegne e il Politeama trova subito…tutti i soldi del mondo (facendo ridere di gusto qualcuno a lui, e a tanti altri con un po’ di potere in mano, davvero “molto affezionato”) mentre quando potrebbe fare cose egregie, e qui parliamo di Cultura con la C maiuscola, piange miseria e racimola a stento, una tantum peraltro, pochi soldini con il contagocce. Male, molto male. Così come non è bene constatare che le forze dell’ordine locali – comunque da lodare – non abbiano ancora individuato, anche con l’impiego di unità in borghese e mezzi civetta se serve, tali presunti adoratori di Satana – o vandali con tanta fantasia – nel bel mezzo di un quartiere popolarissimo.